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Roma, 06 Novembre 2015 – Il caso dell’hacking dal vivo di una jeep avvenuto pochi mesi fa e riferito da Wired ha riaperto il dibattito sulla possibilità che i sistemi informatici di cui sono dotate le auto di nuova generazione possano essere effettivamente violati. Nello specifico, la notizia riportata da Wired è stata criticata da alcune persone per il risalto sensazionalistico dato al rischio che i sistemi delle auto possano essere violati.Un dato è certo: il veicolo descritto nell’articolo di Wired è stato effettivamente violato da remoto perché qualcuno che si trovava a una notevole distanza dal veicolo ne ha preso il controllo, causando potenziali danni. E non è né laprima né l’ultima volta, né è l’unica marca di veicoli con cui è stato possibile effettuare qualcosa di simile. Alcunericerche scientifiche come “Comprehensive Experimental Analyses of Automotive Attack Surfaces” e “Fast and Vulnerable: A Story ofTelematic Failures” documentano di attacchi nei confronti di numerose vetture e di come sia possibile ottenere ilcontrollo remoto totale di una vettura. Inoltre numerosi ricercatori, come quelli del gruppo di Stefan Savage dell’UCSD di San Diego, hanno chiaramente mostrato come numerosi marchi di auto possano essere attaccati da remoto utilizzando strumenti e tecniche di carattere spiccatamente “hacking” e hanno evidenziato che molte case automobilistiche hanno intrapreso azioni volte a ridurre le vulnerabilità delle proprie vetture. Un’azione correttiva è stata ad esempio avviata da FCA (Fiat Chrysler America), la società che ha messo su strada la Jeep di cui racconta l’articolo di Wired. Tuttavia correggere queste vulnerabilità non pone fine alla storia, poiché sanare le falle in un sistema non significa che questo non sia stato violato.E’ vero che non serve utilizzare toni sensazionalistici per attirare l’attenzione sulle vulnerabilità relative alla sicurezza automobilistica e che idealmente i ricercatori devono lavorare in silenzio dietro le quinte con le case automobilistiche e i loro fornitori per risolvere i problemi più rapidamente possibile, cercando di non ripresentarli nei progetti sui prodotti futuri. Ma quando i documenti di ricerca, le dimostrazioni nei parcheggi e le azioni dirette non riescono a convincere una società a istituire misure di protezione, allora spetta ai ricercatori rompere le fila con questo approccio e dare voce ad una reale ed importante problematica di sicurezza.Per ulteriori informazioni su questa tematica è possibile leggere il post integrale di WeLiveSecurity al seguente link:http://www.welivesecurity.com/2015/10/29/great-car-hacking-debate/ ESET, fondata nel 1992, è uno dei fornitori globali di software per la sicurezza informatica di pubbliche amministrazioni, aziende e utenti privati. Il software ESET NOD32 Antivirus fornisce una protezione in tempo reale da virus, worm, spyware e altri pericoli, conosciuti e non, offrendo il più elevato livello di protezione disponibile alla massima velocità e con il minimo impiego di risorse di sistema. NOD32 è l’antivirus che ha vinto il maggior numero di certificazioni Virus Bulletin 100% e dal 1998 non ha mai mancato l’individuazione di un virus ItW (in fase di diffusione). ESET NOD32 Antivirus, ESET Smart Security e ESET Cybersecurity per Mac rappresentano le soluzioni per la sicurezza informatica più raccomandate a livello mondiale, avendo ottenuto la fiducia di oltre 100 milioni di utenti. L’azienda, presente in 180 Paesi, ha il suo quartier generale a Bratislava e uffici e centri di ricerca a San Diego, Buenos Aires, Singapore, Praga, Cracovia, Montreal, Mosca. Per quattro anni di seguito ESET è stata inclusa fra le aziende Technology Fast 500 EMEA da Deloitte e per dieci anni consecutivi fra le aziende Technology Fast 50 Central Europe. Per maggioriinfo: www.eset.itFUTURE TIME è il distributore esclusivo dei prodotti ESET per l’Italia, nonché suo partner tecnologico. Fondata a Roma nel 2001, Future Time nasce dalla sinergia di due preesistenti aziende attive da anni nel campo della sicurezza informatica. Future Time, con Paolo Monti e Luca Sambucci, fa parte della WildList Organization Internationa l, ente no profit a livello mondiale composto da esperti e aziende antivirus che hanno il compito di riportare mensilmente tipologia e numero dei virus diffusi in ogni Paese. Per maggiori info: www.eset.it
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