11 pittori e un poeta hanno collaborato alla realizzazione di ‘Archetipi. Libro d’artista’
Introdotto da una poesia di Arturo Schwarz, su idea del pittore simbolista Leombianchi, la pubblicazione presentata il 18 ottobre 2012 alla libreria Bocca di Milano ha raccolto 11 Archetipi grafici di altrettanti pittori, tra cui una inglese, un cinese e un islandese. Leo Nilde Carabba, Sergio Dangelo, Rebecca Forster, Ho Kan, Haukur Halldórsson, Giovanni Leombianchi, Marco Magrini, Pino Manos, Vanna Nicolotti, Roberta Rocca e Silvia Venuti hanno rappresentato graficamente il loro Archetipo interpretando il profondo del proprio essere, come alcuni di loro hanno spiegato in un’intervista rilasciata alla presentazione del libro
‘Archetipi. Libro d’artista’ è una pubblicazione di respiro internazionale che raccoglie le opere grafiche di 11 pittori italiani e stranieri e una poesia, “I miei 4 elementi” di Arturo Schwarz. L’ideata è venuta al pittore milanese Leombianchi, che ha chiamato a realizzare questa pubblicazione amici e conoscenti, che hanno interpretato il profondo del proprio sé, come il nome Archetipi indica. Ecco gli artisti che hanno collaborato a ‘Archetipi. Libro d’artista’ e i titoli delle loro opere: Leo Nilde Carabba (“Conjunctio. Gennaio 2012”), Sergio Dangelo (“In giungla”), Rebecca Forster (“Quando la Mandragola scuote le radici”), Ho Kan (“Spirito”), Haukur Halldórsson (“Loki”), Giovanni Leombianchi (“Vortice con foglia”), Marco Magrini (“Wadirum”), Pino Manos (“Luce e Tenebre”), Vanna Nicolotti (“Archè”), Roberta Rocca (“Voci misteriose del vento” ) e Silvia Venuti (“Chakra”).
La presentazione di Archetipi è avvenuta giovedì 18 ottobre 2012 (in contemporanea con l’Islanda, a cura del pittore Haukur Halldórsson) alla libreria Bocca in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, locale storico d’Italia, con il patrocinio del Ministero per i Beni Culturali e delle Attività Culturali. “Questo è un locale capace di esprimere l’unica vera continuità non solo culturale e artistica, ma anche umana e spirituale con il passato” ha dichiarato Pino Manos.
L’edizione di “Archetipi. Libro d’artista” si compone di 42 esemplari così stabiliti: 30 in numeri arabi da 1 a 30 e 12 in numeri romani da I a XII, tutti firmati dagli artisti che hanno ritoccato le immagini stampate, intervenendo con varie tecniche in ogni opera. “In questa pubblicazione finalmente il femminile ha preso piede: vi hanno partecipato 5 donne su 11 artisti” ha evidenziato Sergio Dangelo il 18 ottobre. “Come successe negli anni ’40 per un periodo e in Italia e in Francia nell’immediato dopoguerra, i più bravi pittori di oggi sono donne: il femminile in arte sta esplodendo! Le pagine di ‘Archetipi. Libro d’artista’ sono state inoltre tutte affrontate da ogni pittore utilizzando tecniche diverse: io, ad esempio, ho attaccato sul mio disegno alcune farfalline adesive che avevo sul tavolo; qualcun altro ha invece utilizzato la matita copiativa, gli spruzzi o le tinteggiature”.
Gli artisti che hanno collaborato ad Archetipi erano tutti presenti (tranne Halldòrsson) alla presentazione alla libreria Bocca e alcuni di loro hanno spiegato il significato del proprio Archetipo. “Il mio lavoro è stato realizzato tra il 2011 e il 2012, come faccio sempre a cavallo tra un anno e l’altro. L’ho chiamato ‘Conjunctio 2012’ perché da molti anni lavoro sull’incontro e l’alchimia mistica tra il maschile e il femminile. Rappresenta perciò una data della vita di questo incontro e ritengo che ogni volta che ciò accade, nasca dentro di noi un’opera creativa” ha affermato Leo Nilde Carabba. “L’archetipo è un dato fisico molto importante ed è il segnale primo di qualcosa di esistente che viene reso simbolicamente. Il mio Archetipo è solo mentale; mentre gli altri 10 artisti si sono impegnati a trattare il tema, io mi sono limitato (grazie a Leombianchi che l’ha scelto) a proporre un mio disegno. Ha forme verticali e piccole puntellature di colore perchè ho pensato alle luci serali di una giungla urbana; così ho fatto diventare questo disegno archetipicamente e esotericamente la mia pagina” ha invece spiegato Sergio Dangelo.
“Siamo tutti archetipi” ha evidenziato Ho Kan. “L’importante è individuare qualcosa di concentrato e essenziale, di universale e immenso, che per me non si trova soltanto sulla Terra ed è lo spirito… Io cerco questa strada, che è forse la più orientale. Voglio creare qualcosa di moderno e svilupparlo senza fermarmi. Per me infatti oltre l’elemento umano c’è la vita, l’infinito e lo spazio”. Pino Manos ha dichiarato, a proposito della libreria Bocca: “qua si sentono ancora i futuristi che combattevano in Galleria e questo posto mi ricorda il periodo in cui, nel ’51, sono arrivato a Milano dalla Sardegna. All’Accademia di Brera ho incontrato Sergio Dangelo insieme a Roberto Crippa e a Gianni Dova, inseparabili, oltre a Cesare Peverelli e Lucio Fontana. Era un mondo magico; andavamo da Pino La Parete in cantina, a lume di candela, con Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo e altri artisti. Eravamo rivoluzionari anche se la vera rivoluzione è in ciascuno di noi: ‘uomo conosci te stesso’ è ciò che ognuno di noi dovrebbe perseguire…”. Quindi ha raccontato la sua opera in questo modo: “il mio archetipo riguarda la luce e le tenebre, che non sono in contraddizione; la vera luce non è quella solare ma il buio, come è nella dimensione esoterica, che è uno stato di pura consapevolezza. Il buio significa infatti tornare all’origine e a ancora prima della nascita della luce, che è contenuta dentro al buio. Tutta la manifestazione è duale; dobbiamo trovare un archetipo, tornare cioè all’origine dell’essenza e a uno stato di pura consapevolezza, in cui non c’è dualità. Il lavoro che oggi l’uomo deve fare sta infatti nel passare dalla dualità all’essere; quando questo accade, l’essere umano riesce a riscattare la libertà dall’ignoranza, l’unica libertà per cui valga la pena di vivere”. Silvia Venuti ha infine illustrato con queste parole la nascita del suo archetipo Chakra: “sono un’artista figurativa ma, nel momento in cui ho pensato agli Archetipi, mi sono lasciata andare ad una forma liberatoria dell’inconscio e ho lasciato che la mano si muovesse sul foglio… Mi sono resa conto che emergevano disegni di vortici e cerchi che ho riconosciuto come chakra. Una volta rappresentati, li ho ordinati e ho messo i colori che tradizionalmente si danno a queste spirali. Mi ha molto soddisfatto creare questa ascensione che arriva fino al chakra della sommità del capo che è quello dell’illuminazione. Nello stesso tempo ho però voluto inserire questi movimenti a spirale all’interno di un universo di energie che interagiscono con questi chakra: l’uomo non è infatti isolato ma si trova all’interno di un grande complesso di vortici e vibrazioni”.