Free climbing: due passi verso l’alto…
L’arrampicata sportiva comunemente nota come "free climbing" è una vera e propria disciplina sportiva, innovativa, ed ogni anno conquista migliaia di giovani. E’ l’attività sportiva che si esplica sulle rocce naturali per eccellenza e ha, difatto, lontane origini alpinistiche.
Il free climbing è uno sport molto moderno, la prima manifestazione sportiva agonistica risale al 1985 proprio in Italia, a Bardonecchia con la prima competizione internazionale. Nasce sulle rocce di montagna ma ben presto ha coinvolto numerose falesie, sopratutto nel fondovalle, trascurate dagli alpinisti, riprese e valorizzate per mezzo di apposite attrezzature dei climbers.
L’obiettivo di chi si arrampica è il superamento di percorsi su roccia con difficoltà sempre maggiori senza l’ausilio di alcun mezzo artificiale per la progressione: le protezioni in parete (chiodi fissati sulla roccia e denominati "spit") e la corda, vengono utilizzati esclusivamente per proteggere l’arrampicatore in caso di caduta. Le pareti su cui ci si arrampica hanno forti pendenze secondo il grado di difficoltà del percorso, possono raggiungere anche il 90% nei percorsi più esperti. Per questo motivo, l’atleta che si cimenta in una scalata a "mani nude" deve possedere una buona preparazione atletica, tecnica e psicologica.
E’ fondamentale avere un’adeguata forza fisica, resistenza, equilibrio e coordinazione e ancora una continua concentrazione per poter scegliere le vie e gli appoggi migliori per salire. Altro parametro fondamentale è l’elevato dispendio energetico a cui ci si sottopone e che deve essere valutato attentamente. Ciò comporta necessariamente un adeguato apporto calorico prima e durante l’esercizio fisico. Si stima che una salita dalla difficoltà media e della durata di 5 ore conduca l’atleta a bruciare circa 2400 Kcal. Inoltre, in alta quota la disidratazione è notevole sia a causa dell’evaporazione corporea e sia attraverso l’iperventilazione. Mediamente la perdita di acqua durante un escursione di un giorno è dell’ordine del litro e questo volume raddoppia quando ci si trova ad alta quota.
Un contributo alla crescita e alla diffusione di questo sport così moderno è stato fornito dalla crescente installazione di strutture artificiali indoor che riproducono le caratteristiche delle pareti rocciose. Veri e propri muri artificiali allestiti in modo stabile o temporaneo all’interno dei centri sportivi per promuovere l’allenamento a questa disciplina anche in ambienti metropolitani o comunque durante la stagione fredda. Ciò permette agli appassionati di allenarsi sempre a prescindere dalla stagione consentendo di elevare in breve tempo il livello tecnico e atletico dei praticanti. Si tratta ormai di uno sport affermato e con un grande seguito.
Lo sforzo fisico e mentale è ampiamente ripagato al termine della scalata dalle forti emozioni e dalla grande soddisfazione che pervade i climbers quando giungono in vetta. Il grande entusiasmo una volta in cima e le difficoltà incontrate durante la salita rientrano perfettamente in una relazione d’amore, sincera e capricciosa allo stesso tempo. Questo avviene anche tra gli alpinisti e la loro amata montagna.