Per l’anima di zia Ignazia Un’inchesta del Maresciallo Pelissero Andrea Pedrana Prefazione di Davide Di Leo (Boosta) fbe-edizioni Un libro che si ispira all’Italia criminale e violenta di fine anni Settanta. Torino: le organizzazioni malavitose si contendono il mercato della droga senza esclusioni di colpi. Un racconto dai tratti forti e dallo stile immediato e realistico. Un poliziesco con forte ironia per capire l’Italia di oggi e di ieri. Da metà Aprile in libreria

Forse era anche un potente suo padre; di certo, un duro.
L’anno in cui uscì il modello della fiat Centrotrenta, nel quartiere accadde un fatto curioso. Era un sabato mattina e nella Sciangai di Torino arrivarono delle bisarche cariche di auto nuove di pacca. Vetture tutte uguali, una decina di Centotrenta grigie con gli interni in pelle. Macchinoni fiammanti, enormi agli occhi di un bambino.
Mario Coniglio guardava trasecolato Santo Macrì ordinare ai suoi uomini di disporre con cura le ammiraglie nel piccolo piazzale. Una mezz’ora dopo, spuntò altra gente alla spicciolata, famiglie intere. Erano tutti ben vestiti: cravatte scure gli uomini, foulard colorati le donne, pantaloncini all’inglese i bambini….

…Tarcisio, detto “Torta” dagli intimi, era il generale delle Vallette. Il braccio esecutivo. L’ordine. Con il suo fisico e il suo coraggio incuteva terrore e rispetto. Adorava il gelato al pistacchio della cremeria Silvano e i bambini.
Tutto il resto era polvere. Si spostava su una Kawasaki 750. Sotto il sedile, la fida 7,65 Parabellum di cui era orgoglioso, perché a regalargliela era stato Adriano Rovoletto. Un giorno la moto si schiantò contro un platano. Torta si fece venti giorni di coma. Uscì dopo due mesi dall’ospedale che non era più lui. Per sei mesi non disse una parola, poi cominciò a raccontare a tutti di strane visioni e incubi pieni di marziani, di suo fratello, di un morto sepolto in collina e di tante altre brutte cose…