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Dall’ultima moda di video-comunicare e inviare foto tramite il cellulare si è subito passati all’allarme sulla privacy. Da un lato è esplosa la mania dei mini telefonini sempre più accessoriati e vicini ai computer, dall’altra si dilata il pensiero preoccupante di una ancor minore privacy. E già, perchè in qualche arte del mondo sono già scattate delle denuncie di foto scattate di nascosto col telefonino di ultima generazione prontamente pubblicate su internet. Per cominciare, quindi, i cellulari saranno banditi da varie centinaia di polisportive. A Hong Kong, d’altronde, la medesima soluzione era già stata adottata dal 2003. Effetti collaterali che potrebbero verificarsi sempre più spesso dal momento che, solo in Giappone, ne sono stati venduti nel 2002 tredici milioni di esemplari contro i due milioni degli Stati Uniti e in Italia ne circolano già circa un milione. Un numero di persone con una macchina fotografica sempre a disposizione davvero fuori da ogni immaginazione, per di più in grado di mostrare a tutto il mondo i propri scatti con la facilità e la velocità di un messaggio mms.
Tanto per restare in tema, nel nostro paese si può citare l’accordo della 3, la prima ad aver commercializzato gli Umts nostrani, con la clinica milanese Humanitas. Un vero video call center dermatologico in cui, chi ha il video-telefonino, si può far visitare da uno specialista a distanza, per il momento unicamente per constatare i risultati delle cure precedentemente applicate al paziente. L’argomento non è facile né tanto meno si può e si vuole bloccare la diffusione dei video-telefonini: molte interviste hanno in effetti rivelato un loro utilizzo molto utile ai clienti: ad esempio per la possibilità di accordarsi per mezzo di immagini visive piuttosto che con descrizioni vocali circa un prodotto. Se la 3 ha venduto centomila apparecchi nei primi 70 giorni dal lancio e dichiara di proseguire a un ritmo di 10.001.500 ordini al giorno, il bilancio di Vodafone aggiornato al marzo 2003 era di quasi 600 mila esemplari. Alla stessa data Tim dichiarava 200 mila pezzi (a fronte però di un milione di suoi telefoni multimediali) e Wind ne aveva piazzati circa 75 mila solamente durante la promozione natalizia del 2003.
Tornando al discorso sulla privacy, a qualcuno può far ridere il fatto che a Tokyo i ragazzini fanno anche la fila per farsi truccare gli apparecchi, rimuovendo il rumore del "clic" per poter scattare ogni tipo di foto senza essere scoperti. Un accorgimento indispensabile per i tanti maniaci nipponici autori di foto sotto le gonne delle ragazze. Ma il fatto non è poi così divertente dal momento che esistono siti internet in cui questi scatti possono essere socializzati. Basta spedire dal telefonino l’immagine digitale agli appositi indirizzi e lo scatto sarà messo on-line in pochi minuti. Come è possibile? Semplice, infatti sulla homepage compare una legge liberatoria: "La navigazione del sito è a rischio dell’utente", vale a dire a tuo rischio e pericolo, intanto però noi pubblichiamo tutto. Ed internet è pieno di questi siti. E se non si vuole finire on-line, purtroppo, non basta tenere gli occhi aperti.
Tags: cellulari, privacy, UMTS
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