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Tiziano Terzani ed i suoi Libri nella Nuova Collana del Corriere della Sera

Breve Storia di un Grande Giornalista
Terzani nasce a Firenze nel quartiere Monticelli, il 14 settembre 1938 da genitori appartenenti alla classe operaia. Il padre Gerardo, era meccanico con una piccola officina a Firenze, la madre Lina Venturi, faceva cappelli per una sartoria. Con la massima semplicità essi gli inculcarono nobili principi e l’infanzia passò fra ristrettezze economiche, ma Tiziano mostrò sempre un’acuta intelligenza e un grande desiderio di studiare. Il desiderio di evadere, però, da quella realtà quotidiana lo portarono ben presto a girare il mondo. Infatti, dopo essersi diplomato con il massimo dei voti, era pronto a entrare a lavorare in banca, ma lui capì subito che quel posto andava contro il suo carattere. Tenta, allora, di essere ammesso al prestigioso Collegio Medico-Giuridico della Scuola Normale Superiore dell’Università di Pisa, oggi Scuola Superiore Sant’Anna di Studi Avanzati, una delle eccellenze nel panorama universitario italiano. Entra, ha come compagno di corso Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio,e si laurea in giurisprudenza nel 1961. Una serie di problemi famigliari lo costringono però a rivedere i suoi propositi, e senza soldi, è costretto ad accettare la proposta di lavoro della Olivetti. Alla Olivetti fa carriera rapidamente: inizia dalla catena di montaggio, passa alle vendite porta a porta, poi all’ufficio personale, qui ha un buon incarico che gli piace, deve viaggiare in Europa e nel resto del mondo per assumere laureati per le varie filiali, ed uno dei vari benefit aziendali gli permette di avere la moglie al suo fianco. Si sposa con Angela Staude il 27 novembre 1962, di origine tedesca ma nata nel 1939 in Italia, a Firenze, dove la famiglia si era trasferita. Il padre di lei è il pittore Hans-Joachim e la madre l’architetto Renate Moenckeberg, una famiglia che vanta fra i propri avi, tra l’altro, esploratori e accademici. Ben presto nascono i due figli, Folco e Saskia, e nel 1965, viaggia per l’azienda in molte aree del mondo. In Sud Africa comincia a scrivere per l’Astrolabio, una rivista di sinistra diretta da Ferruccio Parri, da qui affronta principalmente le tematiche dell’apartheid e dello sfruttamento sociale del continente africano. E’ durante questa collaborazione che matura la decisione di lasciare la Olivetti, di fare il giornalista e lo scrittore, esplorando attentamente il mondo, scrivendone. Lo stesso anno è in Giappone, ed è il suo primo contatto con l’Asia, un ulteriore passo verso la decisione di cambiare radicalmente lavoro, stavolta nella consapevolezza che ciò che voleva esplorare era quell’immenso continente. Dopo essere stato in Australia, in Thailandia e aver studiato, tra il 1967-69, alla Columbia University di New York, torna in Italia e comincia a lavorare come giornalista per il quotidiano il Giorno, ma nel cuore e nell’anima ha l’Asia, così bussa alla porta di molti altri giornali, sparsi un po’ in tutta Europa: ha la cultura adatta, sa parlare 5 lingue, francese, inglese, portoghese, tedesco e cinese, ma sembra che a nessuna delle principali testate europee importi qualcosa di tutto questo. Infine Der Spiegel accetta le sue proposte di collaborazione e lo manda a Singapore: ha un contratto come freelance per un anno, può aprire un ufficio, ha la copertura per tutto l’Estremo Oriente, ed è qui che Terzani si trasferisce nel 1971 portandosi dietro la moglie, Angela Staude e i loro due figli piccoli. Quando Terzani sbarca in Asia è disilluso dal capitalismo occidentale e per un qualche tempo vede la soluzione nel comunismo asiatico, ma ben presto capisce che forse non c’è nessuna soluzione, ed anche il comunismo non aveva quelle risposte che lui cercava. I reportage che invia in questo periodo, da tutti ritenuti ottimi, diventeranno poi un libro “Pelle di Leopardo. Diario vietnamita di un corrispondente di guerra 1972-1973”, in cui