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STORIA DELLE VOLTE A BOTTE: LE ORIGINI EGIZIANE

L’idea della volta, nell’uomo, nasce dalla contemplazione della natura. Osservando le grotte e le caverne, nell’antichità, ebbe origine il desiderio di imitarle. Il senso di grandezza generato dalla volta, fu poi la spinta ad utilizzare questo tipo di costruzione anche nei monumenti religiosi: sensazione di infinito che avvicinava l’uomo a Dio. La volta a botte è largamente impiegata nelle chiese, negli edifici di culto di epoche lontane sparsi in tutto il mondo: i precedenti più lontani sono legati alla produzione dei mattoni, di argilla e paglia tritata, disseccati al sole.
Esempi primitivi di volte, in tutte le forme, sono riscontrabili già nell’Egitto e nella Mesopotamia del III millennio a.C. Si pensi ai granai di Ramesseum, (il tempio funerario del Faraone Ramesse II, nel sito archeologico di Tebe, in Egitto), antichissima testimonianza di utilizzo delle volte a botte.
In seguito prese piede un’altra tecnica diffusa soprattutto in Mesopotamia, Assiria ed Egitto e successivamente nell’Oriente Bizantino, quella delle volte a botte, formate da una successione di archi inclinati composti da mattoni disposti a coltello. In questo modo era possibile realizzare volte a botte senza l’aiuto delle centine, in quanto il primo arco veniva appoggiato al muro di testa del vano da coprire e ogni arco successivo veniva sorretto dal precedente.
Fu dall’Oriente quindi che la pratica delle volte a botte giunse ai Romani e agli Etruschi, un altro interessante capitolo da scoprire.
Informazioni complete ed esaustive sulle volte possono essere reperite sul sito vompletamente dedicato: volte a stella.
Una volta a botte vera e propria ha i giunti convergenti verso un ipotetico centro, altrimenti si dovrebbe parlare di volta “impropria” (in cemento armato, in calcestruzzo, in legno, in pietre o mattoni non orientati, ecc.). Sempre in linea generale la volta a botte, come tutte le strutture voltate, nasce per coprire edifici con struttura portante in muratura e/o pietra e pertanto essa stessa ne assume il medesimo impianto strutturale. In geometria la volta a botte, come superficie, fa parte delle cosiddette superfici coniche, cioè, generata dal movimento rotatorio di una retta r, detta generatrice, intorno ad un’altra retta s, detta asse di rotazione, in generale nella condizione in cui tale rette r ed s siano, tra loro complanari. Secondo la forma planimetrica della copertura l’asse della volta a botte, sia essa cilindrica che conica, si dispone in modo che sia appartenente al piano bisettore il diedro formato da due opposte facce dell’ambiente di tale copertura. A differenza della volta a crociera non si divide in campate, quindi non ha necessità di avere un rapporto contenuto tra lunghezza e larghezza, ma può estendersi teoricamente all’infinito in lunghezza (o profondità) data una certa apertura (campo o luce).

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