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“Il Tempo è la cosa più preziosa che l’uomo possa spendere” Teofrasto.La Fine del Tempo recensione sul capolavoro del fisico Julian Barbour. L’autore ha impiegato dieci lunghi anni di ricerche e di interviste con esponenti del mondo accademico internazionale della Fisica per scrivere quest’opera, lavorando per sopravvivere nel quotidiano, facendo traduzioni dal russo all’inglese. Questo saggio con il suo linguaggio facilmente accessibile ed il suo stile discorsivo, non è un arido trattato per gli addetti ai lavori ma un capolavoro di filosofia che ricorda la qualità della critica letteraria di Michael Foucault. Un’opera che rinnova la nostra idea dell’Universo facendoci precipitare in un abisso immenso di costruzioni subatomiche dove vivono le affascinanti strutture dei frattali che ricordano la bellissima varietà di certi fiori. Attraverso complesse rappresentazioni, riesce a dimostrare che osservando per un intervallo indefinito la sostanza di cui sono fatte le cose non esisterebbe il cambiamento perché le particelle degli istanti di tempo restano immutate in eterno. Ci sembrerà di scorgere il movimento, guardando ogni giorno scorrere la vita, ma le molecole che rappresentano e che configurano gli spazi sono le medesime di sempre. Come nebbie multicolori si sono assottigliate formando strati di maggior spessore a configurare un corpo o un oggetto o diradandosi nell’impressione del vuoto di una materia oscura. Questa nebbia è un onda di particelle infinite costituite da istanti che si sovrappongono, dando l’illusione del moto in un tempo immobile ed eterno. L’apparenza degli spostamenti della materia osservata è creata dalla nostra configurazione cerebrale che percepisce il tempo come sequenziale e questa sensazione è creata da una nostra interpretazione istantanea sulle diverse posizioni successive degli oggetti, ma è il cervello che proietta il film. Il tempo sembra scorrere nella direzione dell’entropia crescente in base al secondo principio della termodinamica o al decadimento dei kaoni ma a livello subatomico le leggi della fisica funzionano in entrambe le direzioni. Il Tempo è in realtà un’astrazione alla quale arriviamo attraverso la constatazione del mutamento e lo valutiamo in base a delle convenzioni. Nel tempo Solare è mezzogiorno quando attraversa il meridiano, in quello Siderale le stelle occupano posizioni definite l’una rispetto all’altra ed il giorno solare lo si definisce più lungo. Nella consuetudine del Tempo Inerziale bastano tre stelle per costituire un orologio di Tait mentre nel Tempo delle Effemeridi tutti i corpi del sistema solare interagiscono ed ognuno contribuisce a determinare la posizione degli altri. Per regolare le distanze tra i pianeti e stabilire una posizione, i fisici utilizzano delle coordinate che possono desumersi da misure universalmente riconosciute quali la costante della velocità della luce di Einstein, la costante gravitazionale di Newton ed il quanto di azione o costante di Planck. La luce fa 7 volte il giro del mondo in un secondo ed impiega 2,5 secondi per andare e tornare dalla Luna: mezzogiorno in punto è solo una configurazione dell’Universo. Einstein aveva dimostrato che gli osservatori in movimento reciproco non avrebbero ottenuto gli stessi valori per le distanze ed il tempo tra coppie di elementi. Spazio e Tempo sono invisibili e tutto ciò che vediamo sono gli oggetti ed i loro movimenti relativi. Ogni particella dell’Universo è la lancetta di un orologio per il movimento di altre due ricavato dalle distanze. Il Tempo è il semplificatore distinto ma bisognerebbe considerarlo come se fosse Spazio. Secondo l’autore la Creazione non ha avuto luogo in un Big Bang ma il cosmo è sempre esistito, come spiega nelle sue tabelle dalle fantastiche descrizioni che creano un simulacro di Universo che lui chiama amorevolmente Platonia. In rapporto all’equazione di Wheeler-DeWitt il Mondo è una enorme molecola in uno stato stazionario e le sue configurazioni possibili sono gli istanti di tempo. La funzione d’onda di Schrodinger ricopre tutto lo spazio delle possibili configurazioni, dove ogni punto è una conformazione dell’Universo e la stessa funzione contiene molte possibili interpretazioni o universi paralleli. Il Best Matching o la probabilità assoluta è l’unità di misura in Platonia. Non ci sono leggi ma un unica legge dell’Universo governata dalla Funzione d’Onda Universale che assegna ad ogni possibile configurazione statica una posizione in graduatoria di minore o maggiore probabilità e soltanto di quello che è probabile facciamo esperienza. Coscienza e comprensione sono sempre legate ad un breve lasso di tempo o presente apparente di circa tre secondi. Quello che ci appare come la realtà in un certo istante è il prodotto dell’elaborazione di dati che provengono da un intervallo di tempo finito. Ogni istante contiene simultaneamente istantanee che corrispondono ad un solo punto di configurazione. La Funzione d’onda ricopre tutto lo spazio delle configurazioni con storie parallele, come registrazioni, non di accesso al passato ma interpretazioni dal presente o immediato. La funzione d’onda Universale cerca le capsule temporali cioè gli istanti di tempo autocoscienti che sono entità distinte e non riconducibili ad una sequenza lineare perchè sono simultanee e contengono ciascuna la freccia del Tempo. La capsula temporale è qualsiasi configurazione fissa che crei o modifichi l’apparenza del movimento, del cambiamento o della storia come il corpo stesso dell’essere umano. L’istante non è nel tempo ma è il Tempo ad essere nell’istante. Quando la mia capsula temporale autocosciente non sarà più illuminata e cesserà di brillare, mi disperderò nel vuoto dello spazio profondo come nebbia multicolore per accendere la vita in un’altro punto dell’Universo. Non c’é un’altra esistenza dopo la morte perchè non moriremo mai. Il Paradiso è qui e per sempre. Rainbow7
Tags: Apparenza del Tempo, Fisica, Immortalità, Julian Barbour, Mondi Paralleli, Particelle, Relatività, tempo
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