Ercolano, l’ultimo saluto a Gaetano Lavini
Ercolano. Questa mattina si sono tenuti i funerali di Gaetano Lavini, il 18enne ucciso a colpi di coltello nel primo pomeriggio di sabato in traversa Mercato nella città degli Scavi. Il rito funebre si è tenuto nella basilica di Santa Maria a Pugliano intorno alle ore 11. A celebrare la messa non il parroco della suddetta chiesa, ma don Pasquale Incoronato, parroco di Santa Maria del Pilar, altra chiesa di Ercolano, e gestore della ‘Locanda di Emmaus’, luogo di ritrovo e di incontro religioso di alcuni giovani fedeli di Incoronato. A concelebrare con lui sull’altare anche don Marco Ricci e don Andrea De Luca.
Più di mille le persone presenti in chiesa e almeno altre duecento quelle che si sono raccolte all’esterno. Un ultimo saluto organizzato nei minimi dettagli da amici e parenti di Gaetano. Palloncini bianchi con le foto del ragazzo legate con una cordicella, magliette bianche a mezze maniche sempre con la foto di Gaetano indossate sopra ad altri abiti da molti ragazzi presenti, le colombe bianche fatte volare all’uscita del feretro dalla chiesa assieme ai palloncini.
Dentro la chiesa erano presenti anche i gonfaloni di alcune associazioni cattoliche della città mentre fuori le mura del tempio diversi striscioni di cordoglio e di saluto per Gaetano.
Nel corso della sua omelia don Pasquale Incoronato ha raccontato di aver conosciuto Gaetano e di averlo supportato in alcuni momenti di sconforto, così come di conoscere da anni i suoi genitori. Ha sottolineato quanto la violenza non generi frutti e ha chiesto che non si cerchi vendetta per quanto successo a Gaetano Lavini. Al termine dell’omelia una signora ha invece gridato che chi ha commesso questo omicidio non ne aveva il diritto e che la dovrà pagare per quanto ha fatto. Una persona che nessuno ad ora ha ancora saputo riconoscere, come vuole la tradizionale omertà.
Applausi all’uscita della bara bianca dalla chiesa. Bianca come la purezza, come la stessa liturgia propone. Bianca come quelle utilizzate per raccogliere i corpi dei bambini o dei giovanissimi prematuramente scomparsi per qualsivoglia motivo.
L’humus sociale presente dentro e fuori la chiesa era variegato. Non solo parenti, amici, conoscenti e semplici cittadini. Ai funerali di Gaetano Lavini erano presenti anche alcune persone ritenute vicine al clan Birra e altre ritenute vicine al clan Vollaro della vicina città di Portici. Proprio la presenza di questi ultimi potrebbe spiegare l’affissione di alcuni manifesti di cordoglio apparsi ieri lungo alcune delle vie di Ercolano sui quali era scritto ‘Portici tutta partecipa al dolore che ha colpito la famiglia Lavini’. Un manifesto dal quale il sindaco di Portici Nicola Marrone ha preso la distanze chiedendo anche all’arma dei carabinieri di fare luca sulla vicenda.
Dopo aver accompagnato l’auto delle onoranze funebri che trasportava la bara di Gaetano al cimitero una cinquantina di ragazzi ha sfilato per corso Resina con gli stessi striscioni che era accampati davanti la chiesa dove si sono svolti i funerali.
Ciro Oliviero