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Consegnata la proposta di legge d’iniziativa popolare su rinnovabili ed efficienza energetica

Il 21 dicembre 2010 il Comitato promotore ha presentato al Parlamento la proposta di legge d’iniziativa popolare sullo “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”.
La proposta di legge è suddivisa in 4 Titoli e non mancherà di far discutere per alcune sue posizioni piuttosto nette nei confronti, ad esempio, del nucleare o della generazione di elettricità da biomassa senza cogenerazione. Sul primo argomento, infatti, la proposta di legge è molto chiara: il nucleare non solo non è considerato una fonte di energia rinnovabile ma viene definitivamente escluso dal piano energetico nazionale come fonte di energia. Altro punto molto interessante è la distinzione di energie rinnovabili sostenibili e non sostenibili. L’utilizzo di biomassa, ad esempio, per la sola generazione di energia elettrica è considerato non sostenibile e quindi al di fuori delle incentivazioni.
Altra proposta interessante è il riconoscimento dello status di pubblica utilità alla produzione di energia da fonti rinnovabili. In tale ottica le energie rinnovabili possono usufruire di agevolazioni vantaggiose sia in termini economici sia procedurali.
Nella proposta di legge vi sono anche l’obbligo per il Gestore della rete al ritiro dell’energia definita di pubblica utilità e il diritto alla certezza di un’equa remunerazione. Grazie a questa clausola colui che realizza un impianto in grado di produrre energie da fonti rinnovabili (IAFR) potrà rivendere tale energia con una tutela certamente maggiore di quella attuale. In particolare è importante l’obbligo del ritiro da parte del Gestore, obbligo che consente di superare l’attuale situazione in cui, anche in virtù di alcuni conflitti di interessi, il Gestore, di fatto, si definisce non in grado di ritirare energia se non a costi esorbitanti a causa del sovraccarico delle infrastrutture di trasformazione.
Molto interessante quanto presentato al Titolo III in tema di sviluppo di infrastrutture. L’articolo 10 prevede esplicitamente lo sviluppo e l’adeguamento della rete elettrica nell’ottica dell’agevolazione al ritiro di energia prodotta da fonti rinnovabili, superando quindi le problematiche accennate sopra. L’articolo 11 prevede lo sviluppo di apposite infrastrutture per il teleriscaldamento che consentano di recuperare l’energia termica prodotta dai sistemi di generazione elettrica, aumentando quindi il rendimento complessivo degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e, soprattutto, la loro sostenibilità. L’articolo 13 prevede invece lo sviluppo di sistemi di accumulo di energia.
Ultimo commento in generale è l’aver unificato il discorso sugli impianti alimentati da fonti di energia rinnovabili e gli aspetti di efficienza energetica e salvaguardia del clima. Questa unicità d’intenti, sebbene fosse emersa in più occasioni, non è mai stata vista secondo la prospettiva corretta di un’unica risposta combinata su due fronti al problema dei rischi connessi al cambiamento climatico.
Una prima critica costruttiva che ci sentiamo di muovere alla proposta di legge è che non considera esplicitamente lo sviluppo di un’economia energetica basata sull’idrogeno come vettore. Sebbene, infatti, l’idrogeno sia citato esplicitamente tre volte, non viene indicato come un aspetto strategico dello stoccaggio e del trasporto energetico.
L’iter parlamentare sarà molto probabilmente lungo e travagliato e cercheremo di seguirlo nei prossimi mesi. Nel frattempo, per approfondimenti e aggiornamenti potete leggere questo articolo.

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