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Le parrucche sono state indossate dagli uomini per millenni. Scriviamo uomini perché contrariamente a quanto sia di comune pensiero, erano sia gli uomini che le donne ad usarle. Gli scopi del loro utilizzo nel passare degli anni sono stati principalmente quello igienico e quello del camuffamento. Non fanno testo le parrucche di scena: teatro, cinema e Carnevale… Lo scopo igienico si spiega con le temibili infestazioni di pidocchi, più facili da arginarsi con capelli corti e l’uso di parrucche appunto. Sul camuffamento non ci soffermiamo più di tanto: ancor oggi, chi vuol fare una rapina usa il passamontagna, baffi finti, parrucca, dispositivi per l’alterazione della voce… Un aspetto poco conosciuto dell’uso della parrucca è quello di status symbol. Oggi si viaggia in fuoriserie, ci si vanta dello yacht, abiti firmati dagli stilisti di grido, orologi d’oro e di alcune marche che non citiamo (non ne hanno bisogno) di manifattura svizzera e si frequentano i luoghi del jet set o gli studi dei salotti televisivi… Allora invece, il nobile, il Giudice di tribunale, o il facoltoso borghese indossavano la parrucca: tutti ricordiamo quelle bianco / grigio con fluenti boccoli proposte dal cinema ove nel 1700/1800 si celebrava un processo.
Ai giorni nostri la parrucca viene associata principalmente a due figure: – l’uomo calvo – o l’attore / attrice di cinema e teatro (sul set).
Non stiamo a sottolineare come chi sia affetto da calvizie, sia maschio che donna !, provi un imbarazzo enorme a vivere in una società dove l’apparire è fondamentale, tanto che ha scavalcato l’importanza dell’essere, e quindi sia sempre più attento al mondo del trapianto di capelli propri o di donatore, o appunto all’uso della “parrucca”. Perché uso le virgolette ? Perché non tutti, per la verità praticamente nessuno, conosce quanto lavoro e quanta tecnologia e know how occorrano per confezionare quelli che noi definiamo impianti capillari, perché il termine parrucca sta loro stretto, non rende né l’idea né giustizia ! Infatti si passa dall’era della retina con cucite (a mano o a macchina) ciocche di capelli veri da donatore, o crini di cavallo, all’era delle calotte su misura in silicone chirurgico traspirante. Queste sono costituite da un tessuto simil-cute, soprattutto nel colore, e da ciocche di capelli veri iniettati TUTTI nella direzione naturale del capello, senza quindi stopposi nodi di cuticole ascendenti che si agganciano con quelle discendenti ! (tipico sì delle parrucche !) Ciò permette di smaltire calore e sudore dal capo con lapalissiani benefìci. Senza dimenticare gli elementi di ancoraggio, ove il progresso della chimica con materiali sempre meno allergici o fonte di disturbi, ha permesso la fruibilità degli stessi (infoltimenti e non parrucche, ecco l’uso del maschile) anche in piscina o durante giornate ventose.
Qualcuno si chiederà: visto che sono così hi-tech chissà come sono delicati ! Affatto ! Il bello degli infoltimenti di ultima generazione consiste nel poter fare esattamente quello che fanno i “capelloni”: lavarseli sotto la doccia con il solito shampoo (meglio però se dedicato e specifico), asciugarli con phon o casco, farsi i colpi di luce ed ovviamente pettinarli o spazzolarli ! Incredibile ma verissimo, altro che parrucche. Inoltre nessuno sa che tali impianti di infoltimento capelli si posso acconciare, tant’è che le appartenenti al gentil sesso spesso ne acquistano più d’uno per dare a se stesse più variabili al proprio look !
Infine, ultimo ma non meno importante, gli impianti capillari realizzati da personale ed aziende serie, sono praticamente non individuabili, per cui presto andrà in soffitta anche il caustico modo di deridere coloro che ne beneficiano con la battuta che fa riferimento al fatto che indossino un “parrucchino” !
Emiliano Dix
Tags: alopecia, calvizie, infoltimento capelli, rinfoltimento capelli
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