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La viticoltura risparmia milioni di euro grazie ai prodotti Finest Grape Tech.

La potatura con forbici disinfettate con Finest Grape Tech
Si chiama Gabriele Vanin il fondatore di Finest Grape Tech, l’azienda nata con lo scopo di prevenire le malattie del legno causate dalla trasmissione attraverso le lavorazioni in campo. Il giovane friulano ha sviluppato due prodotti che combattono la diffusione del Mal d’esca, malattia delle viti che, ogni anno, causa al settore danni per milioni di euro. L’efficacia dei prodotti oggi è validata da una ricerca condotta in collaborazione con l’università di Udine.

Una volta, i potatori avevano l’abitudine di disinfettare le forbici prima di ogni taglio. Un gesto semplice, ma che si rivelava essere efficace per mantenere lo stato di prosperità delle piante. Vanin, laureato in viticoltura ed enologia, facendo tesoro di questa risorsa storica, si è reso conto che la gestione della potatura poteva migliorare attraverso l’introduzione di procedure prive di complessità: l’utilizzo di prodotti verificati e semplici azioni pratiche.

Nel 2018 ha fondato FINEST GRAPE TECH, un progetto che si occupa della prevenzione del Mal d’Esca, malattia del legno causata dalla trasmissione di patogeni attraverso le lavorazioni in campo. Questa complessa fitopatia è causata da un gruppo di funghi che ledono il passaggio dell’acqua e dei nutrienti dalle radici alla parte aerea della pianta, danneggiandola con un lento deperimento o, addirittura, con la morte improvvisa.

Non esistono prodotti in grado di curare questa malattia. L’unico espediente a cui si può ricorre è la prevenzione. Nel 2019, grazie all’ esperienza maturata nei vigneti friulani e alla collaborazione con Industrie Chimiche Loria, Vanin ha sviluppato una soluzione antifungina per la disinfezione delle forbici e delle ferite da potatura, che ostacola l’ingresso del patogeno e la sua trasmissione da una pianta all’altra. Oggi, l’efficacia del prodotto è stata validata dal test in vitro seguito dalla professoressa Lucilla Iacumin dell’Università di Udine.

<< Questo è solo il primo passo del lungo lavoro che deve essere fatto per studiare la patologia>> spiega Vanin che oggi, insieme a Cristian Patat, enologo della cantina Ronco del Gnemiz, sta creando un protocollo d’intervento da utilizzare sui giovani impianti di vigneto e che verrà testato con prove in campo nei prossimi 5 anni. I risultati promettono bene e fanno sperare in un progressivo ampliamento del progetto che Vanin intende sviluppare coinvolgendo produttori e realtà scientifiche in tutta Italia, focalizzandosi soprattutto sul suolo dei vigneti.

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