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Fare impresa on line – Sportello unico attività produttive

Lo “sportello unico per le attività produttive” è uno dei servizi che più facilmente possono essere offerto ai cittadini per via telematica. La maggior parte delle amministrazioni si limita, per il momento, a siti di facciata, che svolgono per lo più un compito di informazione. C’è anche un problema di sicurezza e di verifica dell’identità del cittadino che chiede di svolgere la pratica attraverso Internet. A Siena, città cablata www.comune . siena-punto-it, presto il nodo potrà essere sciolto. Il sessanta per cento delle famiglie possiede una carta magnetica con microprocessore, frutto di un accordo con il Monte dei Paschi www.mps-punto-it. Questo documento consente di pagare multe, tasse comunali, parcheggi, ticket sanitari e trasporti urbani e di accedere alla zona a traffico limitato. La “Siena Card” contiene i dati anagrafici e fiscali del cittadino e anticipa le funzioni della carta di identità elettronica. Un progetto particolarmente avanzato e già molte funzioni dello sportello virtuale senese sono in linea sul sito suap. comune. siena-punto-it.
A tre anni dalla sua istituzione, lo sportello unico per le attività produttive raccoglie giudizi contrastanti. In occasione della firma del nuovo protocollo di intesa tra Confindustria e Ministero della Funzione Pubblica sulla semplificazione amministrativa, un’analisi del Formez ha rivelato che soltanto cinquantasei Comuni si sono distinti per la qualità. Il front office è l’ufficio che ha contatti con il pubblico, invece per back office si intende tutto il lavoro svolto dietro le quinte. Il documento è disponibile nel sito funzionepubblica-punto-it del servizio offerto, rispetto alle 3241 città che si sono dotate dello sportello unico. E il presidente di Confindustria, Antonio D’Amato, ha rincarato la dose: “Siamo tuttora convinti – ha detto – che si sia trattato di un intervento molto positivo, ma se non si interviene sul numero delle norme e dei cavilli, i tempi, i costi, le procedure restano troppo elevati, più di quanto il sistema economico possa sopportare”.”

