No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

Il rispetto del regno animale insegnato attraverso i videogames

Gli animali hanno sempre avuto un ruolo da protagonisti nel mondo dei virtual games. I programmatori si sono sbizzarriti negli anni ad umanizzarli in personaggi antropomorfi o a prenderli in prestito da cartoni animati, fumetti e films di successo.
Recentemente, una delle tematiche affermatasi nel settore dei videogiochi é quella legata al benessere e alla salvaguardia del regno animale.
Giochi come il caro vecchio Tamagotchi (il giochino elettronico portatile nato nel 1996 da un’idea del giapponese Aki Maita) la cui finalitá era dedicarsi alle cure di un cucciolo virtuale cercando di farlo vivere il più a lungo possibile, trovano innumerevoli riadattamenti sottoforma di giochi online o da console in cui gli utenti si dilettano appunto nella cura degli amici a quattro zampe (principalmente cani e gatti).
Tuttavia le software house cercano anche di erudire i ragazzi su temi sensibili come l’estinzione o il maltrattamento, mettendo sul mercato giochi in cui l’obiettivo finale é la tutela effettiva degli animali, intesi non solo come simpatica compagnia per l’uomo, ma soprattutto come esseri viventi degni di rispetto e attenzione. La Nintendo ad esempio, é scesa in campo a favore del tema con il suo gioco “Animali in pericolo”(gioco per Wii), ultimo della serie intitolata “Pianeta da salvare”, prodotto in collaborazione con il WWF. Il giocatore viene calato nelle vesti di veterinari impegnati a salvare delfini, tartarughe, tigri e panda, in 30 distinte missioni distribuite su tutto il Pianeta.
Facendo i conti con l’evoluzione dei tempi e constatando la capillare diffusione che i giochi virtuali hanno soprattutto tra le schiere dei giovanissimi, istituzioni e associazioni di vario genere hanno supportato e incentivato questa nuova filosofia di giochi per bambini, spinte ovviamente dal mero scopo educativo.
Si pensi che, secondo le risultanze di un gioco- indagine effettuato da un’Agenzia di settore specializzata, dei bambini delle scuole elementari del lodigiano pare abbiano incontrato delle difficoltá con un puzzle elettronico in cui dovevano collocare nella giusta posizione le mammelle a una mucca: alcuni di loro si sono giustificati sostenendo che il latte viene prodotto con macchine simili a quelle per il caffè!!
Preso atto di questa e di molte altre realtá simili di educazione scorretta, é sceso in campo lo stesso Direttorato per la Salute e i Consumatori della Commissione Europea, producendo in prima persona il giochino online Farmland. E´un videogame che parla del benessere degli animali da allevamento e si divide in vari sottogiochi, ognuno dedicato a un tipo di animale da fattoria differente (maiali, galline, mucche, ecc.) o a una parte del processo produttivo (trasporto degli animali, acquisto dei prodotti finali, ecc.). E´rivolto a bambini dai 9 ai 12 anni e si ispira alle “cinque libertà” (citandole apertamente nel suo prologo) su cui si basano le normative europee che dovrebbero garantire il rispetto della salute e del benessere degli animali (1- Libertà da sete, fame e malnutrizione; 2- Libertà dai disagi; 3- Libertà dal dolore, dai maltrattamenti e dalla malattia; 4- Libertà di comportarsi secondo natura; 5- Libertà dalla paura e dalla sofferenza). Il gioco ribadisce costantemente la necessitá di rispettare gli animali in quanto esseri senzienti e mira soprattutto ad acclarare la stretta correlazione che esiste tra metodi di allevamento corretti e consumo di cibi prodotti nel rispetto delle suddette norme etiche. Un giudizio complessivo sul gioco? Di nobili e lodevoli le finalitá, ma piuttosto noioso e utopico.
Nello stesso scenario di giochi di simulazione animalisti si inserisce l’iniziativa dell’associazione americana Peta che, fedele al suo stile impattante e spesso discutibile, lancia in Internet il gioco Mama Kills Animals. Il gioco é una parodia tutt’altro che umoristica dei tanti giochi di cucina che spopolano attualmente tra i gamers: per preparare le varie ricette, nel gioco bisogna procurarsi alla “fonte”gli ingredienti (ad esempio il tacchino per il giorno del ringraziamento che va prima ucciso, poi spennato, poi svuotato delle interiora, ecc.). Pare il gioco si stia rivelando una mossa di comunicazione alquanto riuscita, poiché ne parlano tutti. Con il suo stile diretto e privo di censure mira a sensibilizzare contro la macellazione barbara degli animali, auspicando un modo più etico e moralmente più accettabile di mangiare.
Non tutti i videogiochi comunque amano gli animali. Pare esistano anche giochi cattivi, o perlomeno cosí afferma la studentessa della Massachusetts’ Academy of Notre Dame High School Breanna Lucci, che ha presenato una petizione contro la software house Activision, disgustata dal fatto che nel celebre gioco Call of Duty: World at War si debba sparare contro i cani dei tedeschi.
Esempi e pareri ce ne sono davvero per ogni gusto e le interpretazioni positive e negative possono a volte coesistere nonostante le palesi divergenze. Sostanzialmente bisogna tenere sempre in considerazione tutti quei fattori che concorrono a determinare la sensibilitá dell’utenza a cui ci si rivolge. Il principio di rispettare gli animali é un fondamento importantissimo se inculcato nelle menti giovani con esempi utili e concreti. Prezioso é sicuramente il ruolo dei genitori che dovrebbero mantenere sempre una minima vigilanza sulla formazione dei figli e aiutarli ad approcciarsi a problematiche che li accompagneranno nella vita. I gamers piú maturi dovrebbero in teoria giá avere il dono di saper distinguere il bene dal male e, quindi, di saper vivere le esperienze di gioco virtuale senza il rischio di suggestioni negative. Esistono sempre le eccezioni, ovviamente. L’unica cosa che ci si puó augurare é che il buon senso non finisca mai game over.

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing