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Carlo Pignatelli veste il calcio: da Del Piero a Cannavaro, passando per la Juve, lezioni di stile

Il mondo del calcio indossa da molti anni gli abiti di Carlo Pignatelli: da Del Piero a Cannavaro, da Ravanelli a Zambrotta, Le Grottaglie e Pessotto, e andando un po’ più indietro nel tempo, si arriva ad Antonio Cabrini. Questo sodalizio è cominciato circa 15 anni fa, quando lo stilista, brindisino di nascita ma torinese d’adozione, disegna con il suo inconfondibile stile le divise per la Juventus.
Dal 1995, oltre alla Juventus, Carlo Pignatelli collabora con altre squadre di calcio come la Nazionale Italiana e l’Olympic Marsiglia nel 2001 e il Watford nel 2002. Ma il sodalizio con la Juventus, di cui Carlo Pignatelli è official supplier, è il più saldo, dal momento che lo stilista ne ha disegnato le divise ufficiali dal 1995 al 1998, dal 2000 al 2002 e dal 2003 al 2006, fino all’anno 2011-2012.
Le divise sono ispirate ai completi del college inglese, corredati da abito, cappotto ed impermeabile. Uno stile impeccabile e british, caratterizzato da una sobria eleganza ma anche dal tratto inconfondibile dato dalla sartorialità italiana, con una cura estrema per i dettagli. La passione per lo sport ha contribuito a legare il nome di Carlo Pignatelli, come fashion designer, ad una squadra di successo come la Juventus, la squadra della città dove lo stilista ha dal 1968 il suo quartier generale, Torino. Una volta semplice sartoria, oggi Carlo Pignatelli riceve i suoi ospiti in un lussuoso atelier con un’ampia collezione di capi per la cerimonia e il matrimonio, ma anche abbigliamento più sportivo contraddistinto da uno stile unico e pregiato.

Chi è Carlo Pignatelli
E’ con profondo rispetto per la tradizione dei capi su misura che Pignatelli ha fatto la sua prima collezione maschile a mano per il suo debutto a Torino nel 1980. Uno sposo atipico appare sulla pista: linee insolite, colori e tessuti sono proposti per un uomo che può finalmente giocare un ruolo da protagonista in una cerimonia che fino a quel momento ruotava esclusivamente intorno alla sposa. Una collezione di haute couture emerge per la prima volta nella storia della moda maschile. Il successo di Carlo Pignatelli comincia allora e là, ottenendo un grande successo in Italia e in tutto il mondo . “Per me, la sartoria si basa sui valori, ed è uno strumento unico per essere utilizzato per la ricerca della perfezione e la bellezza del corpo. La mia sfida è applicarla costantemente alla ricerca e creatività in modo tale da portare tradizione e innovazione insieme “.
Nato a Latiano, Brindisi (Italia) nel 1944, designer di fama mondiale, Carlo Pignatelli è particolarmente rinomato per l’abbigliamento formale dei suoi uomini. Più di quarant’anni sono passati da quando ha iniziato la sua carriera negli studi di sarti noti, imparando l’arte della couture. Lo stile della sartoria Pignatelli, lo ha chiaramente distinto fin dalle prime collezioni dedicate all’abbigliamento formale maschile e femminile. Lo stilista ha quindi rivoluzionato soprattutto il settore dell’abbigliamento formale, con abiti da cerimonia Pignatelli dallo stile unico e originale e degli abiti da sposa, con una creatività e la costante richiesta d’innovazione che lo ha guidato verso una ri-progettazione della forma stilistica e contenutistica del settore moda in una zona profondamente radicata nella tradizione.
La griffe torinese passò sulle passerelle della sfilata Milano Collezioni Uomo ( come si chiamava allora) per la prima volta nel 1993. Il successo che ha incontrato la convinse ad adeguare il suo ciclo di produzione trasferendo alcune tecniche industriali alle sue procedure artigianali. Il designer progetta oggi ciascuna delle sue collezioni con l’aiuto del suo staff presso la sede Carlo Pignatelli S.p.A. di Torino. I prototipi sono tutti realizzati lì. Fino ad oggi, l’atelier cuce abiti su misura per le celebrità e per clienti molto esigenti.
Il 1995 segna l’affiliazione memorabile tra Pignatelli e la Juventus, per la quale disegna la divisa ufficiale della squadra di calcio. Dopo la squadra italiana, segue l’esempio anche l’Olympic de Marseille (1999), il Torino (2001) e il Watford (2002) Club calcio.

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