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COME IDEARE E SCRIVERE UN CORTOMETRAGGIO – 7 di 10

LA CONTINUITA’

Ciao a tutti. Ci ritroviamo su queste pagine dopo qualche settimana di stand-by, dovuta per lo più ad un overworking davvero maiuscolo. Presto metteremo online alcuni video realizzati nelle ultime session così da completare alcune parti del sito ancora “scoperte” e renderlo perfettamente fruibile in ogni sua sezione. Inoltre stiamo progettando una serie di tutorial davvero interessanti.

Dateci tempo: ogni sito – e tanto più un blog come questo – è un’idrovora in termini di time-consuming. Ma torniamo a noi, alle nostre lezioni sulla scrittura del cortometraggio. Questa breve pausa nelle pubblicazioni ha permesso a diversi lettori di riflettere sopra gli ultimi post.

Mi sono arrivate parecchie mail di persone che chiedevano l’approfondimento di aspetti particolari della produzione: dalla progettazione di uno storyboard, al decopuage, alle tecniche di lightning per le nuove reflex dslr. Vi racconteremo tutto appena ci sarà tempo e modo.

Continuate a farmi avere le vostre idee e le vostre proposte. Intanto ci occupiamo di continuità, argomento caldeggiato anche dalla mail di Vittorio Nativi di Asti.

Ricordate le due regole auree di cui abbiamo parlato? La prima riguardava l’importanza della pre-produzione. La seconda invece era a proposito della necessità di modificare il proprio approccio mentale alla materia filmica, così da ottenere risultati non soltanto intellettualmente pertinenti ma pure avvincenti dal punto di vista estetico. A queste due regole se ne aggiunge una terza:

Regola aurea n° 3: l’essenza del cinema sta tutta nel controllo della luce e dei raccordi.

Luce e raccordi sono le pietre ortogonali su cui si basano i film. Intuire, delineare, perfezionare l’uso e la gestione di questi due elementi significa possedere le chiavi del racconto, indipendentemente dal tema, dal modulo narrativo, dagli strumenti utilizzati per perseguirlo.

Ma se della luce parleremo più avanti – con una sezione del sito dedicata all’argomento – in merito ai raccordi possiamo affrontare fin da subito questo argomento, perlomeno nei suoi tratti più generali.

Il raccordo è il momento di passaggio da un’inquadratura all’altra. Si tratta di un istante dove ci si gioca tutto. I bravi editor sono soliti sostenere che esiste un solo fotogramma – uno solo – dove lo stacco tra inquadrature è davvero possibile. Saperlo rintracciare è un’arte, e non solo come modo di dire. Le tecniche per individuare il raccordo perfetto sono molte, ma lo sviluppo di una percezione davvero elevata è solo questione di allenamento e studio.

I raccordi compongono la narrazione e la rendono fluida, senza scossoni, senza cambi repentini che comprometterebbero lo svolgimento della vicenda. Per comporre l’alchimia di un’immagine che diventa emozione, insomma, bisogna attingere a quella pratica che regola lo svolgersi delle immagini e disciplina lo scorrere delle inquadrature: la continuità.

Leggi il seguito su: http://www.thomasgraziani.com/articoli-editing-compositing-teoria-del-cinema/come-ideare-e-scrivere-un-cortometraggio-7-di-10

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