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Donare il sangue fa bene perchè è un periodico ed accurato controllo della propria salute.

La stampa nazionale e le riviste specializzate sono concordi su una nuova scoperta della medicina: donare il sangue fa bene. Chi credeva, fino a qualche tempo fa, che donare fosse un obbligo riservato a pochi eletti che sapessero a chi rivolgersi e riuscissero a ricostruire il percorso fatto dalle sacche di sangue donate alle associazioni specializzate, dovrà presto ricredersi e prepararsi a cambiare le proprie abitudini. Se è vero che donare il sangue fa bene, allora è il caso di offrirsi per dare un aiuto concreto a chi ne ha di bisogno, mettendo il proprio benessere al servizio degli altri, guadagnando dei benefici non indifferenti. Occorre, quindi, chiarire perché donare il sangue fa bene, chi può farlo e a quali strutture rivolgersi, sia per effettuare la donazione che per verificare l’efficacia del proprio gesto. Effettuare una donazione del sangue fa bene al proprio organismo in quanto, superata l’età fertile nelle donne e negli uomini, il sangue non gode di un naturale ricambio e, per questo motivo, a portare ossigeno negli organi che lo richiedono, è un sangue filtrato ma sempre uguale.
Donare, significa permettere al proprio corpo di mettere in circolo del sangue nuovo, che si è rinnovato nel momento in cui una parte è stata sottratta. Non bisogna, quindi, pensare che la donazione sia un obbligo, quanto, piuttosto, un dono che si può fare al proprio corpo per permettergli di funzionare meglio e al massimo delle sue capacità. Coloro che possono donare sono i volontari, sia uomini che donne, maggiorenni, in buono stato di salute, che non facciano uso di droghe e che non abbiano dei tatuaggi permanenti. Per le donne in età fertile, l’unica restrizione sta nella quantità di sangue da poter donare, che sarà leggermente inferiore rispetto a quella donata da un uomo o da una donna in menopausa.
Sul territorio nazionale, sono presenti diverse strutture convenzionate, in cui ad operare sono volontari specializzati e medici che, con i loro controlli periodici, si impegnano a verificare il buono stato di salute del donatore e suddividere le varie sacche in base alle caratteristiche del sangue e alle esigenze di chi ne beneficerà. La presenza di queste figure professionali garantisce al donatore la sicurezza del proprio gesto e la garanzia che il sangue donato arrivi ai pazienti bisognosi. Il sangue raccolto, infatti, permette ai medici delle varie aziende ospedaliere di effettuare trasfusioni, ma anche di fare trapianti e dare una speranza ai malati affetti da malattie gravi, come la leucemia. Se si considera che si tratta di circostanze che, fino a non molti anni fa, lasciavano temere il peggio, al giorno d’oggi ogni donatore contribuisce a migliorare o a salvare la vita di un numero sempre crescente di pazienti. Dal momento che l’Italia è costretta ad importare gran parte del sangue necessario per le trasfusioni e gli interventi, donare vuol dire rendere il paese autonomo, per un benessere comune e per creare un fondo del quale tutti possano beneficiare in caso di necessità improvvisa.

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