Carta di identità elettronica
La carta di identità elettronica è l’attestato della cittadinanza digitale. Alla sperimentazione promossa dal Ministero per l’Interno cittadinitalia-punto-it hanno aderito 156
Comuni italiani e in alcune città la carta già sostituisce il vecchio documento in cartoncino. L’aspetto è quello tipico delle carte di credito, un piccolo rettangolo in policarbonato. La differenza sta nella banda magnetica, nel microprocessore e nell’ologramma a prova di falsari. Sarà la chiave di ingresso ai servizi pubblici che ogni Comune deciderà di caricare nel micro-processore.
Pagamento dei parcheggi, delle tasse, delle multe, dei ticket sanitari e poi, chissà, accesso ad aree riservate, biblioteche, rilevamento delle presenze. L’unico limite sarà nella fantasia degli amministratori comunali. Di certo sostituirà la tessera che contiene il codice fiscale e quella, introdotta di recente, per esercitare il diritto di voto. Si pensa anche alla firma digitale, che consentirà – tra l’altro – di votare per i candidati del proprio collegio anche se si è in un’altra città.
La scomparsa del vecchio documento di carta, secondo il Ministero della Funzione Pubblica, farà risparmiare circa 34 milioni di euro (6.500 miliardi di vecchie lire).
L’Anci, il Ministero dell’Interno, il Ministero della Funzione Pubblica e l’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, hanno messo a disposizione dei Comuni interessati il sito cartaidentita-punto-it, dove è possibile trovare informazioni sulle leggi e i regolamenti, aspetti tecnici e organizzativi.
Senza entrare troppo nei dettagli, possiamo dire che la carta ha un microprocessore che ha la stessa capienza delle Sim dei telefoni cellulari. Una memoria in grado di garantire l’interscambio dei dati con la rete. Nel microchip, insieme con le informazioni classiche di un documento di identità, trova spazio anche un minuscolo processore in grado di gestire la chiave privata a 1024 bit. Sulla banda ottica, invece, sono immagazzinati i dati personali (sanitari, compreso il gruppo sanguigno, fiscali, previdenziali, titolo di studio, iscrizione a un ordine professionale. Alla realizzazione del progetto hanno lavorato cinque aziende: Hewlett-Packard, Siemens Informatica, Bull, Finsiel (gruppo Telecom Italia) e Getronics. Ecco come descrivono, in un comunicato congiunto, il loro lavoro per la carta di identità elettronica:
Hewlett-Packard è la responsabile della gestione globale del progetto e si è impegnata nella realizzazione di soluzioni tecnologiche in grado di garantire sia la privacy dei dati personali, sia la sicurezza del trasferimento delle informazioni e dei pagamenti elettronici. L’azienda si è dedicata all’implementazione delle infrastrutture dei sistemi e della sicurezza, allo sviluppo del sistema di gestione e alla distribuzione del software di emissione presso i Comuni che hanno aderito alla fase di sperimentazione.
Bull ha realizzato lo studio e la messa in opera dell’architettura del Sistema di Sicurezza del Circuito di Emissione (S.S.C.E.) che consente il rilascio dei documenti di identità.
Il sistema tra i livelli delle applicazioni, del sistema operativo e del trasporto, il cui scopo è semplificare alcuni aspetti dell’elaborazione) per la comunicazione sicura tra le applicazioni di emissione e la smart card, e ha realizzato gran parte della piattaforma di emissione e le procedure usate durante l’installazione dei servizi. Infine ha fornito il proprio prodotto DIR-X, leader nel mercato mondiale dei directory-server.
Anche il Ministero dell’Interno presenta, nel classico linguaggio burocratico, la nuova carta di identità: “I documenti identificativi di ultima generazione sono prodotti dall’Istituto Poligrafico dello Stato e rilasciati da ciascun Comune di residenza. Con immediata visibilità e memorizzati con modalità informatiche di sicurezza, la Carta di Identità Elettronica (C.I.E.) e il D.I.E. (Documento di Identità Elettronica per i minori di 15 anni) devono contenere:
a) i dati identificativi della persona;
b) il codice fiscale;
c) i dati di residenza;
d) la cittadinanza;
e) la fotografia;
f) l’indicazione eventuale di non validità ai fini dell’espatrio;
g) il codice numerico identificativo del documento, il codice del Comune di rilascio, la data del rilascio e la data di scadenza;
h) la sottoscrizione del titolare o di uno degli esercenti la potestà paterna o materna o la tutela.
La C.I.E. e il D.I.E. hanno validità 5 anni. Il D.I.E., se munito di fotografia del titolare, ha validità di 2 anni. Il rinnovo è facoltativo. Se non rinnovato il D.I.E. conserva validità solo
quale documento di attribuzione del codice fiscale.
La C.I.E. è titolo valido per l’espatrio, anche per motivi di lavoro negli Stati membri dell’Unione Europea e in quelli con i quali sono in vigore specifici accordi internazionali. Se munito di fotografia del titolare, il D.I.E. consente l’espatrio del minore di età inferiore ai 10 anni. Se rilasciato senza fotografia esso non è valido per l’espatrio. La carta di identità elettronica e il documento di identità elettronica sono rilasciati dal Comune di iscrizione all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.).
Sono previste procedure di interdizione, da parte del Ministero dell’Interno, dell’operatività dei documenti elettronici smarriti o rubati. La C.I.E. può contenere le informazioni occorrenti per la firma digitale nonché gli elementi necessari per generare la chiave biometrica. La C.I.E. e il D.I.E. possono contenere i dati desunti dalle liste elettorali nonché i dati amministrativi del Servizio Sanitario Nazionale.
Questi ultimi, nel caso abbiano natura sensibile, possono essere inseriti unicamente su richiesta dell’interessato.
La C.I.E. può essere utilizzata per il trasferimento elettronico di pagamenti tra soggetti privati e Pubblica Amministrazione, previe intese con i Comuni interessati.
Si potranno così pagare multe, ticket sanitari e altro. Costituito da una carta in plastica, il documento è stampato con le tecniche tipiche della produzione di carte valori, è dotato di una banda ottica a lettura laser per la memorizzazione, con modalità informatiche, dei dati riportati graficamente, nonché di un microprocessore per la memorizzazione della carta-servizi.
Gli elementi fisici di sicurezza del documento elettronico consentono il controllo dell’autenticità del documento visivamente e mediante strumenti portatili e di laboratorio. La carta di identificazione costa ai Comuni 12 € in luogo delle attuali 5. Ciascuna amministrazione stabilirà il costo per i cittadini”. C’è da aggiungere che tutte le strutture delle forze dell’ordine saranno dotate di dispositivi in grado di “leggere” sul computer quanto è contenuto nella banda ottica. Per le auto-pattuglie di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale, si sta pensando invece a una soluzione più agile, un visualizzatore che decifrerà l’ologramma”‘ stampato sulla carta di identità, che contiene sia la fotografia che l’impronta digitale.
Con la carta di identità elettronica sarà anche possibile velocizzare tutte le operazioni che riguardano l’anagrafe (variazioni per nascita, decesso e cambio di indirizzo), grazie al Sistema di Accesso e Interscambio Anagrafico (SAIA) ancitel-punto-it.
E un progetto, già operativo, di Ancitel. L’obiettivo è collegare in rete le informazioni anagrafiche gestite dai Comuni con quelle in possesso degli altri enti pubblici. Con Saia sarà dunque possibile inoltrare per via telematica, anche su richiesta del cittadino, i dati contenuti negli archivi comunali. Le interrogazioni sull’archivio anagrafico, per la consultazione e la stampa di certificati, potranno essere fatte anche tramite Internet, grazie alla nuova carta di identità. Le amministrazioni coinvolte sono l’INPS, per le variazioni anagrafiche provenienti dai comuni e le informazioni ospitate nell’archivio pensionati e dipendenti; ASL e Ministero della Sanità, per l’aggiornamento delle anagrafi degli assistiti e per il controllo amministrativo dell’erogazione dell’assistenza sanitaria; Ministero dei Trasporti e Pubblico Registro Automobilistico, per le informazioni di variazione di residenza degli intestatari di veicoli e patenti; Ministero della Difesa, per le variazioni anagrafiche di tutti i soggetti interessati alla leva militare.

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