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L’obiettivo di raggiungere un sistema energetico a zero emissioni aveva alimentato con vigore l’interesse per l’industria eolica. Tra le varie ipotesi di produzione di energia rinnovabile, quella eolica era senza dubbio quella in cui si riponevano le maggiori speranze. Ma negli ultimi due anni qualcosa è cambiato.
Proprio nel momento in cui si è affermato con maggiore vigore la necessità di arrivare ad un’energia pulita, i progetti dell’industria eolica hanno cominciato a crollare uno dopo l’altro, facendo emergere questioni strutturali e grossi rischi per gli operatori del settore.
Un caso eclatante è quello del colosso danese Orsted (ORSTED), il più grande sviluppatore mondiale di energia eolica offshore. Con progetti falliti, svalutazioni multimiliardarie, ritardi nella catena di fornitura, tassi di interesse in aumento e un crollo del prezzo delle azioni, Orsted è l’emblema delle difficoltà del settore.
La colpa principale di questo scenario è da imputare all’impennata dei costi dei progetti eolici offshore. A causa dell’inflazione globale, le materie prime infatti sono diventate molto più costose. Al tempo stesso la politica dei tassi di interesse elevati condotte dalle banche centrali hanno elevato i costi di finanziamento, spingendo così le aziende a rinunciare ai progetti più ambiziosi.
A tutto questo bisogna poi aggiungere il processo troppo lento per la concessione delle autorizzazioni nel vecchio continente. Sotto questo punto di vista, gli Stati Uniti sono molto più avanti ed è per questo che sono diventati il posto migliore in cui investire.
Nonostante le difficoltà siano molte, in questo momento ci sono dei spiragli di luce all’orizzonte. Il mondo Infatti ha bisogno delle eolico e dovrà preparare un terreno più fertile per le aziende del settore.
Nel Regno Unito già sono stati messi in atto interventi in campo in questa direzione. Anche la Germania si è mossa rendendo più semplice l’accesso alla rete per le aziende dell’Industria eolica. La stessa Commissione Europea ha di recente pubblicato un piano di azione (si veda il PIP che cos’è) per snellire il processo autorizzativo e migliorare il sistema dei finanziamenti. Infine l’epoca dei tassi di interesse elevati sembra giunta al capolinea, e nel 2024 cominceranno i tagli al costo del denaro rendendo così i finanziamenti per nuovi progetti molto più sostenibili dalle aziende dall’industria eolica.
Tags: energia rinnovabile, industria eolica, pip
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