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Stufe a pellet: la corsa italiana al rinnovamento ecosostenibile

In materia di camini e stufe a pellet, i cosiddetti impianti di riscaldamento a biomasse, c’è grande fermento per l’imminente Progetto Fuoco 2016 – Mostra internazionale di impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia della combustione di legna. Giunta alla sua decima edizione, la mostra si terrà dal 24 al 28 febbraio nel quartiere fieristico di Verona Fiere.
Attorno a questa mostra ruotano manifestazioni parallele come il 4° International Pellet Forum dedicato all’incontro tra mercato italiano ed operatori internazionali: l’Italia è il Paese europeo che registra il maggior consumo domestico di pellet, in costante crescita, ed è quindi terreno fertile per il business internazionale.

Italia: al primo posto per i consumi ma indietro di 10 anni

Nonostante sia il primo Paese europeo in fatto di consumo, l’Italia è indietro di 10 anni in fatto di normativa: manca ancora l’intesa tra il ministero dell’Ambiente e il ministero dello Sviluppo economico riguardo al decreto per l’attuazione dell’art.290 del d.l. 152/2006 (Testo Unico Ambientale) per disciplinare l’installazione e la certificazione ambientale degli impianti termici domestici in base alla direttiva europea Ecodesign.
Camini e stufe a pellet saranno classificati in 5 differenti categorie, secondo i livelli di emissione ed il rendimento energetico.
Un altro ritardo italiano è quello della raccolta ed analisi dei dati. In Italia, la prima ricerca statistica risale al 2013, mentre in Germania lo studio è iniziato nel 1995 e l’Austria annualmente realizza le sue indagini statistiche su camini e stufe a pellet da 35 anni a questa parte.

Un freno per lo sviluppo tech

Le lacune normative e di ricerca statistica rallentano lo sviluppo tecnologico, essenziale per trovare soluzioni innovative perfezionando il rispetto per l’ambiente, la qualità di combustione ed un livello sempre più basso di emissioni di Pm10. Un adeguato turnover tecnologico porterebbe allo sviluppo di impianti più efficienti, ecosostenibili, meno inquinanti, sempre più compatibili con l’Internet delle Cose e con la domotica.
Se, da una parte, aumenta la richiesta di camini e stufe a pellet, dall’altra, in Italia cresce proporzionalmente la necessità di disciplinare la certificazione ambientale di questi impianti a biomasse attraverso l’approvazione di uno standard nazionale a dispetto delle attuali differenti normative regionali.
Dovremmo prendere esempio dalla Germania e dall’Austria. In Germania la BimSchV è una norma standard che fissa i limiti di emissione sul rendimento degli impianti, sul monossido di carbonio e sul particolato. Molto rigida anche l’Austria con il suo art. 15a B-VG: in questo Paese, i valori-limite per le sostanze inquinanti sono tra i più bassi in Europa. Link: www.ferramentapasserini.com

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