Chi riguarderà il taglio alle pensioni di reversibilità?
Il Governo è a lavoro su una legge delega che mira a contrastare la povertà mediante l’erogazione di un assegno universale indirizzati a circa 4,1 milioni di italiani.
Il principio è quello di calcolare la pensione di reversibilità basandosi sull’Isee, in modo da evitare l’erogazione dello stesso a favore di famiglie facoltose.
La pensione di reversibilità riguarda, oggi, circa 3 milioni di benefeciari, per una spesa complessiva che ammonta circa a 24 miliardi di euro.
E’ importante, però, sottolineare che nella maggior parte dei casi la pensione di reversibilità non viene erogata a favore di individui benestanti, ma rappresenta una fonte di sostentamento sussidiaria per i più anziani.
Maggiornaza ed opposizione si sono dichiarati subito contrari ad eventuali tagli da parte del governo.
Possono tirare un sospiro di sollievo i pensionati, in qunato le loro pensioni non saranno oggetto di alcun taglio. A sostegno delle loro esigenze ci sono i prestiti personli e le cessioni del quinto, soprattutto grazie alle convenzioni con l’INPS, caratterizzate da tassi estremamente convenienti ed adatti ad ogni profilo personale.
La pensione anticipata è una ‘via di fuga’ sempre più spesso ricercata, anche nel 2016, perché i requisiti inaspriti dalla riforma Fornero hanno portato l’età anagrafica della pensione di vecchiaia Inps a livelli che tutti i lavoratori considerano inaccettabili. Quest’anno, chi vuole accedere alla pensione di vecchiaia deve avere 66 anni e 7 mesi se uomo o donna dipendente del settore pubblico e 65 anni e 7 mesi se donna dipendente del settore privato. Le lavoratrici autonome accedono a 66 anni e 1 mese di età. A partire dal 2018, tutti i lavoratori accederanno alla pensione alla stessa età, ovvero 66 anni e 7 mesi. La scappatoia resta quindi la pensione anticipata. Vedi le condizioni della settima salvaguardia.
Inps, pensione anticipata: le due possibilità
La pensione anticipata Inps consente di uscire dal mondo del lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi versati per i lavoratori e 41 anni e 10 mesi per le lavoratrici. Esiste però un’altra forma di pensione anticipata, che tra i requisiti include l’avere 63 anni e 7 mesi di età anagrafica. Si tratta della pensione anticipata contributiva. A quali condizioni è possibile accedervi a questa età? Sono richiesti un minimo di vent’anni di contributi versati (contribuzione effettivamente versata con esclusione di quella accreditata figurativamente a qualsiasi titolo) e l’ammontare del primo assegno deve superare di 2,8 volte quello dell’assegno sociale (tradotto in termini pratici, l’importo dell’assegno delle superare i 1.255 euro). Una circolare Inps ha chiarito anche un dettaglio che fino a poco tempo fa non era chiaro. È stato specificato che per chi è iscritto alla Gestione separata e voglia cumulare i contributi per avere un’unica pensione, nel calcolo vengono presi in considerazione anche i contributi versati prima del 1996. Ciò significa che l’accesso a tale tipo di pensione è valida anche per il lavoratore autonomo, il libero professionista, il cococo e il cocopro. Si ricorda che ai fini del conseguimento della pensione è necessaria la cessazione del rapporto di lavoro dipendente ma non la cessazione dell’attività svolta come lavoratore autonomo.