descrive le ultime fasi della guerra del Vietnam. Da questo momento le esperienze di Terzani in Asia sono descritte in articoli e saggi su giornali, così come nei numerosi libri che ha scritto. In un periodo in cui i giornalisti italiani erano poco conosciuti a livello mondiale, l’Italia ha avuto, grazie a Der Spiegel, un corrispondente e scrittore di primo piano sulle grandi crisi asiatiche. Alla fine della guerra del Vietnam, raggiunge Saigon da dove racconta la conquista della capitale del Vietnam da parte dei Vietcong e la fuga degli ultimi occidentali a bordo di elicotteri americani, lui rimase lì per qualche tempo, insieme a pochissimi altri giornalisti, e vide i cambiamenti che venivano apportati, descrisse come avvenne la trasformazione del paese dove esistevano industrie corrotte e città-bordello e scrisse approvandolo, sul sistema di rieducazione. Da Singapore si sposta a Hong Kong nel 1975 dove segue le notizie della Cina del dopo Mao e compie i primi viaggi nel paese. Dal 1977 segue anche cosa succede in Cambogia, prima nelle mani dei Khmer Rossi, poi invasa dal Vietnam, e non riesce nemmeno minimamente a immaginare quello che stava succedendo in Cambogia, con i milioni di persone torturate e uccise. Nel 1979 dopo quattro anni di soggiorno ad Hong Kong va a vivere in Cina, si sposta come è abituato a muoversi un occidentale, viaggia per il paese, da solo o con la famiglia, e il partito lo fa controllare ma lui sfugge spesso alla sorveglianza. Deve farlo perché vuole vedere la Cina come è realmente, e non come gliela vorrebbero far vedere e conoscere, ovvero, scopre una Cina diversa da come appare in quel periodo sui giornali, affamata, povera, distrutta dal maoismo. Il partito non è abituato a tanta libertà individuale e nel 1984 lo fa arrestare, lo accusa di attività controrivoluzionarie, viene rieducato per un mese e quindi espulso definitivamente. Il tradimento del patrimonio del paese e del suo meraviglioso passato si trova in “La Porta Proibita”, un libro molto critico sulla Cina post-maoista, ma nel 1981 scrive il libro “Olocausto in Cambogia” dove descrive il suo viaggio a Phnom Penh, dopo l’intervento vietnamita. In questo periodo rischiò di essere condannato a morte mentre cercava di documentare la nuova Cambogia democratica: I Khmer Rossi volevano ucciderlo dopo il suo arrivo nella città di confine di Poipet, gli salvò la vita la sua conoscenza della lingua cinese. Dopo l’espulsione dalla Cina, nel 1984 vive per un breve periodo a Hong Kong, poi si sposta a Tokyo dove rimase fino al 1990, ma qui è soggetto a una forte depressione e vive il suo peggior periodo professionale. Dal Giappone, comunque, segue le vicende della rivoluzione contro Marcus nelle Filippine, senza però perdere di vista il Sudest Asiatico. Nel 1988 lascia La Repubblica, a cui aveva collaborato fin dagli inizi e inizia a collaborare col Corriere della Sera. Nel settembre 1990 lascia Tokyo e si trasferisce a Bangkok,nell’estate del 1991, alla notizia del golpe contro Garbaciov si precipita a Mosca e nel 1992 seguirà la pubblicazione di “Buona notte, signor Lenin” sul crollo del sistema sovietico. Nel 1995 esce quello che è forse il libro più noto, “Un Indovino mi disse”, dove Terzani descrive i suoi viaggi in tutta l’Asia via terra e via mare, seguendo i consigli e l’avvertimento di un indovino di Hong Kong che gli aveva detto di evitare i viaggi in aereo per tutto il 1993. Un capitolo del libro è interamente dedicato a Ferdynand Ossendowski, l’Avventuriero di cui abbiamo parlato, perché naturalmente, come uomo di grande cultura quale era, ne era rimasto letteralmente affascinato. Così come rimane affascinato dalle descrizione del Barone Pazzo, la cui immagine più riuscita è certo quella che lo vede correre nella notte dentro l’imponente e rossa “Fiat” dai potenti fari accesi, con il volto tirato e i baffi alla mongola. Ma Ungern affascina anche per quella sua sovrumana ipersensibilità che gli fa riconoscere con un’occhiata i commissari politici sovietici in un