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Le famigerate misure “urgenti” in fatto di finanziaria, già da un paio di mesi hanno fatto calare la scure su diversi settori con tagli e controtagli alle spese e accorpamenti vari di enti. A proposito di questa riorganizzazione, si parla purtroppo più che altro di soppressione per diversi enti previdenziali tra cui Ipsema (l’Istituto di previdenza per il settore marittimo), Ispesl (Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro), Ipost (Istituto Postelegrafonici) e Enappsmad (Ente nazionale di assistenza e previdenza per i pittori e scultori, musicisti, scrittori ed autori drammatici.).L’articolo 7 del D.L. 78/2010 decreta la soppressione e incorporazione di questi enti all’Inail ed Enpals, oppure la loro “razionalizzazione” secondo criteri di concentrazione dei poteri e uniformità di azione. Se sarà un bene o un male si vedrà purtroppo solo a lungo raggio, e per ora la situazione della sicurezza lavoro, la prevenzione e il controllo sono difficili da preventivare con un cambiamento del genere. L’obiettivo è di contenere la spesa, poi ufficialmente si parla di migliorare i servizi agli utenti, di una più efficace azione amministrativa. I risultati, però, preoccupano in molti. Sarà possibile mantenere gli standard di vigilanza e sicurezza nei settori preposti a questi enti? Già la situazione di infortuni e morti sul lavoro in Italia è sempre stata critica, e il rischio della riorganizzazione è quello di trascurare la prevenzione, diminuire i controlli e magari ritrovarsi a confondere gli enti preposti o gli uffici di competenza.Definiti enti inutili, ma tanto inutili non erano, dovranno perlomeno essere ben evidenziati nelle loro funzioni nel nuovo accorpamento. Quantomeno per gli utenti, visto che il riassetto andrà ad incidere sull’orientamento di molte imprese che devono necessariamente rivolgersi alle istituzioni per conoscere le normative e le novità riguardanti sicurezza, tutela, prevenzione, consulenza valutazione rischi, adempimenti vari. Oltre a ciò, diversi enti di ricerca pubblici verranno penalizzati e ridotti a costole di ministeri e altri enti “maggiori”. Tra questi ENSE (Ente Nazionale Sementi Elette), ISAE (Istituto Studi Analisi Economica) e IAS (Istituto per gli affari sociali). Si è parlato molto dell’ISPESL (Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro) e INSEAN (Sicurezza delle Navi e Salvaguardia dell’Ambiente Marino) per il ruolo di ricerca e prevenzione, anche per la fornitura di linee guida per aziende e sindacati. Insomma, un lavoro sinergico che non si sa quanto potrà perdurare dopo lo smembramento. Un settore, quello della prevenzione rischi, che rischia – per un gioco di parole – seriamente di avere un periodo di transizione difficile, nel quale tolte diverse competenze sono in pochi a credere che il tutto possa essere supplito dal carrozzone Inail. L’intenzione ci sarebbe, visto il Polo per la sicurezza e la salute sul lavoro in progetto. Ma in questo paese fatto di buone intenzioni e pessimi risultati il dubbio si pone. Innanzitutto sarà necessario vigilare, anche su chi vigila.
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