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I tassi d’interesse di Eurolandia posso restare all’1%, ma la liquidità che ha inondato il sistema creditizio per far fronte alla crisi dovrà essere riassorbita per tempo. La Banca centrale europea tira dritto lungo la strada della «exit strategy», senza fare sconti che tengano conto della crisi della Grecia e di una disoccupazione che resterà sopra il 10% almeno per un paio di anni.La BCE – si legge nel bollettino mensile – continuerà a sostenere il sistema creditizio, ma lo farà «tenendo comunque conto del miglioramento della situazione in atto nei mercati finanziari ed evitando distorsioni connesse al mantenimento di misure non convenzionali per un periodo di tempo eccessivo». Il membro tedesco del board Axel Weber ha anticipato ieri alla Reuters che le aste a liquidità illimitata «probabilmente saranno necessarie ancora per un po’».Secondo l’istituto i tassi di interesse di Eurolandia continuano ad essere «adeguati», in uno scenario inflazionistico moderato e in vista di una ripresa che per il 2010 proseguirà a «ritmo moderato» e «discontinuo». I dati più recenti indicano «che l’attività economica avrebbe continuato ad espandersi negli ultimi mesi del 2009 e agli inizi del 2010».La crescita dei prestiti bancari resterà «debole» nei prossimi mesi, continua la BCE. Vi è uno sfasamento temporale fra la ripresa economica e la domanda di finanziamenti. Inoltre la crescita zero dei prestiti al settore privato rispecchia «il persistente incremento della crescita dei prestiti alle famiglie, mentre per le società non finanziarie la contrazione si è ulteriormente accentuata».Ma le grandi manovre per impedire che la maxi-liquidità possa alimentare fiammate inflazionistiche sono già iniziate: «La liquidità erogata sarà riassorbita quando necessario», spiega la BCE, e già al board di marzo i banchieri centrali decideranno «come procedere nel rientro delle misure straordinarie». Una linea parallela a quella tenuta dalla Fed americana, che sta resistendo agli appelli di premi Nobel come Joseph Stiglitz e Paul Krugman, secondo i quali l’exit strategy rischia di riportarci nella recessione.La ripresa c’è – spiegano i tecnici della BCE – anche se i Sedici cresceranno «ad un ritmo moderato nel 2010» e nonostante che «il processo di ripresa possa risultare discontinuo». Per gli economisti delle banche monitorate dalla BCE la crescita dei Sedici si fermerà all’1,2% quest’anno e all’1,6% il prossimo.Le previsioni, relative al primo trimestre 2010, migliorano la precedente stima di crescita per il 2010 (che era per un +1%), mentre lasciano invariata quella per il 2011.Quanto all’inflazione, la Survey of Professional Forecasters, condotta dalla BCE fra il 15 e il 20 gennaio 2010 sulla base delle risposte di 61 previsori, si aspetta un tasso dell’1,3% nel 2010 e dell’1,5% nel 2011.Gli economisti si aspettano inoltre una disoccupazione media del 10,5% sia per il 2010, sia per il 2011, in calo all’8,6% nell’orizzonte «a più lungo termine».
Venerdì 19 febbraio, ore 18.30, per la Rassegna Un museo…
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