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Aldo Cazzullo: Io e l’energia, Intervista al magazine Terna

Lo scrittore e giornalista editorialista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo descrive sulla rubrica "Io e l’energia" del web magazine di Terna "Notizie tra le linee" il suo rapporto con l’energia.

– Cos’è per lei l’energia elettrica?


– Mi fa venire in mente due cose. Innanzitutto luce, vita, calore, sicurezza.
E poi le grandi centrali idroelettriche che mi ricordano un episodio di quando avevo 20 anni e facevo la Scuola di giornalismo. La Scuola organizzò tre giorni in Valtellina alla scoperta delle antiche centrali idroelettriche. Dovevamo poi scrivere un articolo che avrebbe partecipato a un concorso interno. Vinsi il concorso per quanto rimasi affascinato dalle centrali. Le centrali idroelettriche sono per me anche un ricordo d’infanzia perché avevo dei cugini custodi di una diga vicino al fiume Tanaro dove c’era un invaso per pescare e una serie di grate per regolare il flusso dell’acqua.

– Pensa che l’umanità potrebbe farne a meno?


– Ovviamente no. Sembra quasi impossibile pensare che sia esistito un tempo in cui non c’era. Il fascino di un mondo privo di energia dura al più il tempo di una cena a lume di candela.

– E’una fonte inesauribile o bisogna usarla con parsimonia?

– Bisognerebbe usarla con parsimonia ma non è facile perché siamo abituati ad averne in abbondanza.

– Lei si sente o potrebbe definirsi un risparmiatore energetico?

– Purtroppo no. Confesso che non ci faccio molta attenzione.

– Per esempio, quando esce da una stanza spegne sempre la luce?


– Sì e cerco sempre di insegnarlo ai miei due figli, con qualche difficoltà.

– Lascia spesso apparecchi elettronici in stand-by?

– A volte il PC portatile. Le lucine rosse sempre accese però mi inquietano.
Ricordo alla Biennale di Venezia una installazione: un grande spazio buio illuminato solo da lucine rosse.
Bisognerebbe studiare un sistema per eliminarle.

– Quando si verificano emergenze energetiche e viene chiesto di limitare il consumo di energia, si adegua? O continua imperterrito con le sue abitudini?

– Qualche sforzo lo faccio. Quando lascio una casa e so che non ci tornerò per molto tempo stacco l’interruttore generale della corrente elettrica. Per me il black out del 2003 fu uno shock.

– Cosa illuminerebbe meglio nella sua città o in Italia?

– Nella mia terra, il Piemonte, illuminerei meglio i castelli delle Langhe. A Roma illuminerei le cupole delle chiese, anche quelle meno note. Roma è una città, con i suoi saliscendi, che si presta ad una visione dall’alto e le cupole illuminate farebbero un bell’effetto.

– Cosa farebbe per rendere più simpatici i tralicci dell’alta tensione?

– Nulla. Sono quelle cose che fanno parte ormai del paesaggio. A camuffarli si rischia l’effetto copritermosifoni: si notano di più. Il fascino di Hanoi è dovuto anche ai fili elettrici che corrono dappertutto e fanno parte del paesaggio. Su alcuni crescono dei rampicanti tropicali.


– Dia un consiglio a Terna, il gestore nazionale della rete elettrica.

– Contribuire alla riduzione della tariffa elettrica per le famiglie numerose.

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