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La Federcontribuenti risponde alla nota di Equitalia

La Federcontribuenti risponde alla nota diffusa dal gruppo Equitalia dove, Attilio Befera direttore dell’Agenzia delle Entrate, assieme al numero uno dell’Inps, Mastrapasqua, si dicono preoccupati del montare della protesta civile nei confronti dell’agenzia di riscossione. «La nota dei vertici di Equitalia – dice Finocchiaro presidente della Federcontribuenti – è chiarificatrice. Continueranno a mietere vittime su e giù per la Nazione. Chiediamo, quindi, un incontro immediato con il ministro Tremonti, non si può più rimandare, è tempo di mettere sul tavolo tutte le urgenze e anomalie del Paese a riguardo di fisco e tributi. Non si discute sul bisogno di combattere l’evasione fiscale, semmai, in discussione sono i sistemi usati da Equitalia e le scarse politiche finanziarie volute dal governo». La Federcontribuenti si riferisce ai metodi usati dall’Agenzia di riscossione: « La protesta civile nasce dalla disperazione di chi si è visto sbattere fuori casa o rilevare aziende senza avere nessuno strumento di difesa, ecco da dove nasce l’onda contro Equitalia.» In questo deve intervenire la politica e non come ha fatto Tremonti, con decreti salva banche, con l’aumento dei tassi di usura e un indebolimento delle politiche salva famiglie e lavoro. Le tasse si pagano se si ha la possibilità di pagarle. Nella nota diffusa da Equitalia si legge: « ogni anno si calcolano 120 miliardi di euro in evasione. Contrastare l’evasione fiscale e contributiva vuol dire pero’ eseguire atti forse impopolari, ma doverosi». Più che impopolari, i sistemi di riscossione, sono spesso disumani e per nulla attenti alle esigenze dei contribuenti. Le case vanno requisite ai grandi imprenditori che speculano, in nero, sugli operai, a chi chiude in Italia per aprire aziende in paradisi fiscali, a chi sposta la propria residenza in città estere con regimi fiscali molto più bassi del nostro, questi sono gli evasori che meritano la mano dura di Equitalia e non le famiglie raggiunte dalla crisi economica, da tasse sempre più alte e lasciate senza nessuno strumento per difendersi. Quando Equitalia parla di una campagna mediatica contro la riscossione e di aggressioni e assalti alle loro sedi dimentica di fare un’autocritica. La campagna mediatica, indicata nella nota, non ha connotazione politica, ma, soltanto civile. I cittadini hanno paura, i tribunali civili sono zeppi di cause contro l’agenzia: Equitalia ti riduce al lastrico senza troppi scrupoli. Ecco cosa genera le minacce e l’assalto alle sedi. Sabato scorso il presidente della Federcontribuenti era ad Olbia al fianco degli imprenditori assaliti da Equitalia per poi presenziare al tavolo tecnico con il deputato Pd Giulio Calvisi. Oggetto del tavolo tecnico, un disegno di legge che aiuti l’esercito sempre più numeroso dei tartassati da Equitalia. Secondo Finocchiaro, «soltanto mettendo mano alle riforme politiche volte a risanare la Nazione è possibile contrastare l’evasione fiscale e mettere al riparo i contribuenti italiani». L’organizzazione si fa portavoce delle esigenze espresse dai suoi iscritti e anche delle analisi sulla situazione presentate dai suoi legali sparsi per l’Italia e in prima linea contro gli abusi perpetrati dall’agenzia di riscossione nei confronti dei loro, numerosi, clienti. Il cittadino deve pagare le tasse, deve poter risanare debiti contratti ma, per farlo, deve essere dotato di mezzi e strumenti precisi. A che serve rateizzare con importi che superano le possibilità economiche del raggiunto? A cosa serve requisire i macchinari nelle fabbriche se poi queste persone non potranno lavorare e quindi onorare il debito? E sul fermo amministrativo alle macchine Finocchiaro denuncia: «Quando una macchina subisce il fermo amministrativo, l’assicurazione smette di coprire le polizze assicurative ma, troppo spesso, gli automobilisti vengono a sapere di avere un fermo amministrativo soltanto a seguito di un incidente o di un atto di vendita. Questo è assurdo e genera altri tipi di problemi. Ad esempio, in caso di incidente stradale, chi dovrebbe vedersi ripagato, non riceverà un euro, perchè, la macchina con il fermo non ha la copertura assicurativa». Lo Stato non può farsi garante dei grandi evasori e speculatori e disinteressarsi della situazione economica e fiscale dei cittadini. Conclude Finocchiaro: «Il ministro Tremonti non può continuare a varare decreti senza ascoltare chi, ogni santo giorno, vive tra le vittime del fisco e dei tributi, questo Paese ha bisogno di riforme condivise ed è suo dovere vararle ascoltando le voci e le esigenze di chi subisce scelte e leggi controproducenti e sbagliate».
Basta con i comizi, gli italiani hanno bisogno di poter lavorare, di vedersi riconosciuti i diritti e di non essere perseguitati da Equitalia. Pagare il fisco si, subire politiche impopolari e ingiuste no.
La protesta quindi continua, pacifica e non violenta e, per il prossimo giugno, la Federcontribuenti sta organizzando una grande mobilitazione nazionale contro questo tipo di riscossione e queste politiche lontane dai bisogni crescenti di una popolazione tartassata sul piano economico, fiscale e dei tributi.

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