No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

Monti e la manovra ‘salva Italia’

Il nuovo governo Monti ha finalmente esposto, dopo giorni d’ attesa e d’ incertezza, conditi anche da molta disinformazione, i punti cardine della nuova manovra finanziaria che richiederà ulteriori sacrifici agli italiani.

Tale manovra, dal peso di ben 20 miliardi, o parlando in percentuale, equivalente all’1.3% del Pil, si basa su una serie di punti chiave che verranno poi ridiscussi dalle due camere, e magari modificati per poi essere finalmente approvati dal presidente della Repubblica (King Giorgio Napolitano), sperando di non incorrere in grandi intoppi dato che il tempo non ci è molto amico.
La manovra, seguendo i tre principi chiave tanto acclamati da Super Mario Monti, stabilità finanziaria, crescita ed equità, prevede tagli pari a 20 miliardi di Euro ed investimenti a favore della crescita, del sistema produttivo e del lavoro pari a 10 miliardi.
Tra i punti più importanti è da ricordare come questa manovra reintroduca l’ICI, anche se attraverso un nome diverso (Imu), la quale avrà un peso assai grande (tra i 7 e gli 8 miliardi di euro). L’imposta municipale unica, che partirà da gennaio, prevederà un’aliquota di base fissata allo 0.76%, anche se ridotta allo 0.4% per la prima casa.
Contrariamente a quanto era stato anticipato in precedenza, no si prevede alcun tipo di aumento dell’Irpef, cosa che ha fatto storcere il naso ad alcuni, visto che l’aumento di quest’ultima, andando a colpire soprattutto le classi più agiate della penisola, avrebbe portato nelle casse dello stato parecchio denaro liquido utile come non mai in questo momento critico.
Tuttavia, ci sarebbero altri tipi di imposte che graviterebbero sui ‘ricchi’, come ad esempio il prelievo aggiuntivo, una tantum, pari all’1.5% su tutti i fondi che sono rientrati in Italia attraverso lo scudo fiscale, una tassa sui beni di lusso quali aerei ed elicotteri, come anche auto con potenza superiore a 170 cavalli.
Altro punto saliente della manovra consiste nell’innalzamento dell’età pensionabile, con la scomparsa (o quasi) delle pensioni d’anzianità ed il conseguente calcolo dell’assegno con il sistema contributivo pro-rata. L’età minima di pensione diventa così 66 anni per gli uomini e 62 per le donne, anche se pare che a partire dal 2018 queste ultime dovranno andare in pensione a 66 anni.
Si parla anche di futuri tagli alla classe politica (Monti ha già dichiarato che rinuncierà al suo stipendio), anche se fino ad ora si è parlato molto ma si è fatto troppo poco.
Definito un vero e proprio ‘schema da dopoguerra’ da Ezio Mauro de ‘La Repubblica’, frutto di un contesto obbligato come nel dopoguerra con De Gasperi, dove tutto e tutti erano contro l’Italia tranne la ritrovata cortesia nei confronti del governo italiano.
La domanda che viene da farsi è: Quanto equa è questa manovra?
Di sicuro l’imposta aggiuntiva di 1.5% una tantum sui patrimoni rientrati già in Italia rappresenta solo un piccolo assaggio di patrimoniale, dunque non abbastanza. Il governo Monti potrebbe essere alla fine dei conti criticato per lo scarso coraggio adoperato nella manovra e l’incapacità di combattere i poteri forti della politica, di cui questo governo è più o meno soggetto. Per quanto riguarda i costi della politica e della pubblica amministrazione? Parliamo di province e della loro inutilità, dei vari vitalizi, dell’ingente numero di auto blu (siamo i primi al mondo in numero!), il finanziamento ai partiti e via discorrendo.
In più paiono pochi gli sforzi in direzione della crescita del paese, fattore che potrebbe infossare l’Italia in una recessione ancora più grave e duratura di quella attuale. Ed alla fine chi paga sono sempre gli stessi!
Detto questo, mi vien da pensare: con la reintroduzione dell’ICI (o Imu, chiamatela come vi pare) conviene più investire in immobili in Italia?

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing