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Dal cibo al marketing: nuove strategie sostenibili per salvare il pianeta

Uno dei massimi esperti sulle variazioni climatiche,l’economista britannico Lord Stern, consiglia la dieta vegetariana per evitare l’aggravarsi del riscaldamento del pianeta. Con il green food non si sprecano risorse.

La temperatura media del pianeta è aumentata di circa 0,76° C dalla fine del XIX° secolo: sono dati ricavati dal Rapporto 2007 del Comitato Intergovernativo sul Cambiamento Climatico, nel quale si apprende che, sulla base delle tendenze attuali di emissione dei gas serra, si prevede un ulteriore aumento della temperatura media terrestre (tra 1,1 e 6,4°C) nel corso di questo secolo. Il conseguente cambiamento del clima comporterà vari problemi alla salute dell’uomo e a quella dell’ambiente.

ECOLOGIA E DIETA
Tutti vegetariani per aiutare la terra: lo afferma l’economista Lord Nicholas Stern, autore del best seller ‘Un piano per salvare il pianeta’ e del rapporto Stern 2006. Egli sostiene, in un articolo pubblicato dal Times, che se veramente e responsabilmente vogliamo salvare il pianeta dal riscaldamento climatico, dobbiamo diventare tutti vegetariani, o quasi. Infatti: "Gli allevamenti determinano uno sciupio enorme di acqua e producono una quantità altissima di gas effetto serra. Sono uno spreco immenso delle risorse del pianeta. Una dieta vegetariana è decisamente migliore".

CONSUMI RESPONSABILI
Sarebbe essenziale, secondo Stern, un impegno comune per un deciso aumento dei prezzi per quanto riguarda i prodotti alimentari che hanno un influsso negativo sull’ambiente.
"Da quando ero studente ad oggi l’atteggiamento nei confronti del bere o della guida è cambiato radicalmente, la gente ha cambiato idea su ciò che è o meno responsabile. Adesso tutti dovranno chiedersi sempre di più di quanta ‘anidride’ è responsabile il cibo che mangiano".

EVITARE GLI SPRECHI
Anche chi preferisce non essere vegetariano deve comunque fare attenzione ad evitare sprechi alimentari. Un’indagine ADOC (Associazione per la Difesa e l’Orintamento dei Consumatori) evidenzia gli sprechi alimentari degli italiani: ogni anno si buttano in pattumiera, in media, 561 euro (il 10% della spesa totale effettuata). Un “lusso che non possiamo permetterci” dice Carlo Pileri, Presidente Adoc.

 Il marketing può  contribuire a ‘vendere’ nuovi stili di vita, una funzione quanto mai necessaria oggi, di fronte all’urgenza di limitare gli effetti di un cambiamento climatico. Il green marketing è un modello innovativo al quale è necessario fare riferimento.Anche lo shopping (abiti, accessori, oggetti per la casa) è spesso
un’abitudine che include lo spreco. Si compera e poi, spesso, non si
usa e si getta. Nella Swap Boutique di Atelier del Riciclo s’impara,
divertendosi, a mettere ‘in circolo’ parte del proprio guardaroba non
utilizzato per scambiarlo con altri capi che ci piacciono.

In Green Marketing. Il Manifesto di John Grant (Francesco Brioschi Editore, edizione italiana a cura di Antonella Carù) vengono esposte le idee con le quali deve necessariamente dirigersi lo studio sul mercato. Il problema del consumo è stato quello di aver ecceduto le reali possibilità di spesa delle famiglie, in particolare negli USA. Del resto, per uscire dalla crisi occorre consumare. Gli anni passati sono stati caratterizzati da un consumo compulsivo e oggi occorre capire come è cambiata questa modalità.

IL RUOLO DEL MARKETING
E’ fondamentale, per supportare la creazione di valore non solo per i clienti ma anche per la società. Oggi cresce la volontà di adottare scelte consapevoli di consumo, in cui trovano spazio il risparmio, l’attenzione al riutilizzo e al riciclo dei prodotti. Il consumo può comprendere scelte ideologiche forti: filosofia green, sostenibilità ambientali, attenzione agli aspetti etici. Ecologia e marketing possono remare una contro l’altro, ma non sempre sono in opposizione. Il marketing può contribuire a ‘vendere’ nuovi stili di vita.

STRATEGIA VERDE
La strategia finale del green marketing consiste nel fornire alternative praticabili e attraenti agli attuali schemi di consumo non sostenibili… Non si tratta di auto-flaggellarsi – scrive John Grant – ma di inventare modi di vivere migliori. E probabilmente anche più felici. Insomma, l’edonismo sostenibile è una realtà che si può testare anche nel piacere di uno shopping diverso, come avviene nella Swap Boutique di Atelier del Riciclo. Un passaggio centrale è convincere la gente a dare valore alle cose e a usarle più a lungo. Un altro consiste invece nel possedere meno e condividere o noleggiare di più.

FATTI, NON SOLO PAROLE
Se sentiste le seguenti dichiarazioni da parte di due aziende, di quale vi fidereste? – ci fa riflettere Grant:
– “La nostra azienda è orgogliosa di produrre tacchini sani e di alta qualità, adottando gli standard più elevati per l’alimentazione e il benessere degli animali nel rispetto di tutte le normative e gli standard ufficiali”.
– “Stiamo trasferendo tutti i nuovi tacchini, anatre e maiali in allevamenti all’aperto”.
La prima è ricercata nell’espressione e fa appello all’emotività, ma sono solo parole… la seconda espone una politica semplice e verificabile. La sostenibilità non è una proposta ma un principio guida. Green Marketing significa agire con integrità e ribaltare molte abitudini e convinzioni consolidate.

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