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Il fantasma mentale, la visualizzazione nel cinema

Un uomo apre una porta ed entra in una stanza.
Si tratta di un azione semplice fatta chissà quante volte nell’arco di una giornata,ma se dovessimo immaginare di raccontarla per immagini? Immaginiamo di vedere una stanza illuminata , con una porta al centro .La porta si apre e l’uomo entra. Immaginiamo altre possibilità.
Per esempio: vediamo la maniglia della porta. La maniglia ruota, la porta si apre e vediamo la mano e la cintola dei pantaloni di qualcuno che sta entrando, una musica tetra e ripetitiva… e così via!
Abbiamo appena immaginato una sequenza che potrebbe generare emozioni ( anzi le ha già generate in noi solo per averla immaginata), è un gioco che può durare all’infinito, il gioco di visualizzare un fatto , di raccontarlo per immagini, questo è il cinema!
Si trasforma qualcosa in immagini, un lavoro da alchimisti, quindi.

Space Cinema http://www.spacecinema.net/ ,nasce dall’esigenza di dare ai fruitori dell’arte cinematografica, VOI spettatori, la conoscenza del linguaggio, dell’abc, perché imparare a leggere un film è proprio come imparare a leggere un libro, un giornale , una fattura o una ricevuta., ci sono regole basi che permettono di capirlo o di , perché no!, anche criticarlo.
Avremo la possibilità di interagire nel blog , tramite la vostra risposta ai post, chat dedicate e tutti i nuovi strumenti che internet prevede, la possibilità di vedere dei cortometraggi mai visti, film mai usciti e tutto quello che non viene “ considerato” dai circuiti ufficiali, ma anche cose già viste e riviste.
Bhe ! Mi rendo conto che il materiale è enorme, ma struttureremo per ordine, dando inizio al viaggio nell’ABC del cinema di SPACE CINEMA dallo stadio iniziale, ossia a quando un film prende vita nella mente del regista o dello sceneggiatore ;
LA VISUALIZZAZIONE- il fantasma mentale
Da dove si inizia? “La visione è l’arte di vedere l’invisibile“, diceva Jonathan Swift.
Visualizzare significa proiettare un immagine su uno schermo che vediamo solo noi, creare un “fantasma mentale”.
La seconda tappa del processo di visualizzazione è quello di dare corpo a quel fantasma, trasferendolo dal piano immateriale a quello fisico, rendendolo da personale in un sogno fruibile collettivamente.
Praticamente un lavoro da stregoni.
La terza tappa consisterà nel portare a compimento , realizzarla in un procedimento visivo ( un quadro , un film, un fumetto).
La visualizzazione è comunque qualcosa di diverso dal creare un’immagine con la mente e poi duplicarla in qualche medium; è un processo più simile alla ricerca di una meta piuttosto che al tentativo di raggiungerla.La mente produce un’immagine che al momento in cui si realizza diventa qualcosa di diverso dal fantasma che l’ha generata, e gli elementi nuovi modificano e condizionano quelli esistenti, le scene di un film acquistano il loro vero significato solo quando sono in rapporto con tutti gli elementi dell’opera, cioè quando il lavoro è finito.
Il film cosa traduce in immagini e suoni? Traduce la sceneggiatura, descrizione di eventi riportata in maniera organica, eventi ed emozioni. Il compito che il regista è quello di trasferire dei contenuti da una tecnica ad un’altra tecnica. Rispondere ad una serie di domande: Cosa mostrare?Cosa non mostrare?Come ordinare le immagini? Come muoversi nell’immagine? Quali punti di vista scegliere? Quali sentimenti mostrare? Quali evocare? Quali sottolineare?…
Supponiamo..
[vimeo]http://vimeo.com/7400636[/vimeo]
L’avreste immaginata cosi? Oppure avreste dato attenzione alla persona, ai suoi pensieri,al suo dolore,ai suoi passi,
Il terreno su cui si muove è quello della “ricerca di corrispondenti“.
La scenografia meteorologia più appropriata per uno struggente addio, sarà una giornata plumbea o piena di sole? Quali sono le sensazioni che sentiamo più vicine quando pensiamo alla pioggia?…
Ci sono numerose chiavi per accedere ai complicati meccanismi della nostra percezione, compito del regista è trovare la chiave più giusta per potervi accedere, non dimenticando che non esiste un’unica chiave, l’importante è saper decifrare il risultato di accostamenti per gli scopi previsti.
Per esempio una sfrenata mazurca a commento di un immagine placida.
Il cinema, non dimentichiamo, non è sequenziale, ma prevede l’uso simultaneo del sistema dei sensi, non la loro somma.
Come i sogni anche il film fabbrica vestiti per le emozioni, e il regista è il sarto che da vita all’abito che indosserete per la durata del film o cortometraggio, in cui vi riconoscerete o meno, che vi calzerà o meno a pennello, ma che avrà ottenuto parte del suo effetto se non vi avrà lasciato indifferenti e, magari , vi avrà lasciato qualcosa sottopelle, in una profondità del vostro animo, chissà!
Come diceva qualcuno “nella ricerca espressiva per ogni domanda complessa c’è sempre una risposta semplice diretta e sbagliata”. Alla prossima! Hasta luego! http://www.spacecinema.net/

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