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Quello dell‘esclusione sociale è un tema che pochi autori contemporanei decidono di affrontare in modo leggero, ironico e, per dirla in breve, dissacrante. Ci ha pensato il quasi esordiente Massimo Piccaluga (al suo attivo ha un altro romanzo e un volume di racconti fantastici, lavori che hanno avuto il solo difetto di venire affidati al troppo profondo oceano del self publishing). Ora con l’editore ExCogita ha trovato un approdo sicuro al quale affidare i personaggi del suo ultimo lavoro. Titolo del romanzo (150 pagine in brossura, prezzo di copertina €14) è Anyway. Titolo anomalo e non privo di ambiguità: questo avverbio è il tic con cui contrappunta i suoi ragionamenti il personaggio principale del romanzo, attorno al quale ruota una sarabanda di gente, gentaglia, brava gente e gentucola, rom, grandi ricchi, carabinieri, matti, frati e dischi volanti. SIGNIFICATO DEL TITOLO Lui, imperterrito, osserva il mondo dalla sua panchina di autorecluso sociale, fa le sue considerazioni e alla fine di ogni ragionamento, pronuncia un avverbio che è il suo talismano esistenziale, Anyway; che significa: ad ogni buon conto; che significa: comunque. Lasciando ogni eventuale giudizio sia tentato di formulare, appeso all’uncino morbido di quell’avverbio paziente, tollerante, rinunciatario. INTERVISTA ALL’AUTORE: «Ho sbattuto un uomo schivo e solitario nel teatro tragicomico della vita.» -Chi è, in breve, il personaggio chiave del romanzo? È un tizio che se ne sta seduto su una panchina. Possiede solo un trolley rosso, uno zainetto e non sa nemmeno come si chiama né da dove viene e perché. -Un po’ statico, come eroe romanzesco… Il fatto è che a un certo punto, la vita agguanta questo uomo estremamente schivo e lo sbatte in mezzo a una baraonda di avventure, le più strane e pericolose. Gliene succederanno di cotte e di crude dopo l’incontro fortuito con una pittrice svizzera, che la sorte ha buttato a sua volta in mezzo alla strada, a condividere la panchina del protagonista in friendsharing. -Un romanzo sugli accattoni?. Lui non vuole niente di più di quel poco che ha. La sua filosofia di vita è riassumibile in una divagazione che prende forma nella sua mente il giorno in cui deve decidere una cosa molto importante: «Se la vita fosse una torta piena di crema in cui affondare il muso fino a star male, io continuerei a ciucciare con voluttà solo il mestolo di legno sul quale è rimasta attaccata un po’ di crosticina dolce: non mi intossicherebbe, non mi farebbe stare male e tanto basta.» -Un santo? Un èbete? Non svelo nulla di più. Anche per lui giungerà il momento della verità quando, dopo tutte le peripezie tragicomiche che lo coinvolgeranno suo malgrado, verrà a sapere, non senza sorpresa, chi è. Il romanzo è prenotabile sul sito ExCogita o in alcune librerie. I PRIMI RISCONTRI DEI LETTORI Francesca Pipitone, Radio Itaca: «Lavoro intellettualmente onesto. Senza orpelli di autocompiacimento da parte dell’autore.» Enrico Grazioli, attore e film-maker: «Complimenti, bel lavoro davvero. Mi è rimasta la voglia di leggere ancora ma era già finito!» Virginio B. Sala, docente di Editoria multimediale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Firenze: «La storia mi è parsa originale, i personaggi simpatici e la scrittura vivace e con una buona personalità. Non per fare il gioco del “somiglia a”, ma mi è venuto in mente Sandrone Dazieri.» Fabio Concato, musicista, autore e cantautore: «Mi sono letto Anyway con la stessa voracità con cui da ragazzino leggevo Diabolik.» PER SAPERNE DI PIÙ: personaggi principali. Caio: barbone e poeta, crede che le parole siano insetti velocissimi che sgorgano dalla bocca e che solo un bloc notes riesca a spiaccicare sulla carta: «Ma solo se sei veloce e se hai del culo.» Merdazzone Tondo: disco luminoso che incombe sulla testa di Caio ogni qual volta il poveretto è vittima di una forma assai anomala di epilessia. Maria Zeller, ex pittrice elevetica di fama, inventrice di una tecnica figurativa nota come ispirazione transmaterico-implosiva, ex tossica, amica per la pelle di Caio. Insaziabile divoratrice di babà. Dottor Amilcare (padrone della città): colombo bianco munito di 42 penne caudali che con immensa vanagloria, spesso dispone a raggiera. Fuggito dal cappello di un prestigiatore, diventa chissà perché il segnalatore esistenziale di Caio perché lui, da bravo poeta, crede nei segni. Alain Thurnbull: studente liceale, giovane promessa della letteratura. Sa tutto su E.A.Poe e su Charles Dickens. Ricco di famiglia e amico di Caio. Di lui qualcuno dice che soffra di disturbo bipolare grave… Horace Thurnbull: ex gallerista d’arte ginevrino, maneggione, gaglioffo, ricco da far paura e padre di Alain. Leka e Vasilij: nomadi buoni e intelligenti. Cedric e Fedric: nomadi cattivi e stupidi. Si rendono responsabili di un rapimento. Father Cecil: grosso fratacchione cappuccino. Detesta il saio e dirige la mensa dei poveri con una ben poco rigorosa applicazione dei testi sacri. Ottaviano Pascaleo: pezzo da novanta della ‘ndrangheta calabrese. Vive a Bogotà. Compra e rivende azioni, si intende di finanza, blue chips, titoli atipici ma rimpiange i bei tempi di gioventù, quando in Aspromonte portava scodelle di sbobba al sequestrato di turno. Stelio Chattanooga: pericoloso delinquente di belle maniere e di aspetto aristocratico. Braccio esecutivo di Pascaleo. Tenente Ugo Manferri, colonnello Dionigi Caccianino, maresciallo maggiore Sandro Guastamacchia: Carabinieri. Lince: blindato leggero multiruolo largamente impiegato in Afghanistan dalle truppe italiane. Signor Adone: anziano factotum dell’associazione per malati psichici “Tendiamoci la mano”. Fuma sigarette in quantità industriale pur avendo due by-pass aorto-coronarici. Delphine Martigny: madre prima degenere e poi lravvedutasi di Alain.
Tags: Enrico Grazioli, esclusione sociale, ExCogita editore, Fabio Concato, Francesca Pipitone, massimo piccaluga, narrativa italiana, romanzo Anyway
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