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La crisi innescata prima dal Covid e poi dalle difficoltà di ripresa dell’economia (a causa della corsa dell’inflazione e delle strette delle banche centrali) sta continuando a mettere in grave difficoltà le aziende di tutto il mondo. Perfino negli USA, dove la situazione complessiva pare meno complicata che in Europa.
Secondo gli analisti di S&P, ad agosto è scattato un vero e proprio campanello d’allarme, visto che ci sono stati ben 16 fallimenti corporate a livello globale. Per ritrovare una cifra mensile più alta bisogna andare indietro al 2009, nel pieno dell’ultima grave crisi finanziaria. Il totale da inizio anno sale inoltre a 107 (media di 13,3).
La cosa più allarmante non è solo che i fallimenti corporate stanno aumentando, ma che i casi di bancarotta solitamente nel periodo estivo scendono verso 8,6-9,8. Quest’anno invece sono stati quasi il doppio.
L’aumento dei casi di bancarotta sarebbe da ricondurre ai distressed exchange, ossia le conversioni del debito in asset (rischiosi) di altri tipi, con un valore inferiore a quello iniziale. Questi fenomeni però arrivano ad essere anche il 50% delle insolvenze, ma continuano ad attrarre gli emittenti in difficoltà, che considerano la ristrutturazione extragiudiziale la strada preferibile rispetto al fallimento tradizionale. D’altra parte storicamente, questo stile d’investimento ha generato ottimi rendimenti, e continua ad attirare investitori.
Se facciamo una mappatura geografica delle crisi, si scopre che le aziende messe peggio sono quelle di Europa (5) e Usa (9), dove è stato registrato il maggio numero di default corporate ad agosto. Il totale dei fallimenti in questo 2023 ha già notevolmente superato i livelli dell’intero 2022.
Ma preoccupa anche la situazione dell’America Latina, dove l’Acceleration Deceleration indicator evidenzia una tendenza in forte aumento delle aziende in crisi, perché patiscono la difficoltà nel soddisfare le esigenze di rifinanziamento in una stagione caratterizzata da tassi molto alti per molto tempo.
A livello di settori economici, le aziende che più di tutte stanno soffrendo la crisi sono quelle dei media e dell’intrattenimento, che da inizio anno hanno fatto segnare insolvenze sei volte superiori a quelle dell’intero 2022.
Tags: acceleration deceleration, aziende, crisi
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