Volontariato, cinque milioni in trincea
Roma, 7 maggio 2018 – Oltre cinque milioni e mezzo di volontari in Italia. Che si occupano di portare pasti e coperte o di offrire un supporto psicologico alle persone che vivono in strada, che si impegnano per aiutare giovani e adulti a liberarsi da una dipendenza – droga, alcol o gioco d’azzardo – che accompagnano le popolazioni nel percorso per riappropriarsi di un bene sottratto alle mafie. Fanno tantissime cose, in molte associazioni diverse, ma ognuno di loro ha trovato un esempio, una storia, un volto che lo ha spinto a fare qualcosa per gli altri. Secondo l’ultimo rapporto Istat, pubblicato nel dicembre del 2017 ma riferito al 2015, i volontari italiani sono 5.528.760 suddivisi in 286.942 (85,3%) associazioni, 16.125 (4.8%) cooperative sociali, 6.451 (1.9%) fondazioni e 26.759 (8%) realtà di altro genere (enti religiosi, comitati, società di mutuo soccorso o istituzioni sanitarie ed educative). Guardando anche i dati di Eurostat, l’Italia si conferma uno tra gli Stati europei dove si registrano percentuali più elevate sulla presenza di volontari.
I volontari formali in Italia rappresentano il 12% della popolazione over 16 anni un dato importante anche se ancora lontano dal 48% della Norvegia, dal 28.6% della Germania o dal 23% della Francia. Stesso scenario per quello che riguarda i volontari informali. In questo caso l’Italia raggiunge l’11.2%, in Olanda si tocca l’82.5%, la Francia conferma il 23.3% e la Germania si attesta all’11.4%. Guardando al quadro italiano sono 340mila le istituzioni non profit, con 788mila dipendenti. Il Terzo settore non è solo una realtà importante per l’espressione della solidarietà, per il ‘cuore grande’ dell’Italia da più parti riconosciuto, ma rappresenta anche un segmento economico in forte espansione, soprattutto se confrontato con i dati del precedente rapporto del 2011. Il numero di enti, infatti, è aumentato dell’11,6%. Ma non solo: anche dal punto di vista delle risorse umane, si notano variazioni sensibili. I lavoratori dipendenti, in questo senso, sono aumentati del 15,8%, mentre i volontari del 16,2%.
La maggior concentrazione di enti non profit, secondo i dati, è nel Nord con 171mila realtà presenti, ovvero oltre la metà del resto di Italia. In particolare, il maggior numero di organizzazioni opera in Lombardia e in Lazio. Tale distribuzione è riscontrabile anche sul numero di lavoratori dipendenti. In particolare è nel Nord Est e nel Centro che si rileva il maggior numero di volontari. Mentre, prendendo in considerazione esclusivamente l’Italia Settentrionale, si riscontra il più alto numero di professionisti: 160 ogni 10 mila.
Ma qual è l’identikit del volontario italiano? Nella maggior parte dei casi si tratta di volontari abituali, ovvero persone che dedicano mezza giornata alla settimana a chi ha bisogno di aiuto nel campo dei servizi sociali, della protezione civile e della sanità. Molti, poi, i laureati, laici ed istruiti che sperimentano una modalità di impegno per l’ambiente e per collettività. Da non dimenticare i volontari di ispirazione religiosa che operano in Italia e all’estero e i volontari individuali che, senza appartenere ad alcuna associazione, si mettono in gioco in tantissimi campi, dallo sport alla cultura, fino alla donazione del sangue, per dare una mano alla propria comunità. Qualche mese fa è nata anche una App a servizio del volontariato: si chiama ‘Together-Insieme si può’ ed è uno strumento volto a facilitare e moltiplicare la partecipazione attiva dei cittadini ad iniziative di micro-volontariato sul territorio. Disponibile per smartphone con sistema operativo Android e iOS, l’app permette, con pochi clic, la pubblicazione di iniziative di volontariato di diversa natura e l’adesione alle stesse da parte degli utenti.
FONTE: quotidiano.net