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Sono molteplici i segnali che stanno indicando una svolta importante: gli italiani hanno ricominciato ad acquistare casa. Dopo una stasi durata oltre due anni, motivata dalla crisi mondiale e dalla delicata questione dei mutui subprime, il mercato immobiliare ha ripreso a muovere qualche piccolo passo, generando speranze ed aspettative molto buone.Alcune analisi mostrano, infatti, come si sia registrata una minore contrazione delle quotazion dall’inizio della crisi, pur non considerando la ripresa come uniforme e le sue modalità come equamente suddivise e condivise.Le grandi città e le metropoli urbane del Nord e del Centro riportano ovviamente i migliori risultati dell’intera penisola, mentre i capoluoghi del meridione faticano ancora nella vendita degli immobili residenziali; i principali attori di questa tendenza sono: da una parte gli investitori come, con rinnovati interessi nei confronti del mattone; dall’altra le famiglie con reddito medio alto, che sono alla ricerca di case più grandi. E’ infatti il trilocale la tipologia di casa attualmente più ambita nel nostro Paese.Le motivazioni di questa ripresa si possono ricercare in primis nel fatto che i venditori, come Kappa Immobiliare, dopo un periodo di “inattività”, hanno rivisto leggermente al ribasso i prezzi e le banche, dal canto loro, hanno allargato le possibilità di concessione dei mutui. In questo modo chi può permetterselo ha ripreso la ricerca dell’abitazione. E si tratta di un numero consistente di famiglie, stando ai dati Istat che mostrano come in Italia i nuclei familiari siano notevolmente aumentati: questo ha comportato un aumento della richiesta di abitazioni, che non trova adeguato riscontro nel numero delle case in cantiere. Un ulteriore valore positivo è rappresentato anche dall’accorciarsi dei tempi di vendita, che si sono stabiliti su una media di sei mesi.
Confedilizia valuta che tra il 2011 e il 2012 si consolideranno sia il mercato immobiliare che la ripresa momentaneamente registrata, dopo anni di prezzi in calo. Ripresa che, già lo scorso anno, si era concretizzata in aumenti dell’1-1,5% nelle grandi città. La crisi, in ogni caso, ha ribadito la prevalenza dell’acquisto della prima casa nelle tipologie di operazioni: la quota di tale motivazione sul totale delle compravendite ha oscillato negli anni attorno al 50% e, a marzo del 2011, si attesta sul 55,4%, vale a dire quasi 10 punti percentuali in più rispetto al minimo registrato a giugno del 2009. Crolla la domanda di seconde case, che rappresenta il 5,3% del totale (-5,1 punti percentuali rispetto alla quota del 10,4% registrata nel 2007), mentre la domanda di immobili residenziali per investimento è ancora piuttosto sostenuta e rappresenta il 13,3% del totale (ha perso 3,7 punti percentuali rispetto al suo massimo risalente all’inizio del 2009). Gli immobili posizionati ai piani alti, luminosi e con spazi esterni incontrano sempre il favore degli acquirenti. Al contrario, le case che non presentano queste caratteristiche, così come quelle in cattivo stato di conservazione, hanno subito discreti ribassi di prezzo.
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