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Fecondazione assistita, una speranza concreta

La fecondazione assistita è un insieme di diverse tecniche che aiutano le coppie a concepire un figlio in caso di infertilità.

Il mondo della fecondazione assistita si divide in due grandi famiglie: la fecondazione omologa e la fecondazione eterologa. Si parla di fecondazione omologa quando il seme e l’ovulo appartengono ai genitori del nascituro, di fecondazione eterologa se il seme o l’ovulo provengono da una donazione di spermatozoi o di uova.


La fecondazione eterologa è una risorsa preziosa, spesso l’unica, per chi desidera un figlio ma è affetto da gravi patologie geneticamente trasmissibili, o è diventato infertile in seguito a malattie e interventi chirurgici.
L’ovodonazione, applicata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1983, è oggi largamente diffusa in tutto il mondo ed è considerata la tecnica di scelta quando sono presenti le seguenti condizioni: disgenesia ovarica (malformazione congenita), asportazione chirurgica di ambedue le ovaie, chemioterapia o radioterapia della pelvi femminile, terapia di malattie tumorali, menopausa precoce, in cui si assiste al prematuro esaurimento della funzione ovarica, malattie genetiche,
sviluppo ripetuto di embrioni patologici in corso di FIVET – ICSI, ripetuto fallimento di fertilizzazioni in corso di FIVET – ICSI, ripetuti test di gravidanza negativi dopo transfer di embrioni di buona qualità.
In Italia la legge 40, entrata in vigore nel 2004, permette la fecondazione assistita omologa solo alle coppie eterosessuali con problemi di infertilità non risolvibili con altre tecniche.
E di fatto vieta la fecondazione eterologa. Dall’entrata in vigore della legge 40 sempre più coppie italiane con problemi di fertilità si sono rivolte ai centri specializzati nella fecondazione assistita eterologa presenti all’estero, nei Paesi dove questa pratica è consentita.
L’Italia rappresenta un’eccezione assoluta a livello europeo; quasi tutti i Paesi aderenti all’Unione, infatti, consentono legalmente la fecondazione eterologa sul loro territorio.

I dati raccolti dall’ ESHRE (European Society of Human Reproduction and Embryology) utilizzando questionari anonimi consegnati in 44 centri di Spagna, Svizzera, Belgio, Slovenia, Repubblica Ceca e Danimarca hanno permesso di stabilire che circa 25mila coppie ogni anno “migrano” in Europa. In Italia se ne stimano almeno 10mila. Si tratta di coppie eterosessuali, sposate, nella maggioranza dei casi (82%), o stabilmente conviventi (18%).

Negli anni scorsi il dibattito sulla legge 40 è passato dall’intimità delle case alle strade e le piazze; oggi approda alle aule dei tribunali di mezza Italia. I primi due casi risalgono agli ultimi mesi del 2010. A Firenze e Catania è stato accolto il ricorso di una coppia colpita da sterilità che si appellava ad una sentenza della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.

A questi primi riconoscimenti si aggiunge il più recente, datato 7 febbraio 2010.
In quell’occasione il tribunale di Milano ha ipotizzato l’incostituzionalità della legge 40, perchè “non garantisce il diritto fondamentale alla piena realizzazione della vita privata familiare” alle “coppie cui viene diagnosticato un quadro clinico di sterilità irreversibile”.

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