Tuning motoristico, quando i cavalli di serie non bastano
Negli ultimi anni c’è stata una grossa crescita di interesse per quanto riguarda le elaborazioni e il tuning su auto. Svariati film hanno contribuire a diffondere questa passione che può diventare un vero e proprio stile di vita. Sono proliferate anche riviste specializzate e sono nati svariati punti di incontro, come raduni settimanali e altre manifestazioni a tema. Ma il tuning aggrega molto anche su internet, pensiamo a tutti i forum dedicati al tuning presenti sulla rete, ai club e così via.
Il bello del tuning è la grande varietà e fantasia che si può avere nel modificare il proprio mezzo secondo i propri gusti e aspettative. C’è chi interviene principalmente sull’estetica della propria auto, mentre molti appassionati di modifiche preferiscono intervenire sulla sostanza della propria autovettura, sul motore. Esistono svariati tipi di intervento, più o meno invasivi e costosi.
I motori che reagiscono maggiormente alle modifiche sono i motori turbocompressi. Su un motore turbo a benzina o turbodiesel un intervento di soft tuning che ha un ottimo rapporto guadagno di potenza/prezzo è la rimappatura della centralina. Proprio grazie alla sovralimentazione, cambiando dei parametri della centralina, come ad esempio la pressione del turbocompressore e la quantità di carburante necessaria, si possono ottenere incrementi soddisfacenti e rilevanti. Per ottenere aumenti di potenza e coppia significativi su un motore aspirato si va incontro a spese non contenute e interventi radicali, che possono pregiudicare il range di utilizzo del motore (usando ad esempio alberi a camme molto spinti, con un profilo non adatto alla circolazione su strada).
Gli interventi meno invasivi vengono definiti soft tuning. Rientrano in questa definizione interventi come la rimappatura della centralina, l’adozione di un filtro più poroso e di una linea di scarico più libera (generalmente lo scarico è composto da collettori, centrale, terminale e uno o più catalizzatori. Anche il catalizzatore può essere sostituito, ad esempio con uno metallico a 100 o 200 celle).
All’estremo opposto troviamo gli interventi radicali ed estremi, detti di hard tuning, che riguardano gli organi interni del motore o lo stravolgere il propulsore originale tramite l’adozione di un turbocompressore o compressore volumetrico su un motore originariamente sprovvisto. Tali modifiche per essere sfruttate a pieno e in affidabilità necessitano l’adozione di pistoni speciale e talvolta di bielle più resistenti, in accoppiata con lavorazione della testata, guarnizione di testa rinforzata e alberi a camme adatti. Per garantire un certo livello di sicurezza e per sfruttare a pieno la nuova cavalleria è fortemente consigliabile di intervenire anche sull’assetto e sull’impianto frenante. Un altro intervento di hard tuning è la sostituzione del motore di serie con uno diverso (mai visto su internet Punto Gt con motore del Fiat Coupe Turbo o della Delta?).
Per sfruttare al meglio determinate cavallerie e valori di coppia senza dubbio è necessario un assetto, dei pneumatici e dei freni che siano all’altezza, anche per evitare di avere un mezzo squilibrato e pericoloso. Ma anche per coloro che hanno optato per interventi di soft tuning, un upgrade della ciclistica della propria vettura può sensibilmente aumentare la guidabilità del mezzo.