Sino dagli anni ’50 costruire una barca richeideva il lavoro, a volte di anni, di maestri d’ascia e manodopera specializzata. Il prodotto finito era un capolavoro, costoso e riservato a pochi. Poi qualcosa è cambiato: con l’arrivo dei favolosi anni 60, insieme ai Beatles, i movimenti studenteschi e… la plastica. Molti oggetti potevano essere clonati e disponibili sul mercato a basso prezzo, anche le barche. Però le decantate virtù di immortalità e manutenzione zero della vetroresina si sono rivelate promesse vane. Anzi, la miriade di bollicine d’aria che restano intrappolate durante la stratificazione dello scafo sono una delle principali cause dell’osmosi.