gruppo di prigionieri, gli fa affrontare impavido una morte predetta e gli fa pronunciare parole profetiche: “Morirò d’una morte atroce, ma il mondo non ha mai conosciuto il terrore e il mare di sangue che vedrà adesso…” Come rimane affascinato dalle magie e le suggestioni ipnotiche di un personaggio misterioso, reale ma degno di un romanzo, come il Tushegun Lama, “non un monaco ma un guerriero e un vendicatore che fa miracoli e profezie” e che dice all’attonito Ossendowski: “Voi europei non potete ammettere che noi nomadi ignoranti possediamo i poteri della scienza del mistero”; non soltanto perché descriveva un buddhismo poco noto allora e oggi in Occidente, quello tibetano e mongolo, dei conventi, dei monaci e dei lama che vivono in zone impervie e inaccessibili, del Dio Vivente, degli intrighi politico-religiosi, delle visioni inesplicabili e delle meditazioni, ma soprattutto perché parla diffusamente della figura del Re del Mondo. Stesse storie, stesse atmosfere presenti anche in Roerich, l’Artista Mistico altrettanto amato da Terzani, che contribuirà ad incrementare il mito del centro iniziatico di Agarthi, e che nella narrativa e nella cinematografia popolare, assumerà nel novecento vari nomi e identità. Terzani assimila tutte queste conoscenze, comprende gli errori del passato e delle tante ideologie umane, acquista così una nuova visione spirituale del quotidiano, mentre il mondo sta annegando in un neo-spiritualismo da supermercato e sta al contempo dimenticando eroi tragici e grandiosi. E lui, identificandosi, forse, come l’ultimo vero avventuriero occidentale, nel 1994 si stabilisce a New Delhi, in India, con la moglie Angela, scrittrice, e i due figli, ed è questo il paese che maggiormente influirà sul suo cammino. Nell’agosto 1996, interrompendo un rapporto durato 25 anni, Terzani lascia Dier Spiegel e se ne va in pensione, nel 1998 esce “In Asia” un libro a meta’ strada fra la cronaca e la biografia, una raccolta dei suoi migliori scritti. Nel 2002 pubblica “Lettere contro la Guerra,” sull’intervento militare in Afghanistan e la guerra voluta dagli Stati Uniti contro il terrorismo. Il libro nasce come risposta alle invettive anti-islamiche pubblicate dalla giornalista e scrittrice italiana Oriana Fallaci sul quotidiano Il Corriere della Sera il 29 settembre 2001, ma lo scritto è molto forte per il suo contenuto ed è respinto da tutti gli editori nel mondo di lingua inglese. Da questo libro inizia un pellegrinaggio che lo porta a intervenire in diverse scuole e a congressi pubblici, questo è anche il periodo in cui comincia a sostenere Gino Strada ed Emergency. Ma è nel suo ultimo libro “Un Altro Giro di Giostra” (2004), che Terzani parla della sua malattia, un cancro, e che alla fine lo ha portato alla morte, ma non prima di aver viaggiato e cercato attraverso paesi e civiltà, una cura, sia essa data dalla medicina occidentale o da quella alternativa tramite una nuova visione della vita. E’ il viaggio piùdifficile da lui intrapreso, alla ricerca di una ritrovata pace interiore e che si conclude nel confinamento sulla regione montuosa dell’Himalaya nei primi anni del nuovo millennio, in una piccola capanna che affittava per meditare e lavorare sui suoi libri. Tornato in Italia, trascorse gli ultimi mesi di vita con la moglie e il figlio in Orsigna, un piccolo villaggio tra le montagne dell’Appennino in provincia di Pistoia, che egli considerava “il suo vero, ultimo amore”, e muore il 28 luglio 2004, a 66 anni. I suoi ultimi ricordi sono registrati in un’intervista per la televisione italiana dal titolo “Anam”, una parola indiana che significa letteralmente “colui senza nome”, un appellativo che gli era stato dato nel corso di un’esperienza in un ashram in India. Il suo libro testamento “La Fine e il mio Inizio” e’ stato scritto con il figlio Folco e pubblicato postumo nel marzo 2006, diverrà poi il soggetto di un film del 2011 interpretato dall’attore svizzero-tedesco Bruno Ganz, mentre il figlio Folco, dall’attore italiano Elio Germano.

