Sole, bel mare, prezzi accessibilissimi e assoluta sicurezza. Si possono trovare anche in molte altre località, anche più vicine della Thailandia. E allora? Cos’è che ci fa ancora battere il cuore per un viaggio di venti giorni nella Terra del Sorriso? Forse è proprio il sorriso delle persone che ci hanno ospitato, consigliato, offerto un succo al mango o cucinato un piatto di noodles in riva al mare. Il sorriso spontaneo di questo popolo. Non si tratta solo di cortesia. La cortesia è anche una convenzione sociale, a volte mal sopportata. In questo caso invece direi… spontaneità. A volte gratitudine. La gratitudine che ti dimostra il negoziante di seta quando acquisti una sciarpa (bellissima) nel suo negozio. Sa che la sua presenza, la cortesia e la disponibilità con cui ti consiglia è un valore aggiunto fondamentale. In Thailandia ti senti sicuro, anche se l’inglese non è molto utilizzato, anche se si guida sulla sinistra, anche se a volte il tuo tuk tuk sfreccia nel traffico e speri che le valige non cadano e le tieni salde con le mani, anche se le abitudini (nel mangiare, nel considerare la religione, nei rapporti personali…) a volte sono agli antipodi delle nostre. È un paese che ti accoglie con ‘Non c’è problema, vai tranquillo’. E anche con ‘Chiedici pure, facciamo il possibile’.
Siamo in un ristorante al momento di ordinare il dolce, la cuoca passa al nostro tavolo. Con una serie di ‘Scusate’ e ‘Grazie’, ci vuole informare che se ordiniamo i dolci più ricchi, aspetteremo un bel po’ (queste le sue precise parole) perché i clienti sono tanti… ‘Scusate… Grazie’.
Non c’è problema per noi, ordiniamo comunque un pancake…. è la specialità della zona… aspettiamo volentieri. Dopo dieci minuti arriva il nostro pancake alla banana con gelato. Dieci minuti? Dieci minuti è il tempo lunghissimo che avremmo dovuto aspettare? Si, e con molti ‘Scusate… Grazie’. Mi manca molto la sensazione di trovarmi in un paese dove tutto sembra facile.
Facile spostarsi, facile mangiare bene, facile scoprire un mare trasparente con le montagne sullo sfondo (magari al tramonto), fare il bagno tutti i giorni in una spiaggia diversa. Facile comunicare con le persone. Mi manca la Thailandia con la sua varietà dei paesaggi.
La caotica e affascinante Bangkok, la Chiang Mai delle montagne e dei templi dorati, lo splendido mare delle Andamane con le sue isole tutte diverse pronte a soddisfare i più esigenti appassionati di spiagge e mari. Un paese che puoi visitare tutto l’anno e che offre tanti spunti di riflessione sulla nostra cultura e sulle abitudini occidentali.

Ad un chilometro circa dal nostro hotel, Valeria mi fa notare che ci dovrebbe essere un famosissimo tempio. Non proprio uno dei principali di Bangkok, ma comunque frequentato. Ci andiamo giusto per riempire qualche ora prima del tramonto… mi rimarrà sempre impresso. Decine di persone sono raccolte ad un angolo della strada. Uno spiazzo piccolissimo, lontano anni luce da un tempio, ma… vivo, brulicante di fede, di cultura e tradizione. Tra la musica e le danze, si offrono doni e si prega, accendendo candele ed incensi.
E’ la prima volta che mi soffermo ad osservare. Siamo in centro a Bangkok, tra le macchine che suonano il clacson e le luci dei centri commerciali… vi assicuro che fa un po’ effetto. Immaginate allora cosa si prova nel vedere queste cerimonie davanti ad una statua di Buddha del 1300 ad Ayutthaya, o in un tempio a Chiang Mai. Persone normali, non monaci. Mentre tornano dal lavoro o vanno a fare la spesa, si tolgono le scarpe, entrano, si siedono, si inchinano. Pregano. E con tutta normalità escono e proseguono le loro commissioni.
Ci puoi credere oppure no ma, quando li osservi, in un certo senso la tranquillità della loro meditazione ti avvolge e anche se non sei lì per pregare, ti assicuro che quei minuti di calma… sono tutti regalati. E anche a me più di una volta, veniva da sussurrare…’Scusate… Grazie’.
Valeria Silvestrini e Emilio Zanetti
Consulenti di viaggio online Evolution Travel

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