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Nasciamo , puri, innocui, liberi, senza nessun pre-giudizio, senza parole, privi di qualsiasi capacità di valutare ciò che ci circonda. Non vediamo nulla, percepiamo la presenza del seno materno e non vogliamo staccarcene. Poi cosa succede? iniziamo a sentire dei rumori, dei suoni inconsci che incominciano a ripetersi nel nostro cervellino. Cominciano a crearsi le prime mappe mentali. Parole e visioni di corpi umani che ci dicono delle cose incomprensibili e noi indifesi siamo costretti a “subire” quello che ci accade. Capitiamo per caso in un paese, in una famiglia. Cresciamo ogni giorno e vediamo delle figure che ci piacciono tantissimo,delle quali non possiamo fare a meno; i Genitori. Con loro passiamo la maggior parte delle tempo. Sono le uniche persone che vediamo. Poi iniziamo a provare a stare in equilibrio. Ci mettiamo alla prova. Cadiamo ci rialziamo, cadiamo e ci rialziamo. Non ci arrendiamo fino a quando raggiungiamo uno dei nostri primi risultati. Camminare da soli senza essere sorretti da altri. Continuiamo a crescere ogni giorno. Iniziamo a mangiare da soli. Vogliamo scoprire e toccare tutto quello che ci circonda. Poi cosa succede? Se siamo fortunati, continuiamo a farlo altrimenti dobbiamo fare i conti con:”questo si può fare, questo no. Quello si tocca, questo no. La mamma non vuole, il papà si. Cosàààààààààà? …La mamma non vuole e il papà siiii?…….. primo bivio. Come?
La mamma dice no e il papà si. è possibile che uno voglia e l’altro no?
Perché uno vuole e l’altro no? Non capisco!! Chi ha ragione?
Se questa cosa,che voglio fare,non mi crea danno perché uno vuole e l’altro no?
Io lo faccio lo stesso.
No tu non lo fai!!! qui decido io.
Tu sei MIO figlio (aggettivo possessivo) e fai quello che dico io.
Tu non sei in grado di decidere. Al che il figlio si dice tra sé e sé: “chissa quando mi insegnerà a decidere, o quando dovrò decidere?
Forse da grande.
Da li in poi tutto è posticipato.
Questo si può fare oggi, questo domani.
Questo si, questo no…… Iniziamo a creare delle cartelle SI/NO.
Iniziamo a chiedere spiegazioni e la risposta è: ” non è il momento, non lo capisci ora, quindi non spendo parole, lo imparerai quando sei più grande”. Il bambino si chiede: “e ora cosa devo imparare? Sono curioso, ho tanta voglia di sapere come funzionano le cose e come si fanno in questo bellissimo mondo”. Ora tu devi fare quello che dico io. Ricordati che sei un bambino e i bambini devono fare i bambini. Il bambino imperterrito insiste. Non si arrende e pone continuamente domande. La capacità di chi lo ascolta comincia ad essere limitata e le prime risposte negative si presentano. Il bambino continua fino a quando si rende conto di essere in trappola, dove non può aver tutte le risposte che vuole. INIZIA A LIMITARSI. A costruirsi barriere, come la pulce che salta un metro o più e quando per alcuni giorni resta intrappolata dentro ad un bicchiere,liberata dal bicchiere continuerà a saltare per l’altezza del bicchiere. Il bambino smette di porre domande, smette di essere curioso. Inizia ad andare a scuola e ricevere ordini da altre persone. Lui vuole giocare. “Non devi giocare. Qui siamo a scuola e la scuola è una cosa seria”. Rientra a casa e li riceve ordini dai genitori. “Fai i compiti”. Non vuole farli perché non si diverte. Vuole giocare. Se invece,il bambino,trova risposte alle sue domande e avvolte basta solamente una parola per rispondergli, la sua curiosità è soddisfatta. Continuerà a mantenere la sua curiosità, crescerà interessato a scoprire il mondo che ci circonda, contribuendo a migliorarlo. Sappiamo tutti quello che succede nel mondo, ma è nostro compito portare serenità ai bambini e non trasmettere loro le paure che sono dentro di noi.
Ognuno di noi deve assumersi la responsabilità della propria vita e contribuire, ognuno per quello che può, preservare il bambino che è indifeso nei confronti dell’adulto. Adulto che deve riconoscere tutti quei condizionamenti, fobie,paure e convinzioni limitanti che attraversano la sua vita e lavorare su se stesso per liberarsene affinche possa continuare,in alcuni casi cominciare a vivere la vita che desidera e permettere ad altri di fare altrettanto. Possiamo, tutti insieme,creare in questo mondo il paradiso che vogliamo. Impegnamoci a migliorare tutti i giorni. Dimentichiamoci che la scuola dell’obbligo, o che la famiglia siano le uniche fonti di conoscenza. Esistono tanti libri di persone che hanno dedicato tutta una vita per specializzarsi in quello che ti interessa. Cercali e troverai tutte le risposte sia per te che per il bambino. Non ho tempo. Quante volte si ripete questa parola. Su 24 ore,10 minuti, si possono ritagliare per il miglioramento di se stessi e il contributo al miglioramento di vostro figlio. Dedicali. Fatti vedere con un libro in mano da tuo figlio,così che lui abbia un modello a cui ispirarsi. Noi modelliamo sempre le persone che ci piacciono. Il modellamento è alla base della crescita. Se vuoi che tuo figlio cresca sano migliora la tua vita,le tue abitudini. “Prima noi ci formiamo delle abitudini e poi loro formano noi”. Quindi creati delle buone abitudini. Ascolta tuo figlio e non ordinargli di fare le cose. Parlagli facendogli capire che la vita è ricca di tante cose e che noi possiamo scegliere da che parte stare.
Dipende da noi,non dalle circostanze.
“L’uomo può cambiare la sua vita cambiando il suo pensiero”. Il nostro cervello è come un computer, se metti delle informazioni corrette risolve bene e velocemente un obiettivo e otteniamo un risultato positivo. Se altrimenti mettiamo delle informazioni negative, limitanti o depotenzianti avremo difficoltà nel raggiungere il risultato desiderato. Viviamo nell’era del cervello. L’uomo si è sempre interessato alla comprensione del funzionamento del corpo e del cervello. Sono state scoperte molte cose sul loro funzionamento Oggi abbiamo molte risposte. Abbiamo più strumenti. Stiamo già lavorandoci. Possiamo imparare ad usarli noi e fornirli ai bambini. La maggior parte delle persone aspetta a stare male per poi curarsi e così si interviene sulla parte guasta per asportarla. Il mondo di oggi ha bisogno d’altro. C’è bisogno di apprendere tutti quegli strumenti che ci permettono di entrare più in contatto con noi stessi e controllare i nostri stati emotivi e decidere se quello stato è per noi potenziante o depotenziante. Crearne un altro che sia adatto all’esigenza del momento. Migliora la tua vita così che tuo figlio viva la sua senza paure, senza limiti, senza condizionamenti limitanti. Ascolta le parole che usi e chiediti: “Questa parola mi fa stare bene,e fa stare bene?” Cosa provo quando sento o dico questa parola? Come si sente l’altra quando dico questa parola? Pensa se ha te quella parola crea uno stato negativo anche su tuo figlio o su altri crea la stessa sensazione. Se vuoi ottenere un risultato positivo ascolta e senti quello che dici. Visualizzati come se fossi tu a ricevere da te stessa/o quelle parole.
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Valutare di far fare un corso di inglese ai bambini…
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