No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

Ma il sonno polifasico è veramente utile come dicono?

Okay, non so bene quanto il sonno polifasico sia diffuso nel Bel Paese, quel che è certo è che all’estero (soprattutto negli Stati Uniti) sono sempre di più le persone che si stanno interessando a questo nuovo sistema per dormire di meno. Mah, bella idea di sicuro, perché con il metodo adatto è possibile arrivare a spremere ogni minuto della fase notturna fino ad arrivare ad un incredibile risultato di 2 ore a notte.
Pazzia? Forse, anzi probabilmente sì. E visto che io sono un pazzo, l’ho provato per due mesi prima di arrivare a trarre le mie conclusioni. Primo aspetto da considerare: se sono qui a scrivere questi paragrafi, significa che sono ancora vivo. E non è un risultato così scontato per molti, visto che si parla pur sempre di dormire 2 ore a notte. Quindi il sonno polifasico può funzionare, ed anzi funziona, nel senso che è fisicamente possibile seguirne il ritmo.
Ma in cosa consiste esattamente? Già, perché una breve ricerca su Google mi dice che solo una dozzina di persone al giorno cercano “sonno polifasico”, segno che non è ancora un argomento seguito da così tanta gente. Iniziamo quindi dalle basi.
Il sonno polifasico è un sistema grazie al quale si possono ridurre le ore totali di sonno (e fin qui ci siamo) dormendo più volte nell’arco della giornata. A seconda del metodo utilizzato, prende un nome diverso:

  • Sonno bifasico: è il classico riposino della nonna, dove si va a dormire per un’ora e mezza di giorno e altre quattro ore di notte. Per un totale di cinque ore e mezza, che è già un risultato più che discreto a pensarci bene!
  • Metodo Everyman: tre ore a dormire di notte, più tre riposini di mezz’ora durante il giorno per un totale di quattro ore e mezza. E’ un’ora in meno rispetto al sonno bifasico, ma la differenza la si sente eccome!
  • Metodo Uberman: qui si va nell’estremo, perché si dorme due ore al giorno. Addio riposo notturno, qui si va a letto per venti minuti ogni quattro ore!

Bene, io posso dire di aver utilizzato tutti e tre i metodi. Prima l’Everyman per un lungo periodo, poi Uberman, e infine un poco di bifasico. Quello di cui voglio parlare è l’uberman, perché molto più estremo degli altri due (e ci mancherebbe).
Il primo problema che ho dovuto affrontare è quello del sonno, che nelle prime due settimane è pesante soprattutto di notte. Tutto calcolato, nessun problema, è normale che il corpo e la mente si debbano abituare dopo una botta del genere. Almeno durante le ore diurne mi sento bene e bello sveglio, come se mi fossi riposato con le canoniche 8 ore di sonno.
Passato questo problema, ecco che se ne presenta un altro: bisogna dormire ogni 4 ore! E no, sgarrare non è molto consigliato. Questo significa che anche fare aperitivo e cena con gli amici è un bel problema per l’Uberman. Questo è secondo me l’aspetto peggiore di tutti, ed è anche il maggior difetto dell’Uberman: è vero, si sta svegli praticamente sempre, ma dover dormire ogni poche ore è la cosa meno pratica alla quale si possa pensare. Anche se le energie sono tante, non si può assolutamente saltare nessun riposino.
Questo mi porta ad una riflessione: il sonno polifasico è veramente utile? Non per chi vuole avere la giornata libera, no. Ma andiamo avanti…
Funziona? Questo sì, eccome. Dopo le due settimane passate cercando di non cadere fra le braccia di Morfeo in piena notte, si cominciano a raccogliere i frutti dei propri sforzi. Si sta effettivamente in piedi per 22 ore al giorno: certo il sonno notturno è un problema costante, ma passato il trauma iniziale ci si impara a convivere senza troppe difficoltà.
Chi ha bisogno di tempo adorerà il sonno polifasico, perché di tempo ne dà in abbondanza. Ma al caro prezzo di dover tornare a casa (o in macchina, o hotel, o altra struttura) per riposarsi 6 volte al giorno. Una rottura di scatole, come ho già detto. Questo non sarà un problema per chi è così impegnato da non avere più una vita sociale degna di nota: può essere un lavoro fin troppo stressante, o magari quel maledetto esame di algebra. Io ho utilizzato l’uberman proprio all’università, e mi sono trovato bene: studiare di notte e andare al lago di giorno non ha prezzo! In più mi piaceva guardare la faccia strana del panettiere quando mi presentavo da lui ogni giorno alle 6 di mattina a prendere il pane…
Okay, tornando seri. A parte quelle persone descritte nel paragrafo precedente, tutti gli sperimentatori di sonno polifasico si troveranno di fronte ad un grande problema: la noia. Sì, perchè stare sempre svegli ti dà la sensazione che le giornate siano infinite, e bisogna trovare qualche occupazione per far passare il tempo. Ci si può dedicare ai propri hobby, ma solo solitari: alle 4 di mattina è difficile trovare qualcuno con cui fare una partita di tennis! La mancanza di interazione sociale rende la questione ancora più spinosa, e per questo consiglio a chiunque voglia provare il metodo Uberman di avere bene in mente come occupare il proprio tempo in maniera ottimale.
E qui arrivo alla mia conclusione: il sonno polifasico funziona, ma ha anche dei grossi svantaggi. Chi non ha più tempo da dedicare alle sue passioni e ha degli orari flessibili potrebbe trovarlo molto utile, ma per tutti gli altri non sarà che un bell’esperimento. Certo, ci sono sempre il sonno bifasico e il metodo Everyman che sono fatti apposta per adattarsi a tutti i palati, ma questo è un altro discorso.

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing