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Ipertrofia Prostatica Benigna: sintomi e rimedi

L’ipertrofia prostatica benigna (Ipb) consiste nell’ingrossamento della prostata e si manifesta soprattutto negli uomini ultracinquantenni. Sulle cause di questo disturbo si stanno ancora effettuando studi e ricerche, ma ad oggi l’insorgenza dell’Ipb appare soprattutto legata alla variazione dell’equilibrio ormonale e, in particolare, ai cambiamenti nel livello di testosterone.
Ma come si fa a capire se si è soggetti a Ipb?
Partiamo col dire che i sintomi nell’Ipb non sono necessari, nel senso che ci può essere un ingrossamento della prostata asintomatico. Tuttavia, molto spesso, a tale ingrossamento si accompagnano dei sintomi ben precisi.
Tra questi vi sono:
– Una difficoltà ad urinare dovuta alla compressione dell’uretra determinata dall’ingrossamento della prostata; questa compressione fa si che la vescica sia obbligata a un lavoro più oneroso del solito per espellere l’urina, e questo maggior onere di lavoro con il tempo rischia di rendere meno efficiente l’attività della vescica, che fa fatica a svuotarsi del tutto, lasciando in essa dei residui che possono provocare l’insorgere di infezioni o calcoli.
– Stimolo impellente a urinare con una frequente minzione sia diurna che notturna.
– Uno sgocciolamento di urina alla fine del processo di minzione.
– Una sensazione di non completo svuotamento della vescica.
– Ritenzione acuta di urina, che si può verificare nei casi più gravi.
Se una persona prova uno di questi sintomi, può fare degli esami per vedere se effettivamente gli viene diagnosticata l’Ipb.
Solitamente gli esami che si possono fare per capire se si è affetti a Ipb sono:
– L’esplorazione rettale
– L’ecografia transrettale
– La flussometria urinaria.
Se viene diagnosticata una Ipb, per curarla si possono seguire diverse strade, che vanno dalle terapie farmacologiche agli interventi più innovativi con il laser.
Le terapie farmacologiche di solito si fondano su due tipi di farmaci:
1. Gli inibitori della 5α-reduttasi, che contribuiscono a rendere inattivi gli enzimi che permettono la trasformazione del testosterone in diidrotestosterone (Dht), responsabile dell’ingrossamento della prostata; per completezza d’informazione è importante dire che tra le controindicazioni provate da questi tipi di farmaci vi sono l’impotenza e una diminuzione del desiderio sessuale, anche se tali controindicazioni sono state riscontrate solo rispettivamente nell’1% e nel 2% dei casi.
2. Gli alfa bloccanti, che contribuiscono a rilassare il tono muscolare di vescica e prostata, rendendo migliore il flusso urinario; anche in questo caso si possono riscontrare degli effetti collaterali che possono andare dalle vertigini all’ipotensione ortostatica e all’astenia.
Oltre a questi tipi di farmaci vi sono anche degli integratori alimentari, come l’Idiprost, la cui composizione si basa su sostanze naturali come la serenoa repens, e che grazie all’azione sinergica dei loro componenti contribuiscono al miglioramento dei processi ipertrofici-iperplasici della ghiandola prostatica, responsabili dei sintomi irritativi ed ostruttivi dell’ipb.
Nel caso in cui i farmaci o gli integratori alimentari non dovessero essere sufficienti, è possibile ricorrere a un’operazione chirurgica, che può essere fatta o con un metodo tradizionale, eseguito in anestesia spinale, chiamato Turp, che consiste nella resezione endoscopica della prostata, o con un metodo più innovativo, imperniato sull’utilizzo del laser. Una novità recente in questo senso è il trattamento chirurgico noto come Laser al Tullio.
Si tratta di un intervento mini-invasivo che non richiede incisioni chirurgiche, durante il quale una sonda laser viene inserita attraverso il pene mediante uno strumento chiamato “resettoscopio”; il laser riduce la parte aumentata della prostata in piccoli frammenti che poi vengono aspirati dal resettoscopio.
Altre tecniche innovative sono il trattamento con il device UroLift (UroLift®, Neotract,USA), che si può applicare in anestesia locale ed in regime di day-surgery, e il trattamento con Greenlight Laser, che dura meno di un’ ora, viene fatto in anestesia locale (spinale) e con il ricovero di una sola notte, e utilizza un laser potente al tribolato di litio, che vaporizza con precisione millimetrica solo l’eccesso di tessuto prostatico, trasformandolo in bollicine di vapore.

Ad ogni modo, il consiglio più importante da dare a chi soffre di Ipb, è quello di farsi seguire da un valido urologo in tutte le fasi del trattamento del disturbo, dalla diagnosi alla cura, e farsi consigliare la soluzione più adatta al proprio stato di salute e alle proprie condizioni fisiche.

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