Essere nel web, certo, ma con una buona reputazione
“Bene o male, l’importante è che se ne parli”; per un artista, negli anni ’70, suscitare forti polemiche e lanciare giudizi radicali portava fama e gloria, ma per un’azienda del 2012 non si può dire la stessa cosa.
Tutta la strategia di comunicazione è rivolta a costruire il brand aziendale e a rafforzare la reputazione, impresa difficile per le agenzie pubblicitarie in un periodo saturo di informazioni.
In mezzo a tutti questi messaggi i primi che vengono scartati sono quelli ufficiali, può essere apprezzata una campagna che colpisce o un video che fa sorridere, ma non per questo acquisteremo quel prodotto.
Quello a cui si dà sempre più credito sono i pareri di persone comuni, espressi sul web in forma libera di passaparola e da qui arriva il pericolo. È possibile che un solo cliente scontento faccia partire una bomba.
Sì, perché un tempo serviva avere delle competenze per poter lasciare contenuti sul web, poi bastava essersi fatti realizzare un sito dinamico o un blog, adesso neanche più quello, basta collegarsi e lasciare un commento, sulla propria pagina Facebook, su un forum o su un blog di settore.
Non conta il luogo del primo commento, perché un blog può essere collegato ad un aggregatore, un social ripubblicato automaticamente su altri social e così via.
La diffusione è virale, se non si prende in tempo può raggiungere moltissime persone e così rovinare il lavoro di anni. I giornali insegnano che si crede sempre più facilmente agli scandali che ai progetti di successo e che alla gente piace di più parlarne.
Cosa può fare un’azienda per tutelarsi?
Ci sono due strade, la prima è farsi seguire dalla propria agenzia di comunicazione oppure, se non svolge questo servizio, rivolgersi a società che lo offrano.
La seconda è acquistare un software di web reputation in commercio o utilizzare un tool free come Google Trends o Blogmeter e formare una persona all’interno dell’azienda. Certamente in questo caso avrete notizie fresche ogni giorno, ma non è detto che siano state interpretate correttamente o si abbia veramente cercato dappertutto. Inoltre, una volta trovata la critica cosa fare?
Le agenzie di comunicazione più all’avanguardia si sono già strutturate perché:
1- 1 Sanno dove e come cercare
2- 2 Nel momento in cui emerge il problema possono intervenire
Quali professionisti si occupano di questo lavoro?
Sono le agenzie di comunicazione che si occupano di web strategy come l’agenzia Creativi Quadrati. La figura chiamata SEO, ormai riconosciuta come di rilievo, avendo già un background sugli algoritmi di Google, sa utilizzare al meglio i nuovi strumenti e conosce i posti dove cercare (blog, social, portali di article marketing eccetera).
L’art director che ha pianificato la strategia della campagna pubblicitaria per l’azienda sa come coordinare le varie azioni.
L’ufficio stampa può redigere tutti i comunicati necessari per smentire la notizia o appianare la polemica in corso e il SEO può far crescere la posizione delle pagine aziendali rispetto a quelle diffamatorie.
Insieme, queste figure professionali sono in grado di offrire un servizio di web reputation aziendale completo.