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Video banner, lo spot tv è in Rete

Uno spettro si aggira tra gli operatori della tv: lo spettro del web. C’è chi diffida del potere di aggregazione e del potenziale democratico della Rete; e chi attinge a Internet come a una semplice fonte di notizie. Ciò ha portato – non si sa se in buona o in mala fede – alcuni giornalisti a criticare ferocemente certi movimenti nati su Internet e altri, tra conduttori e cronisti, ad appropriarsi di casi e curiosità scovati su siti web, blog o social network (Youtube e Facebook su tutti), spesso senza troppo curarsi di citare la fonte. Di questo ultimo utilizzo discutibile del mare di informazioni della Rete è un esempio il recente caso dell’appropriazione da parte di Luca Barbareschi di alcune battute tratte dal blog Spinoza.it e pronunciate nel suo nuovo show su La7. Ma accanto a questi episodi di diffidenza o di sfruttamento del mezzo, ce ne sono altri che dimostrano quanto la televisione stia mutando, come l’implementazione dei siti internet delle emittenti, i quali fanno sì che sempre più utenti accantonino il telecomando per guardare i loro programmi preferiti sul computer.
La convergenza multimediale che opera Internet renderà con il tempo obsoleti gli altri mezzi di comunicazione. Se sul web si possono leggere le ultime notizie, aggiornate in tempo reale, vedere film e ascoltare musica, gli old media dovranno subire cambiamenti radicali per sopravvivere nella loro forma tradizionale; oppure soccomberanno, come suggerisce la crisi ormai cronica della carta stampata. Anche perché la raccolta pubblicitaria su Internet sta crescendo sempre di più, arrivando nel Regno Unito lo scorso anno a compiere lo storico sorpasso su quella tv. Il contesto ha favorito la creazione di nuovi tipi di pubblicità in Rete, come il video banner, tramite il quale il classico spot televisivo viene trasposto sullo schermo di un pc. I benefici del nuovo formato, che si affianca al classico banner animato, comparso per la prima volta nel lontano 1994, sono tangibili: con il video banner si può ottenere un click-through-rate (CTR) fino a quattro volte maggiore di quello dei banner tradizionali.
Risultati eccezionali confermati dal recente successo del video banner di Patasnella, prodotto di Pizzoli, azienda alimentare italiana. Dopo il lancio in tv, il filmato pubblicitario è sbarcato anche sul web, tramite il provider di advertising online BeWebMedia che lo ha diffuso con la collaborazione di Expansion. Grazie alla tecnologia proprietaria di BeWebMedia, lo spot circolato anche sui siti web ha potuto mantenere un’elevata risoluzione e al contempo una altrettanto elevata fruibilità, facendo in modo da renderlo disponibile anche alle connessioni meno veloci. Il tutto con una tracciabilità della performance millimetrica e impareggiabile, soprattutto se paragonata ai dati aleatori e volubili della reazione alla reclame del vecchio tubo catodico. Informazioni precise e certe riguardo a quante persone hanno interagito con il video rendono il video banner uno strumento quasi insostituibile per farsi conoscere sul web.
E che sia così lo dimostrano proprio le cifre della case history di BeWebMedia realizzata a seguito della campagna video banner per Patasnella: 2.194.000 impression erogate, 14.107 click, con un CTR dello 0,64 percento, molto più del doppio di quello dei banner animati. Dati che inducono a credere che con il successo dei video banner l’advertising online non sarà più lo stesso, soprattutto se si tiene conto della stima di eMarketer, secondo cui il volume d’affari dei filmati pubblicitari online arriverà a 4,6 miliardi nel 2013. In un tale scenario, Internet potrebbe diventare la vetrina principe per dare visibilità alle aziende. Con buona pace degli operatori di marketing dei media tradizionali. I quali vedranno il proprio strumento di comunicazione ridotto a un mero strumento di branding, mentre niente potrà sostituire la Rete nel raggiungimento pressoché infallibile del target.

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