Web marketing vs fai da te, ecco perché non schioda il tuo sito
Il web marketing è una nuovissima area professionale nata pochi anni fa. È un lavoro. È una professione talmente nuova che ancora oggi non è pienamente conosciuta. Ha delle regole precise, come ogni professione dei gradini sociali, junior e super dirigenti, e fa vivere migliaia di persone. Ma a cosa serve.
Il web marketing serve in sostanza a uno scopo principe. Fare marketing in azienda con il sito, sviluppare rapporti economici tramite internet. Per l’azienda serve in sostanza a far emergere la sua presenza sul web allo stesso modo o se non di più rispetto alla sua vita reale (se per reale intendiamo radio, manifesti e tv). Serve soprattutto una volta affermata la sua presenza sul web a sfruttarne al massimo il potenziale commerciale.
Qual è quel posto in cui un’azienda, quindi il suo sito, può far valere la propria presenza? La risposta è semplice, nei motori di ricerca. E dove quindi? La risposta è ancora più semplice. Su Google. Ogni buon sito per essere visto deve uscire fuori dalle ricerche anche involontarie che gli utenti fanno su Google. In gergo si dice che un sito avrà un buon risultato se otterrà un buon posizionamento nella SERP (Searh Engine Result Page – pagina dei risultati dei motori di ricerca).
Essere segnalati, posizionati su Google non è facile. Bisogna avere un sito con dei contenuti scritti secondo le regole dell’ottimizzazione naturale. Entrano in gioco poi delle tecniche e degli accorgimenti chiave. Entra in gioco qui il professionista del web marketing. Pensavate non fosse un mestiere? Ora cominciamo a capire.
È praticamente impossibile senza aver adottato le necessarie misure sfondare le porte di Google. Ovviamente se siete titolari di un sito chiamato “Bicchiere di carta giallo canarino” e qualcuno scrivesse sul motore di ricerca “Bicchiere di carta giallo canarino” il posizionamento sarebbe scontato. Ma nessuno è come voi. E il segreto è far posizionare nella SERP il vostro sito “Bicchiere di carta giallo canarino” anche e soprattutto quando una persona digiterà “giallo canarino”, “bicchiere canarino”, “canarino al bicchiere”, “bicchiere di carta”.
La branca del web marketing che si occupa della partita a scacchi tra Google e un sito web si chiama SEO (Search Engine Optimization – ottimizzazione per i motori di ricerca). Anche fare il SEO è un mestiere. Il SEO svolge sostanzialmente due attività: on site e off site. Sul sito stesso e fuori dal sito ma per il sito.
L’attività on site riguarda in breve il modo di scrivere i contenuti e il codice del sito per bene, come vuole Google. Scrivere url, testi, titoli, immagini e riconoscibili. Fermandoci qui e senza scendere nel dettaglio e inoltrandoci di corsa nella terminologia tecnica, parliamo di title, h1, h2, description, url parlanti.
L’attività off site invece riguarda l’attività che il nostro blog svolge all’esterno. Riguarda questioni come la link popularity, gli article marketing (come questo che state leggendo). Riguarda insomma accordi diplomatici che si possono stringere con altri siti, la segnalazione alle directory inserimento manuale ovvero la segnalazione del sito nei database di ricerca di altri siti, la pubblicazione su siti appositi di articoli ferrati e ben fatti che allo stesso modo contengano un link che rimandi al nostro sito madre. Il tutto per consegnare al nostro blog una doverosa link popularity, ovvero tante voci nel web che parlino e rimandino a noi.
Google non è un tipo qualunque. A Google non basta che il blog sia ben scritto, per fidarsi deve avere delle referenze. Deve avere la certezza che la comunità in rete conosca quel sito, faccia affidamento su di esso, lo citi, lo richiami, e che lo stesso sito ne citi altri, sia in collegamento con altri, in rete, attore di una discussione diffusa e reale. Non si scappa, è implacabile. Un buon sito affidabile e meritevole di considerazione deve avere insomma link in entrata, numerosi e soprattutto di qualità. Un dettaglio? Assolutamente no. È in questo modo che Google valuta reputazione, bontà e affidabilità del vostro prodotto.
È per questo motivo che Google, se si accorge che voi stessi non lavorate in promozione a sufficienza affinché i vostri stupendi contenuti vengano letti dalla rete, evita di chiedersi a monte se posizionare o meno il vostro sito o il vostro blog.