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Brexit 2020 – Quando De Gaulle disse “no” due volte all’Unione Europea

Brexit 2020 – Quando De Gaulle disse “no” due volte all’Unione Europea

LONDRA (AP) – La Gran Bretagna lascia ufficialmente l’Unione Europea il 31 gennaio dopo un periodo politico debilitante che ha amaramente diviso la nazione dal referendum sulla Brexit del 2016. I difficili negoziati che stabiliscono le nuove relazioni tra la Gran Bretagna e i suoi vicini europei continueranno per tutto il 2020.

Foto in evidenza: 12 novembre 1944 – il Primo Ministro britannico Winston Churchill, a sinistra, e il Generale Charles De Gaulle, al centro, salutano il Guerriero sconosciuto della Francia all’Arco di Trionfo a Parigi.<

21 gennaio 2020 – Sebbene alleati nella seconda guerra mondiale, De Gaulle ha posto il veto per due volte alla domanda della Gran Bretagna negli anni ’60 di unirsi a quella che allora era conosciuta come la Comunità economica europea. La Gran Bretagna alla fine si unì nel 1973 dopo che il successore di De Gaulle, Georges Pompidou, revocò il veto alla Francia. Il 31 gennaio 2020, la Gran Bretagna lascierà quella che divenne nota come Unione Europea.>

 

La richiesta di Winston Churchill nel 1946 di “Stati Uniti d’Europa o di qualunque nome o forma possa assumere” iniziò a prendere rapidamente forma.
Nel 1952 fu fondata la Comunità europea del carbone e dell’acciaio. La sua intenzione era quella di integrare le industrie carboniere e siderurgiche di Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e quella che all’epoca era la Germania occidentale.

Comunità economica europea - Firma del Trattato di Roma il 25 marzo 1957
Firma del Trattato di Roma il 25 marzo 1957. (Foto AP, File)
Per la Gran Bretagna, le considerazioni imperiali ancora regnavano supreme. Sarebbe rimasto fuori dalla formazione successiva cinque anni dopo della Comunità economica europea, il precursore dell’Unione europea, nel 1957. Il trattato di Roma, che ha creato la CEE, aveva ambizioni più grandi, l’istituzione di un’unione doganale e un unico mercato di capitali, merci, lavoro e servizi come parte di un grande piano per liberare l’Europa dalla guerra.

Con l’impero britannico in preda alla morte e l’economia britannica in difficoltà – certamente se paragonato al boom del dopoguerra in atto in gran parte della CEE, in particolare nella Germania occidentale – non passò molto tempo prima che emergesse un consenso all’interno dei circoli politici di Londra che la Gran Bretagna aveva “perso l’autobus”.

Charles de Gaulle, a sinistra, il primo ministro britannico Harold MacMillan, al centro, e il presidente americano Dwight D. Eisenhower - Eliseo a Parigi il 17 maggio 1960
Il presidente francese Charles de Gaulle, a sinistra, il primo ministro britannico Harold MacMillan, al centro, e il presidente americano Dwight D. Eisenhower lasciano un vertice al Palazzo dell’Eliseo a Parigi il 17 maggio 1960. (Foto AP, File)

Il governo conservatore del primo ministro Harold Macmillan ha spinto per l’adesione britannica alla CEE, ma la sua ambizione è stata vanificata dal presidente francese Charles de Gaulle. Dopo che De Gaulle ha posto il veto alla prima offerta della Gran Bretagna di aderire nel 1963, Macmillan era così sconvolto che confidò nel suo diario che “tutte le nostre politiche in patria e all’estero sono in rovina”.

Il primo ministro britannico Harold Wilson, a sinistra, incontra il presidente francese Charles de Gaulle al Palazzo dell'Eliseo a Parigi il 24 gennaio 1967
Il primo ministro britannico Harold Wilson, a sinistra, incontra il presidente francese Charles de Gaulle al Palazzo dell’Eliseo a Parigi il 24 gennaio 1967. (Foto AP, File)

De Gaulle disse di nuovo “no” nel 1967, questa volta al primo ministro laburista britannico Harold Wilson.

De Gaulle, che trascorse gran parte della seconda guerra mondiale a Londra quando la Francia era sotto l’occupazione, avvertì i suoi cinque partner della CEE che la Gran Bretagna aveva una “ostilità radicata” nei confronti dell’integrazione europea che poteva portare alla fine di quella che allora veniva definita “Mercato comune“. Temeva inoltre che, nei periodi di crisi, la Gran Bretagna si sarebbe sempre schierata con gli Stati Uniti rispetto ai suoi vicini continentali.

Le osservazioni di De Gaulle si sono certamente rivelate vere decenni dopo, durante l’invasione dell’Iraq guidata dagli Stati Uniti nel 2003, quando la Gran Bretagna si schierò con gli Stati Uniti rispetto ai suoi partner dell’UE Francia e Germania.

Fu solo dopo che De Gaulle lasciò la scena politica francese che la Gran Bretagna poté finalmente prendere il suo posto al primo tavolo europeo. Il successore di De Gaulle, il presidente francese Georges Pompidou, fu molto più suscettibile all’adesione britannica e nel 1973 la Gran Bretagna si unì infine al gruppo, con tutti i suoi principali partiti politici a favore dell’iniziativa.

FONTE: apnews.com
IMMAGINI: apnews.com | AP

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