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La mia prima volta in Islanda… indimenticabile!

La mia prima volta in Islanda, non so perché, ho deciso sarebbe stata un Dicembre: siamo quasi al circolo polare artico, perché non andare a Dicembre? Solo 4 ore di luce al giorno, e chi ci crede… Beh me ne sono innamorata! Un viaggio ricco di contrasti: silenziose cascate ghiacciate, vaste spiagge nere imbiancate dalla neve, il bollente “Great Geysir” che esplode tra i ghiacci, un bagno a 40° nella Blue Lagoon, tra rocce nere e neve bianca, con cristalli di ghiaccio sui capelli… e fuori dall’acqua -5°!
In realtà fa meno freddo di quello che si possa pensare: l’influsso della corrente del golfo arriva fino là e se si rimane in città o lungo la Ring Road non c’è molta differenza con un rigido inverno alpino. Forse è per questo che, alla guida di una jeep 4×4 (consigliabile in inverno e obbligatoria, anche d’estate, se si vogliono percorrere le strade interne altrimenti vietate), abbiamo deciso di addentrarci fino alla “porta dell’Inferno”. Abbiamo pensato di dormire ai piedi di uno dei vulcani più attivi d’Islanda, l’Hekla: il monte ”incappucciato” si trova al centro della frattura che divide le Americhe dall’Europa segnando l’Islanda da sud-ovest a nord-est.
In Inverno, lontano dai 180.000 abitanti di Reykjavik (più della metà dei 300.000 che popolano l’intera isola), la maggior parte delle guesthouse/fattorie/hotel a conduzione familiare restano normalmente chiuse. Tuttavia basta una telefonata e il signor Kári è felicissimo di accoglierci, aprendo la sua struttura anche per sole due persone. Ed è così che ci siamo trovate in una simil-roulotte, in mezzo al nulla, a passare una notte a -17°.
La mattina successiva, dopo aver ringraziato la moglie del signor Kari per la buona_cucina e il pacchetto di Natale che ci ha donato, ci siamo dirette al museo vulcanologico, motivo per cui c’eravamo spinte fin lì. Anche il museo normalmente è chiuso d’inverno, e allora…“pronto?”, una telefonata il giorno prima per accordarci e la gentilissima Þóra ha aperto il museo solo per noi: uno dei più affascinanti musei dell’isola e dei più importanti musei sul tema, la guida non sbagliava.
E ora parliamo di un altro posto, tutt’altro viaggio: l’Islanda, in estate. Distese infinite di prati verdi, montagne che si colorano di giallo, rosa e delle più impensabili tinte minerali.
Le cascate tornano a scorrere e le spiagge ridiventano nere. Si può fare il periplo dell’isola anche con una semplice utilitaria e le lunghissime giornate (fino a 20 ore di luce nei mesi di Giugno-Luglio) permettono di visitare le principali mete turistiche anche in una sola settimana di permanenza.
Non dimenticherò mai l’avvicinamento alla Cascata d’Oro, Gullfoss: ci si arriva dall’alto, camminando su un altipiano dove non si vede altro che il verde del prato e il blu del cielo, ma la cascata la senti già da subito e all’improvviso si apre nel terreno un immenso crepaccio dove si tuffa il possente getto d’acqua. Insieme a Geysir e al Parco Nazionale del Thingvellir, è una delle tre attrazioni che compongono la più famosa escursione in Islanda, il Circolo d’Oro: si può fare organizzata in gruppo accompagnati dalla guida oppure come prima tappa quasi obbligata di un classico viaggio in piena libertà.
E ancora la laguna glaciale di Jökulsárlón ai piedi del Parco Nazionale di Skaftafell, la cascata Svartifoss incorniciata da colonne basaltiche di sezione perfettamente esagonale, il canyon Asbirgy a forma di ferro di cavallo, i Fiordi a est e a ovest… tante le cascate (Seljalandsfoss, Skógafoss, Goðafoss, Selfoss, Dettifoss, la più potente d’Europa), i vulcani (non solo il tristemente famoso impronunciabile Eyjafjallajökul), i geyser, l’Aurora Boreale… un concentrato di tutti i fenomeni naturali immaginabili. Non si finisce mai di scoprire le meraviglie d’Islanda!
Manuela Aprile
Consulente di viaggi online Evolution Travel

http://www.evolutiontravel.net/etnews/2013-02.php

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