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Per anni molte aziende italiane hanno più o meno inconsapevolmente investito denaro per avere un sito aziendale che con un’analogia potrebbe essere paragonato ad una bellissima isola sperduta, lontana dalle rotte aeree e navali: un sito artistico, costoso, introvabile, inutilizzato, da mostrare con orgoglio ad amici, dipendenti, e clienti in visita in sede. Che sia ora di cambiare strategia? Qualche tempo fa si trovavano in rete, e alcuni sono ancora presenti, articoli che spiegano perché un sito aziendale non può costare poco (ad esempio 300 euro). Le motivazioni addotte si basano il più delle volte sull’impossibilità di ottenere qualità a basso costo, a causa delle numerose competenze necessarie per l’implementazione di un sito web efficace: perizia grafica, conoscenza di linguaggi specifici, abilità nel definire l’usabilità, sagacia nell’impostare la navigabilità, esperienza nel posizionamento, capacità nel marketing, e via dicendo. In linea di principio tali analisi non fanno una grinza, perché è ragionevolmente vero che la qualità si paga e che la qualità si paga e che la personalizzazione costa. Il problema è che quando una teoria pur giusta viene poi applicata nel modo sbagliato, l’effetto non è quasi mai quello atteso: nel caso specifico, il problema risiede nel fatto che i costi del progetto “Sito Aziendale” (che essendo, appunto, un progetto non consiste nella sola costruzione delle pagine web!) vengono ripartiti in modo errato tra le varie componenti, così che il risultato finale tradisce le aspettative causando delusione, disorientamento e quindi sfiducia nelle potenzialità della rete. Infatti, se il grosso del budget viene speso per la mera costruzione del sito, ben poco rimane per le altre attività indispensabili per la piena riuscita del progetto, e ciò che inesorabilmente si ottiene alla fine è un sito (magari anche bellissimo ma) isolato dal resto del mondo… clienti compresi. Ecco perché il sito aziendale deve costare poco, in proporzione al costo dell’intero progetto: per evitare di ottenere come risultato un’isola infelice! In termini percentuali, possiamo grosso modo suddividere le spese per creare un sito aziendale in tre macrocategorie: • costruzione (creazione struttura, grafica, inserimento contenuti, ecc.) » 25% • manutenzione (dominio, spazio web, gestione contenuti, ecc.) » 25% • marketing e pubblicità » 50% Le cifre sono ovviamente approssimative, ma forniscono una linea di condotta utile per stimare i costi. Ad esempio, se per la creazione di un sito web aziendale è previsto un budget di € 2000, allora in tal caso le spese vanno così ripartite:• costruzione sito: € 500;• manutenzione: € 500;• marketing/pubblicità: € 1000. I costi per la costruzione comprendono anche l’acquisto del dominio, dello spazio disco su un server web e delle caselle di posta elettronica, che ovviamente dipendono dalle soluzioni scelte ma che possiamo indicativamente ritenere attorno ai 50 €. Negli anni successivi alla creazione del sito le percentuali variano, perché probabilmente la struttura ed i contenuti non vengono modificati di molto e rimangono solo i costi di gestione, mentre il marketing e la pubblicità devono essere comunque mantenute ad un livello adeguato. Infine, è importante ricordare che, per una corretta stesura del business plan del progetto, è necessario anche determinare e tener conto dei costi correlati ed indotti: le consulenze, i materiali utilizzati, l’eventuale tempo impiegato dal personale interno nelle varie mansioni, eccetera. Tutto ciò ovviamente non garantisce a priori il successo del progetto “Sito Aziendale”, ma costituisce comunque un valido approccio funzionale al business in rete che permette di evitare almeno gli errori più grossolani.
Tags: creare siti, sito web, sosidee, web marketing
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