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Nuova Zelanda, Alaska, Canada, Jackson Hole, Park City, Monaco, Tokyo, San Francisco, Mammoth. Ecco i luoghi in cui, in oltre 2 anni di riprese, Travis Rice ha radunato una crew di rider senza precedenti per realizzare quello che Curg Morgan, presidente della casa di produzione Brain Farm, ha definito “un film di snowboard epico che incontra il Pianeta Terra”. Continua Morgan: “Il film è visulamente stimolante e mette il pubblico davanti al più progressivo snowboarding della storia affiancando delle immagini di Natura da far venire i brividi.”
300 ore di riprese e 200 ore di elicottero vengono riassunte in 55 minuti di immagini al cardiopalma, accompagnate da una colonna sonora in grado di farti battere la cassa toracica.
TITA è il primo snowboard movie professionale interamente realizzato in HD: telecamere Hi Def, 35mm e Super16 sono in grado di testimoniare alla perfezione l’intraprendenza di un rider geniale come Travis Rice che, all’interno di paesaggi mozzafiato, riesce a realizzare nuovi trick (tra cui un double backside rodeo 1080) da riprendere con tecniche di ultima generazione.
“Abbiamo messo in questa produzione tutto quello che era umanamente possibile” ha detto Travis Rice, Pro-Snowboarder di fama mondiale e Co-Proprietario della casa di produzione Brain Farm. “Quiksilver e Red Bull sono salite a bordo e ci hanno aiutato incredibilmente nel raggiungimento di standard tecnici di produzione che valorizzassero ancora più la progressione sportiva che stavamo inseguendo.”
La protagonista indiscussa di TITA è la neve. Non c’era rider abbastanza talentuoso, pazzo o ispirato che potesse rubarle il primato. Distese di neve bianchissima, immacolata, eterna, soffice, corposa e leggera, ammaliante, imponente e possente, corposa, brillante, liscia. Lasciate sul comodino la sicurezza e la razionalità, i fortunati riders si sono riempiti le tasche di incoscienza, spensieratezza, amuleti porta fortuna, concentrato purissimo di follia ed elisir di lunga vita rubati agli sciamani e…ne avevano bisogno.
Arrivati sul picco della montagna ecco che, con l’innocenza di un bambino, i pionieri si lanciano sui pendii scoscesi (pendenza variabile da un minimo di 89% a un massimo di 90%). Spesso non toccano nemmeno la neve. Volano. Rimbalzano. Atterrano. Sprofondano. Sfiorano. Da arroganti invasori di luoghi sacri, si trasformano in dolci poeti di suoni, artisti di linee e simmetrie. Nulla sembra essere lasciato al caso, sembrano perfettamente padroni del loro corpo, della loro mente e della loro tavola…tutto sotto controllo, fino a quando Madama Neve stanca della loro tracotanza decide di mettere in chiaro le regole. Travolti da slavine e valanghe, arrivano in fondo. Qualche macchia rossa rovina quello splendore: il naso non ce l’ha fatta e i denti…a che servono? Ma è il prezzo da pagare per viaggio in Paradiso. Ora sono pronti per rischiare la pelle di nuovo ad altre latitudini.
Tramonti mozzafiato con colori unici da non essere neppure compresi nell’iride. La neve, dimostrando tutta la sua magnanimità, ha mostrato che dire bianco non è sufficiente: bianco latte, bianco panna, bianco ghiaccio, bianco brillante, bianco acceso, bianco sporco, bianco opaco…ogni sfumatura possibile è stata catturata dell’obiettivo. Vasti orizzonti, cieli ben più larghi di quelli a cui siamo abituati. Incantevole.
Basta cercare. E a quanto pare la ricerca giunge al termine in Alaska. La meta definitiva. L’apogeo. Il punto di non ritorno. A quanto dicono, una volta posata la tavola in queste lande, non c’è piu’ via d’uscita dalle dolci catene di Madama Neve.
Tags: movies, snowboard
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