La Collana del Corriere della Sera
A dieci anni dalla scomparsa, Corriere della Sera presenta l’opera completa di Tiziano Terzani raccolta nella collana ‘Tiziano Terzani, Cronache di una Vita’, la testimonianza di un indimenticabile giornalista e scrittore che, con i suoi libri, ha indagato ed è andato alla scoperta del mondo e di sé stesso. La bibliografia completa del grande giornalista e scrittore, ripercorre la sua esperienza, i viaggi nel sudest asiatico, la ricerca della verità e la scoperta del mondo. I suoi libri si leggono con passione e curiosità, a metà tra romanzi d’avventura e reportage di viaggio, e racchiudono sempre aspetti biografici che avvicinano il lettore alla personalità dell’autore, ai suoi pensieri e ai suoi dubbi. In questa collana Corriere della Sera riunisce tutti i suoi titoli dispiegando la complessità ma anche la coerenza e il filo rosso che lega le opere di Tiziano Terzani, dai reportage dai luoghi più lontani ai libri più intimi. La collana si è aperta il 28 luglio scorso con “Un Indovino mi disse”, che racconta sullo straordinario anno che Terzani passò facendo il corrispondente senza prendere l’aereo, dopo che un indovino gli aveva vaticinato che avrebbe rischiato di morire volando, occasione che lo porterà ad osservare l’amata Asia da una prospettiva nuova. Seguiranno “Un Altro Giro di Giostra”, l’ultimo libro di Tiziano Terzani che parte dalla scoperta della malattia e descrive gli ultimi viaggi da New York a sperduti paesi dell’India, fino al ritiro in un ashram nel Tamil Nadu prima, e poi sull’Himalaya; “La Fine è il mio Inizio” scritto a quattro mani con il figlio Folco; “Lettere contro la Guerra” che raccoglie alcune delle sue lettere pubblicate sul Corriere della Sera all’indomani dell’attentato del’11 settembre 2001 a New York; “La Porta Proibita” che raccoglie una serie di articoli scritti nel suo periodo trascorso in Cina; “Buonanotte Signor Lenin” che narra il viaggio di Tiziano Terzani all’interno dell’U.R.S.S. mentre è in atto la sua dissoluzione; “Pelle di Leopardo” che racconta la sua prima esperienza di testimone di guerra al suo arrivo in Vietnam nel 1972; “In Asia”, il racconto di un continente che Terzani ha raccontato vivendoci per moltissimi anni della sua vita; “Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia”, una raccolta dei suoi reportage sul Paese con alcune fotografie scattate da lui, e si conclude con il libro “Un’Idea di Destino”, composto da pagine più intime, meditazioni, lettere alla moglie e ai figli, appunti, tutti accuratamente raccolti e ordinati dall’autore stesso. I libri saranno reperibili in edicola con Corriere della Sera ogni lunedì al prezzo di € 8,90, i volumi, inoltre, sono disponibili anche in e-book sulla app per iPad Biblioteca del Corriere a € 5,99.

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