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Situazione digitale italiana, serve un passo avanti.

Il CNA testimonia l’arretratezza tecologica delle Pmi Italiane. Occorre colmare il gap per non rimanere indietro nel cammino verso il digitale.
Osservando la situazione digitale italiana sembra paradossale, ma tuttora in Italia una PMI su dieci non è dotata di computer, una su cinque non utilizza pc portatili e più del 50% è sprovvista di tablet. Nonostante ciò la consapevolezza dell’impossibilità di prescindere dal web per agire con successo nel mercato è quasi totale fra le imprese. Naturalmente in questo scenario le aziende più grandi sono più sensibili alla necessità di tenere il passo con l’evoluzione del digitale e il 98% di esse possiede un sito web. Questa percentuale diminuisce al diminuire della grandezza dell’impresa, tanto che solo il 61% delle aziende con massimo 9 addetti ha un sito. Lo stesso vale per l’utilizzo degli strumenti digitali: solo il 26,2 % delle micro imprese li utilizza.
La classe dimensionale, invece, sembrerebbe non influire sul commercio elettronico: il 26,5% delle aziende campione è attiva in questo settore con differenze poco significative in base al numero di addetti. L’elemento strutturale è determinante quando si prendono in considerazione le aziende che operano come acquirenti o come venditori: infatti se da un lato le imprese che comprano online sono circa il 25% in tutte le classi dimensionali, nel caso delle vendite, ad aver colto l’opportunità di operare online è il 12% circa delle micro-imprese contro il 21% circa delle imprese con più di 20 addetti.
Ma quali sono i principali ostacoli per la diffusione del digitale?
In primis sono spesso soprattutto i costi che le micro imprese non riescono a sostenere per la gestione del sito, la consulenza ICT esterna o i corsi di formazione. Infatti, fra le aziende con meno di 10 dipendenti, solo il 16% ha svolto formazione ICT nell’ultimo anno e solo un’ azienda su tre si avvale del supporto di consulenti.
Un’altra motivazione forte, al di là dell’aspetto finanziario, è rappresentata dalla scarsa digitalizzazione della PA che ha un livello di informatizzazione del tutto inadeguato rispetto alle necessità delle imprese: solo una micro-impresa su tre riesce a sbrigare più della metà delle pratiche per via telematica. Proprio per questo è necessario sensibilizzare gli organismi centrali, auspicando la realizzazione di un da parte del Governo di un piano straordinario per l’innovazione digitale della micro e piccola impresa italiana. Questa è l’unica via per aumentare la produttività italiana ed allinearci a livelli degli stranieri e deve essere realizzata nel minor tempo possibile in modo dal colmare il gap digitale italiano.
Il governo si dovrà impegnare per consentire alle micro-piccole imprese di avere un sito web, di essere attive nel commercio estero e di utilizzare, almeno un volta, strumenti di fabbricazione digitale . Infine, sarebbe importante che le micro-piccole imprese svolgessero almeno la metà degli adempimenti burocratici via web, passando nel giro di due anni dal 24% al 50%».
Per ulteriori informazioni sulle tecnologie delle imprese italiane visita il sito http://www.fatturafacile.com/news/digitale-fatturazione-pmi/

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