I tanti risvolti della serie Holly e Benji
Holly e Benji è la serie di cartoni animati che ha deliziato tutti i bambini degli anni 80. È tratto dall’anime “Capitan Tsubasa”, venne lanciato nel 1983 e nel 1986 in Italia.
Nel nostro Paese (come del resto in tutto il resto del mondo), i nomi dei personaggi non sono quelli dell’originale in giapponese, ma vengono cambiati all’inglese, per esigenze di contratto. Addirittura, tra un Paese e l’altro alcuni nomi hanno sofferto piccole variazioni.
La serie televisiva presenta degli upgrade rispetto al manga originale. Sono delle nuove serie che includono anche i quattro film usciti in Giappone. Possiamo trovare I nostril eroi impegnati nel Torneo di Parigi (una sorta di Mondiale Giovanile) e per ultimo abbiamo Holly e Benji Forever, andato in onda nei primi 2000; quest’ultima serie ipotizza i campioncini giapponesi in giro per i club sudamericani e poi europei. Sia nel Torneo di Parigi che in Holly e Benji Forever, il cartone non usa i veri nomi delle squadre e i veri colori delle maglie dei vari Club e delle varie Nazionali, per non avere problemi di diritti. Holly e Benji Forever fu creato in vista dei Mondiali del 2002, organizzati proprio dal Giappone: Holly finisce al Barcellona (Catalunya) dopo il passo per il Brasile, Mark Lenders finisce nella nostra Serie A (il Piemonte), affrontando Totti e Del Piero.
La serie ha riscosso un grande successo in tutto il mondo, i trentenni di oggi ancora ne parlano. E da un cartone animato per intrattenere il pubblico, i nostri campioncini sono diventati un’enorme macchina da soldi a suon di operazioni di marketing.
Innanzitutto, la marca francese Okawa ha comprato i diritti per produrre e commercializzare le maglie di Holly e Benji. A parte le maglie, sono disponibili anche felpe, pantalonicini e gadget come cappellini o borse.
La Electronic Arts è da anni che inserisce nelle varie versioni di Fifa dei patch per poter inserire nel videogioco le squadre e i giocatori ufficiali della serie. La Lemon Soda nel 2014 ha creato un mini videogioco on line con protagonista Holly per promozionare il suo brand e i suoi prodotti.
Del resto, il cartone aveva dei valori che il marketing non poteva snobbare. L’amicizia e il rispetto: molti cattivissimi personaggi rivali diventavano più buoni dopo aver incontrato Holly. La potenza e lo sforzo: campi lunghissimi e giocatori che facevano dei tiri fantasiosi e micidiali. E in Giappone sono convinti che il manga e l’anime sono stati fondamentali nella crescita del movimiento calcistico locale: la nazionale si qualificò per la prima volta ai Mondiali nel 1998 e appunto nel 2002 arrivò addirittura fino agli ottavi di finale.