Stampami la brochure! A chi lo chiedo?
Se gestisci la produzione di uno studio grafico o di un’agenzia pubblicitaria, ti sarà capitato di cercare un centro di stampa digitale nella tua città e di trovarti in difficoltà nel valutare le opportunità che ti vengono offerte.
Se si trattasse di stampa offset, potresti capire se il fornitore è adatto guardando i prodotti che stampa abitualmente: se fa prevalentemente editoria, probabilmente sarà poco adatto a stampare una brochure di prestigio per il tuo miglior cliente.
Quando, invece, si parla di stampa digitale le cose si complicano, perché le basse tirature fanno sì che tutti i centri stampa si offrano per produrre di tutto, ma… sono davvero in grado di rispondere alle tue aspettative quando la qualità deve essere elevata?
Per capirlo hai bisogno di due tipi di informazioni:
1) la tecnologia che utilizza lo stampatore
2) la sua esperienza professionale
La tecnologia
Sono passati più di tre lustri dall’avvento delle tecnologie di stampa digitale, a quei tempi si parlava di rivoluzione digitale e si diceva che l’obiettivo era quello di raggiungere la qualità della stampa offset. Oggi questo discorso si fa un po’ meno, perché la qualità attesa dal mercato sembra essere più bassa rispetto al passato, ma anche perché la stampa digitale ha fatto veramente passi da gigante. Questo miglioramento qualitativo lo notiamo anche dall’attenzione che le cartiere rivolgono a questo settore: i campionari di supporti per uso digitale si arricchiscono sempre di più e coprono tranquillamente tutte le esigenze di studi grafici e agenzie.
Ecco, se, per esempio, tu avessi la fortuna di confrontare i campionari di carta per le diverse tecnologie di stampa digitale potresti farti un’idea di massima su qual è la più adatta alle tue esigenze e al tipo di carta che vuoi usare.
Non avendo questa possibilità, vediamo di ricordare, in estrema sintesi, le peculiarità delle tecnologie di stampa digitale di produzione, dividendole in due grossi tronconi.
Macchine a toner (es. Xerox)
L’idea di fondo di queste tecnologie è, detto grossolanamente, la stessa di una fotocopiatrice; l’immagine viene riprodotta con l’utilizzo di inchiostri secchi (toner) che si fissano sulla carta tramite fusione, la cui temperatura è regolata in base al tipo di carta utilizzata.
Questa tecnologia è molto indicata per la stampa di rendicontazioni bancarie, bollette, mailing con dati variabili o anche libri e riviste.
Macchine a inchiostro liquido (Indigo)
Queste macchine vengono definite anche offset digitali, perché il processo di trasferimento dell’immagine sulla carta avviene tramite pressione attraverso un cilindro di stampa, proprio come avviene nel processo di stampa offset tradizionale, e l’inchiostro si fissa per assorbimento e non per fusione come nella tecnologia a toner.
Se aggiungiamo che questa tecnologia può sfruttare la qualità della stampa in esacromia appare evidente come sia la più indicata per la produzione di materiale pubblicitario.
Trovata la tecnologia, cerchiamo il tecnico
Se è vero che l’abito non fa il monaco, è anche vero che non basta acquistare la macchina giusta per diventare uno stampatore. Anche perché, dopo la stampa c’è la confezione del prodotto (magari anche la nobilitazione) e se ti viene offerto solo punto metallico, brossura o spirale, rinunci a diverse possibilità di valorizzare le qualità del tuo progetto.
D’accordo, un centro di stampa digitale non è una centrale nucleare, ma sarai d’accordo con me se dico che un mestiere non si inventa, ma si costruisce con il tempo e le esperienze giuste.
Per questi motivi, accetta il mio consiglio: rivolgiti a chi abbia nel suo passato un’esperienza nella gestione del colore o, meglio ancora, nelle Arti Grafiche.
Se trovi la giusta somma tra tecnologia + esperienza, allora hai trovato quello a cui puoi dire: stampami la brochure!