Anemometro – misura della velocità dell’aria
Misura della velocità dell’aria
Essendo
caratterizzata dalla direzione e dal verso in cui avviene lo
spostamento, la velocità dell’aria è da considerarsi come una grandezza vettoriale. Questo ci porta a dire che si
possono avere variazioni di velocità sia per variazioni nella rapiditÃ
dello spostamento, sia per cambiamenti nella direzione dello stesso. La misura della velocità nell’aria deve tener conto di queste caratteristiche per poter usare lo strumento più adatto.
Dimensionalmente la velocità è equivalente a una lunghezza diviso il tempo e la
sua unità di misura nel Sistema Internazionale (SI) è il metro al
secondo [m/s] (ovviamente si può convertire il tutto in altre unità di misura come i nodi o i Km/h). La velocità istantanea in un istante t è il limite del
rapporto ∆s/∆t per ∆t tendente a zero e risulta quindi essere la
derivata prima dello spazio rispetto al tempo. In alre parole è la velocità presa in un determinato istante. Nella sua accezione
comune il termine velocità , senza ulteriori specificazioni, indica la
velocità lineare come sopra definita.
Presentiamo i due metodi di misura dell’aria più diffusi, cercando di capire quando sia megli utilizzarne uno rispetto all’altro:
- Misura con anemometro a ventolina: la spinta del fluido viene
tradotta in rotazione mediante una ventolina applicata all’anemometro. Questo tipo di strumento è
impiegato sopratutto nel campo della meteorologia e per la verifica delle
prestazioni degli impianti di climatizzazione e di condizionamento. L’anemometro portatile a
ventolina, utile anche nei laboratori, permette di rilevare la velocitÃ
istantanea dell’aria e il valore medio della velocità in un intervallo
di tempo e su più punti; sia in condotte chiuse che all’esterno delle bocchette
di areazione degli impianti di riscaldamento e di condizionamento. - Misura con anemometro a filo caldo: questo strumento di misura serve a evidenziare le
caratteristiche principali di una corrente fluida (velocità , intensità e
scala della turbolenza, vorticità , ecc.). Questo scopo viene raggiunto
misurando la quantità di calore che viene ceduta alla corrente da un
sottilissimo filo caldo percorso da corrente elettrica. Il filo caldo
trasmette calore alla corrente del fluido misurato soprattutto per convezione forzata; si
hanno però anche trasmissioni di calore per convezione libera, per
conduzione (nei supporti del filo), per irraggiamento con le pareti;
inoltre il filo è soggetto anche alle vibrazioni. Tutti questi effetti
secondari fanno si che la relazione tra quantità di calore trasmessa e
velocità della corrente debba essere determinata empiricamente, tarando
volta per volta lo strumento.