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L’altra cosa – di Ghassan Kanafani

Cicorivolta Edizioni pubblica quest’anno un’opera di Ghassan Kanafani, La traduzione dall’arabo è stata affidata a Federica Pistono.
Il romanzo narra la storia di un avvocato accusato dell’omicidio di una donna e si svolge in un imprecisato paese mediorientale, negli anni Sessanta. Durante lo svolgimento del processo il protagonista si chiude in un inspiegabile silenzio, rifiutando di difendersi. Viene riconosciuto colpevole e quindi condannato a morte. Prima che la sentenza venga eseguita scrive un memoriale alla moglie in cui racconta la propria verità sul delitto.

Il romanzo “L’altra cosa” fu pubblicato per la prima volta a partire dal giugno del 1966 sulla rivista settimanale “al-Hawadith” a Beirut in nove puntate, con il titolo “Chi ha ucciso Layla al-Hayak?”.
Kanafani non pensò mai a pubblicare il romanzo in un libro a sé stante, forse a causa del cambiamento della situazione politica dopo la guerra del 1967.
Il regista Samir Nasri ha tratto da questo libro un film con diversi attori: Randa, Muna Sa‘ad, Walid Khatir, Rashid ‘Alama.

“L’altra cosa” si presenta apparentemente come un giallo: una novità per l’autore Kanafani, che non ha trattato il genere poliziesco nella produzione precedente né in quella successiva.
L’autore si serve del protagonista, un avvocato senza volontà di difendersi, per conferire un’impronta poliziesca ad una storia che in realtà presenta contenuti e riferimenti di carattere psicologico e filosofico. Non si tratta infatti di un classico romanzo giallo che termini con la scoperta del colpevole e il trionfo della giustizia né di una storia che si limiti ad esplorare il fenomeno del crimine. Kanafani prende semplicemente spunto da un delitto oscuro e misterioso per toccare i temi fondamentali della vita: l’amore, il matrimonio, la giustizia, il tradimento, presentati dal particolare punto di vista dell’imputato-vittima.

Il romanzo è dunque un tentativo di analisi delle problematiche esistenziali alla luce dell’incapacità umana di scoprire la verità e dell’umana impotenza di fronte alla casualità e alle circostanze avverse: l’imputato-vittima non cerca neppure di difendersi, consapevole dell’inutilità di tale difesa. Più che come un viaggio alla scoperta dell’assassino il romanzo si connota dunque come un viaggio nella mente del protagonista.
Questo libro si distacca, ad una prima impressione, dalla produzione letteraria di Kanafani, allontanandosi dalla questione palestinese, sfondo della maggior parte delle altre opere, per affrontare le tematiche del crimine, del sesso, della paura e della morte.

Il finale lascia il lettore interdetto, pieno di dubbi e di domande: questo è infatti un giallo che non rispetta le regole classiche del romanzo poliziesco, presentandosi come un libro di riflessioni e di pensieri, piuttosto che come un libro di soli fatti, ricollegandosi sottilmente a un certo aspetto della letteratura di Kanafani, quello volto ad illustrare l’angoscia, il disagio, l’impotenza dell’uomo di fronte al caso, la percezione di un destino tanto atroce quanto ineluttabile.
Salih, il protagonista, è un personaggio affascinante e complesso. All’inizio della storia si presenta come un uomo fortunato e brillante, in grado di condurre con successo la propria esistenza.
Ma un gorgo oscuro sembra travolgerlo dal momento in cui incontra Layla, per inghiottirlo definitivamente dopo l’omicidio, nel corso dell’istruttoria e del dibattimento.
Si ha l’impressione che qualcosa, nella mente del protagonista, ad un certo punto si inceppi: durante l’inchiesta, quando vede alle spalle dei giudici un demone ghignante e, ancor più, nel momento decisivo del processo, quando, commosso dalle suppliche della moglie, sembra decidersi a parlare, ma viene messo a tacere per sempre dal fantasma di Layla che lo avvolge nel suo abbraccio mortale. Salih si trasforma, a poco a poco, in un inetto che, almeno apparentemente, si trascina abulico e silenzioso fino all’ineluttabile condanna. La sua condizione psicologica è arricchita dalla consapevolezza lucida della propria innocenza da un lato e dal rifiuto di agire, dall’altro.
Ma dietro il suo silenzio c’è realmente una scelta coraggiosa oppure c’è soltanto la follia? L’altra cosa (Chi ha ucciso Layla Al-Hayk?)
Cicorivolta Edizioni Traduzione:Federica Pistono
ISBN 978-88-97424-34-5 © 2011 – € 12,00 – pp. 151

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